Voguing
Il Voguing è un font display della fonderia Resistenza.
Le forme di base sono geometriche, con la O a pianta circolare, ma quello che colpisce è l’effetto che è stato dato alle lettere. Ogni tratto è diviso in due parti. Ad una delle estremità il tratto è pieno, poi, in maniera sfumata, si trasforma in una serie di sottili linee parallele. Nell’altra metà del tratto succede la stessa cosa, ma in senso opposto. Il risultato colpisce l’occhio, ottenendo una specie di effetto 3d, ma da illusione ottica, dove un lato che apparentemente sembra essere orientato su un certo asse alla partenza, arriva non si sa come con un orientamento diverso.
Ho provato ad andare sul sito ufficiale della fonderia, ma l’antivirus oggi mi segnala un allarme di qualche tipo. Per fortuna su My Fonts è possibile ingrandire le dimensioni dell’anteprima, per rendersi conto di come è ottenuto l’effetto di transizione. Nei font sono possibili solo due colori: quello di sfondo (bianco) e quello di primo piano (nero). Come si fa ad ottenere un grigio sfumato? Tutto dipende dallo spessore delle linee. Là dove le linee sottili sono state affiancate, la loro dimensione diminuisce gradualmente lungo l’asse. Se in lettere come la V questo procedimento è lineare, nella O è molto più articolato, prevedendo delle sparizioni graduali intermedie a simulare dei riflessi sulla lettera.
Non tutti sanno che in Resistenza ci sta anche un po’ d’Italia. Uno dei due fondatori è l’italiano Giuseppe Salerno (l’altro è lo spagnolo Paco Gonzalez). Su My Fonts ci sono ben 83 font con questo marchio. In testa ci sono script di vario genere. Ma c’è anche il Two Fingers (stampatelle disegnate a mano in maniera informale), lo Stencil Creek (senza grazie stencil con gli spigoli arrotondati) e Merendina (senza grazie a spigoli arrotondati, a ad un solo piano, non molto armonico, mi pare, che prevede anche la legatura st).
Nella nuova grafica di Myfonts i tag, che prima comparivano nella colonna di destra, sono stati spostati in basso. Quelli del Voguing sono fin troppo numerosi, e non sempre pertinenti. Tra gli altri ci sono queer e pride, nightclub e olympics, dance e dancing, watersports, television, broadcast, communication e tanti altri. Io ci avrei messo disco, ma quello ci manca.
Identifont dice che il disegnatore del Voguing è Giuseppe Salerno, e segnala quelli che, secondo i criteri del sito, sono i font simili. Il primo è il Devinyl Vinyl, seguito dallo Stripes. Più sotto, tra gli altri, il sito segnala il Dazzle, di Rian Hughes, 2006, che a differenza dei primi due applicaun gioco di sfumature, anche se in maniera diversa rispetto al Voguing. Qui infatti non è lo spessore della linea che varia. Lo spessore di ogni linea è costante, ma l’effetto sfumato si ottiene affiancando linee di spessore decrescente.
Le forme di base sono geometriche, con la O a pianta circolare, ma quello che colpisce è l’effetto che è stato dato alle lettere. Ogni tratto è diviso in due parti. Ad una delle estremità il tratto è pieno, poi, in maniera sfumata, si trasforma in una serie di sottili linee parallele. Nell’altra metà del tratto succede la stessa cosa, ma in senso opposto. Il risultato colpisce l’occhio, ottenendo una specie di effetto 3d, ma da illusione ottica, dove un lato che apparentemente sembra essere orientato su un certo asse alla partenza, arriva non si sa come con un orientamento diverso.
Ho provato ad andare sul sito ufficiale della fonderia, ma l’antivirus oggi mi segnala un allarme di qualche tipo. Per fortuna su My Fonts è possibile ingrandire le dimensioni dell’anteprima, per rendersi conto di come è ottenuto l’effetto di transizione. Nei font sono possibili solo due colori: quello di sfondo (bianco) e quello di primo piano (nero). Come si fa ad ottenere un grigio sfumato? Tutto dipende dallo spessore delle linee. Là dove le linee sottili sono state affiancate, la loro dimensione diminuisce gradualmente lungo l’asse. Se in lettere come la V questo procedimento è lineare, nella O è molto più articolato, prevedendo delle sparizioni graduali intermedie a simulare dei riflessi sulla lettera.
Voguing |
Non tutti sanno che in Resistenza ci sta anche un po’ d’Italia. Uno dei due fondatori è l’italiano Giuseppe Salerno (l’altro è lo spagnolo Paco Gonzalez). Su My Fonts ci sono ben 83 font con questo marchio. In testa ci sono script di vario genere. Ma c’è anche il Two Fingers (stampatelle disegnate a mano in maniera informale), lo Stencil Creek (senza grazie stencil con gli spigoli arrotondati) e Merendina (senza grazie a spigoli arrotondati, a ad un solo piano, non molto armonico, mi pare, che prevede anche la legatura st).
Nella nuova grafica di Myfonts i tag, che prima comparivano nella colonna di destra, sono stati spostati in basso. Quelli del Voguing sono fin troppo numerosi, e non sempre pertinenti. Tra gli altri ci sono queer e pride, nightclub e olympics, dance e dancing, watersports, television, broadcast, communication e tanti altri. Io ci avrei messo disco, ma quello ci manca.
Identifont dice che il disegnatore del Voguing è Giuseppe Salerno, e segnala quelli che, secondo i criteri del sito, sono i font simili. Il primo è il Devinyl Vinyl, seguito dallo Stripes. Più sotto, tra gli altri, il sito segnala il Dazzle, di Rian Hughes, 2006, che a differenza dei primi due applicaun gioco di sfumature, anche se in maniera diversa rispetto al Voguing. Qui infatti non è lo spessore della linea che varia. Lo spessore di ogni linea è costante, ma l’effetto sfumato si ottiene affiancando linee di spessore decrescente.
Dazzle |
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