Varityper
Quando si parla di fotocomposizione il materiale che si trova sul web è abbastanza scarso e frammentario. La gran parte dei siti che se ne occupano devono soffermarsi in gran parte a spiegare che cos’è la fotocomposizione, materia praticamente sconosciuta al grande pubblico, anche a chi è appassionato di tipografia. E spesso anche chi ne scrive ne sa ben poco.
Il più delle volte si trovano poche foto, di bassa qualità, che raffigurano solitamente un apparecchio spento. I dettagli sul meccanismo di funzionamento scarseggiano.
Sul blog OzTypewriter troviamo un’eccezione opposta, in un certo senso. Il blog conosce vita morte e miracoli dell’azienda che produsse le macchine Varityper, tra vari fallimenti, biografie dei personaggi che diedero il loro contributo, foto dei dettagli, materiale d’epoca.
Nelle immagini si può vedere sia un Am Varityper 820, senza tastiera e senza monitor, che tutto sembra tranne che uno strumento per scrivere; sia l’ultimo Am Varityper, con uno schermo molto alto a fosfori verdi, con tastiera e lettore di floppy disk, che può essere scambiato per un primitivo computer.
Ci sono varie foto dei dischi trasparenti con la forma delle lettere. Per cambiare font bastava sostituire il disco.
Altre immagini mostrano il rullino sensibile su cui veniva impressa la scritta da impaginare, e il dispositivo che sviluppava automaticamente il risultato finale, facendolo passare attraverso tre diverse vaschette.
In una foto viene messo a confronto un Headliner Varityper con una macchina da scrivere Hammond, famosa per il fatto che si poteva cambiare carattere in maniera semplice, senza sostituire i pezzi, ruotando un tamburo centrale.
Una Hammond del 1913 in azione si può vedere in un filmato su Youtube, con un bel montaggio artistico. Un Varityper in azione non si può vedere da nessuna parte, nonostante sia molto più recente.
Qualche data? Uhm, mi sa che volete troppo. Secondo PrePressure il Varitype Headliner 820 sarebbe del 1966. Veniva utilizzato per titoli in grandezza da 12 a 90. Il rullino era in carta, 35 millimetri, e veniva sviluppato in automatico.
La prima macchina ad avere un monitor integrato si chiamerebbe Comp/Set, e risalirebbe al 1974. Prepress mostra la pubblicità d’epoca, stupendosi prima di tutto perché c’erano parecchie righe di informazioni mentre oggi una pubblicità tende a dire molto poco; e in secondo luogo perché, in mancanza di un sito web, la società forniva i suoi recapiti, indirizzi e numeri di telefono, per chi voleva contattarla per chiedere informazioni.
L’ultimo riferimento ai Varityper il sito lo fissa al 1980, quando esce il Comp/Edit 5618, la cui pubblicità viene pubblicata anche sul blog che abbiamo visto prima.
Interessante il fatto che nell’immagine si vede anche un telefono agganciato a un modem con la scritta “telecommunications option”. Chissà cosa voleva dire.
Su Ebay qualche disco di font per il Varityper si può trovare talvolta al prezzo di una decina di dollari.
Il più delle volte si trovano poche foto, di bassa qualità, che raffigurano solitamente un apparecchio spento. I dettagli sul meccanismo di funzionamento scarseggiano.
Sul blog OzTypewriter troviamo un’eccezione opposta, in un certo senso. Il blog conosce vita morte e miracoli dell’azienda che produsse le macchine Varityper, tra vari fallimenti, biografie dei personaggi che diedero il loro contributo, foto dei dettagli, materiale d’epoca.
Nelle immagini si può vedere sia un Am Varityper 820, senza tastiera e senza monitor, che tutto sembra tranne che uno strumento per scrivere; sia l’ultimo Am Varityper, con uno schermo molto alto a fosfori verdi, con tastiera e lettore di floppy disk, che può essere scambiato per un primitivo computer.
Ci sono varie foto dei dischi trasparenti con la forma delle lettere. Per cambiare font bastava sostituire il disco.
Altre immagini mostrano il rullino sensibile su cui veniva impressa la scritta da impaginare, e il dispositivo che sviluppava automaticamente il risultato finale, facendolo passare attraverso tre diverse vaschette.
In una foto viene messo a confronto un Headliner Varityper con una macchina da scrivere Hammond, famosa per il fatto che si poteva cambiare carattere in maniera semplice, senza sostituire i pezzi, ruotando un tamburo centrale.
Una Hammond del 1913 in azione si può vedere in un filmato su Youtube, con un bel montaggio artistico. Un Varityper in azione non si può vedere da nessuna parte, nonostante sia molto più recente.
Qualche data? Uhm, mi sa che volete troppo. Secondo PrePressure il Varitype Headliner 820 sarebbe del 1966. Veniva utilizzato per titoli in grandezza da 12 a 90. Il rullino era in carta, 35 millimetri, e veniva sviluppato in automatico.
La prima macchina ad avere un monitor integrato si chiamerebbe Comp/Set, e risalirebbe al 1974. Prepress mostra la pubblicità d’epoca, stupendosi prima di tutto perché c’erano parecchie righe di informazioni mentre oggi una pubblicità tende a dire molto poco; e in secondo luogo perché, in mancanza di un sito web, la società forniva i suoi recapiti, indirizzi e numeri di telefono, per chi voleva contattarla per chiedere informazioni.
L’ultimo riferimento ai Varityper il sito lo fissa al 1980, quando esce il Comp/Edit 5618, la cui pubblicità viene pubblicata anche sul blog che abbiamo visto prima.
Interessante il fatto che nell’immagine si vede anche un telefono agganciato a un modem con la scritta “telecommunications option”. Chissà cosa voleva dire.
Su Ebay qualche disco di font per il Varityper si può trovare talvolta al prezzo di una decina di dollari.
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