Cheboygan = Chesterfield
Un font interessante diffuso con licenza 100% free è il Cheboygan. Si trova su Dafont nella categoria Basic/Serif, ma potrebbe benissimo stare nella categoria Retro. Ha tutta una serie di dettagli inusuali come la grazia superiore di b, d ed l in pendenza. Anche la barra centrale della e è in pendenza, ma a destra lo spigolo è arrotondato. Tra le maiuscole le lettere distintive sono forse la Q (una o con una specie di L calligrafica sovrapposta), V, W e Y con una bandiera che da destra si allunga a sinistra, e soprattutto la M, che ha i due tratti centrali che mi ricordano gli alberi di palma. Tra le minuscole invece senza dubbio si nota la g, dove la parte inferiore zigzaga, seguendo inizialmente lo stesso tragitto di una g con occhiello inferiore, ma cambiando idea strada facendo senza accennare neanche a formare un occhiello. Per il resto si nota il becco in avanti li lettere come C, E, F, G, S, e il tratto discendente della f, terminato con una grazia come se poggiasse sulla linea di base, ma disposta in obliquo al termine della verticale.
Il font è stato caricato chissà quando prima del 2005. Autore dichiarato: PrimaFont, che ha prodotto poche altre cose, ma interessanti: l’Exmouth, che è una versione del Palace Script, il Livingstone, che è un onciale (categoria Gothic/Celtic), l’Oliver, con tanti riccioli che vanno bene sia per il liberty che per la psichedelia anni 70.
C’è poi lo Shangai, che forse va bene per qualche insegna di ristorante cinese. E in coda a tutti l’Xtra, un banale tentativo di comporre le lettere con un insieme di tratti rettilinei, come una antica iscrizione greca, forse (e infatti sta nella categoria ForeignLook/Roman,Greek.
Solo un utente ha commentato il Cheboygan su Dafont, per dire che gli ricorda i titoli del film Labirinth del 1986 con David Bowie. Sul web i titoli non si trovano. C’è il logo del film, che condivide alcune delle scelte col Cheboygan, ma molto alla lontana.
Tanto per passare il tempo passo la lettera g al Font Moose di Devroye. Inizialmente non viene fuori niente di simile (talvolta la scambia per un 9). Ma quando gli dico che si tratta di una g, ecco che il primo risultato che viene fuori è identico: si tratta del Chesterfield, della Linotype. Disegnato da Alan Meeks, lanciato su Myfonts nel 2005, nessuna nota aggiuntiva.
Identifont dice qualcosa di più: l’anno in cui è stato disegnato è il 1977, e già questo mette la cosa sotto una nuova luce.
Fonts In Use non ne segnala però nessun uso glorioso. Al massimo una busta di pieroghi della nonna, tortine tradizionali polacche simili ai ravioli. Insieme col Waldemar che pure ha una g strana, che a me fa pensare all’Hobo, con la differenza che questa scende sotto la linea di base.
Alan Meeks è inglese, è stato alla Letraset negli anni 70, nel decennio successivo si è messo in proprio vendendo sia alla Letraset che alla Itc.
Il font è stato caricato chissà quando prima del 2005. Autore dichiarato: PrimaFont, che ha prodotto poche altre cose, ma interessanti: l’Exmouth, che è una versione del Palace Script, il Livingstone, che è un onciale (categoria Gothic/Celtic), l’Oliver, con tanti riccioli che vanno bene sia per il liberty che per la psichedelia anni 70.
C’è poi lo Shangai, che forse va bene per qualche insegna di ristorante cinese. E in coda a tutti l’Xtra, un banale tentativo di comporre le lettere con un insieme di tratti rettilinei, come una antica iscrizione greca, forse (e infatti sta nella categoria ForeignLook/Roman,Greek.
Solo un utente ha commentato il Cheboygan su Dafont, per dire che gli ricorda i titoli del film Labirinth del 1986 con David Bowie. Sul web i titoli non si trovano. C’è il logo del film, che condivide alcune delle scelte col Cheboygan, ma molto alla lontana.
Tanto per passare il tempo passo la lettera g al Font Moose di Devroye. Inizialmente non viene fuori niente di simile (talvolta la scambia per un 9). Ma quando gli dico che si tratta di una g, ecco che il primo risultato che viene fuori è identico: si tratta del Chesterfield, della Linotype. Disegnato da Alan Meeks, lanciato su Myfonts nel 2005, nessuna nota aggiuntiva.
Identifont dice qualcosa di più: l’anno in cui è stato disegnato è il 1977, e già questo mette la cosa sotto una nuova luce.
Fonts In Use non ne segnala però nessun uso glorioso. Al massimo una busta di pieroghi della nonna, tortine tradizionali polacche simili ai ravioli. Insieme col Waldemar che pure ha una g strana, che a me fa pensare all’Hobo, con la differenza che questa scende sotto la linea di base.
Alan Meeks è inglese, è stato alla Letraset negli anni 70, nel decennio successivo si è messo in proprio vendendo sia alla Letraset che alla Itc.
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