Star Tribune
Il sito americano Star Tribune (Minnesota) usa il Whitman Display Condensed Bold per i titoli degli articoli. Nell’apposito strumento di Firefox compare scritta la dicitura “unlicensed font” (come per tutti gli altri font della pagina). Che non vuol dire che lo stiano usando senza licenza. La dicitura interna al file è “Uso solo per il web. La licenza non prevede ulteriore uso e distribuzione da parte degli utenti del sito”.
Nella pagina compare il Benton Sans, un senza grazie in vari pesi differenti, anche in versione condensata. E il Popular, che è uno slab, usato per indicare le sezioni del sito.
Gli articoli invece sono scritti in Poynter Serif Re, leggero e largo.
I font vengono caricati dal server del giornale.
In realtà alla voce copyright non viene specificato nessun nome di autore e nessuna fonderia.
Il Whitman risulta disegnato da Kent Lew nel 2003 per Font Bureau.
Il Poynter invece è del noto Tobias Frere-Jones, anno 1997, sempre Font Bureau.
Nel file però mi pare ci sia scritto “munged”, ma non ho capito perché.
Molto interessante semmai è il modo in cui è stata trattato il nome della testata. Scrivendolo normalmente infatti resterebbero due grossi rettangoli bianchi al di sotto delle due braccia della T. Nella testata del sito invece le r si spingono fino all’asta verticale della T, venendo in parte sovrastate dal tratto orizzontale, in modo da ridurre lo spazio bianco al minimo.
Nella pagina compare il Benton Sans, un senza grazie in vari pesi differenti, anche in versione condensata. E il Popular, che è uno slab, usato per indicare le sezioni del sito.
Gli articoli invece sono scritti in Poynter Serif Re, leggero e largo.
I font vengono caricati dal server del giornale.
In realtà alla voce copyright non viene specificato nessun nome di autore e nessuna fonderia.
Il Whitman risulta disegnato da Kent Lew nel 2003 per Font Bureau.
Il Poynter invece è del noto Tobias Frere-Jones, anno 1997, sempre Font Bureau.
Nel file però mi pare ci sia scritto “munged”, ma non ho capito perché.
Molto interessante semmai è il modo in cui è stata trattato il nome della testata. Scrivendolo normalmente infatti resterebbero due grossi rettangoli bianchi al di sotto delle due braccia della T. Nella testata del sito invece le r si spingono fino all’asta verticale della T, venendo in parte sovrastate dal tratto orizzontale, in modo da ridurre lo spazio bianco al minimo.
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