Eckmann
Il nome di Otto Eckmann è collegato col font da lui disegnato nel 1900 per la fonderia Klingspor, diffuso ancora oggi da varie fonderie tra cui la Linotype.
In linea con la moda dell’epoca, i tratti rettilinei vengono ridotti al minimo. Le forme sono composte da parecchie linee curve, spessore variabile, grazie nervose come fossero tracciate a mano.
Un carattere Art Nouveau con un forte influsso Fraktur, sintetizza My Fonts. Aggiungendoci una miseria di tag (1900s, Art Nouveau, Decorative e German), tra cui però spicca la parola “hippie”. Eh, già, perché i caratteri liberty dell’inizio del secolo vennero utilizzati anche per le scritte della cultura psichedelica a partire dalla fine degli anni Sessanta.
In particolare, Fonts In Use segnala le copertine di alcuni dischi di quel periodo composti in Eckmann-Schrift: un paio dei Vanilla Fudge e una dei Traffic.
In quest’ultimo caso un utente fa notare che, anche se tutta la scritta è in maiuscolo, vengono usate due I diverse, a seconda se la lettera compare all’inizio della parola o al suo interno. La I iniziale è quella normale a forma di J, mentre l’altra ha il puntino, come fosse minuscola.
Secondo Wikipedia il font sarebbe basato sulla calligrafia giapponese. Eckmann è ricordato non tanto per il suo legame con la tipografia vera e propria, ma come pittore e artista grafico. Produsse lavori grafici per un paio di riviste, disegnò loghi e copertine di libri. Insegnò disegno ornamentale. Morì di tubercolosi a 37 anni, due anni dopo avere disegnato il font per cui viene ricordato (l’articolo parla anche del Fette Eckmann di cui però non si trovano tracce sul web).
In linea con la moda dell’epoca, i tratti rettilinei vengono ridotti al minimo. Le forme sono composte da parecchie linee curve, spessore variabile, grazie nervose come fossero tracciate a mano.
Un carattere Art Nouveau con un forte influsso Fraktur, sintetizza My Fonts. Aggiungendoci una miseria di tag (1900s, Art Nouveau, Decorative e German), tra cui però spicca la parola “hippie”. Eh, già, perché i caratteri liberty dell’inizio del secolo vennero utilizzati anche per le scritte della cultura psichedelica a partire dalla fine degli anni Sessanta.
In particolare, Fonts In Use segnala le copertine di alcuni dischi di quel periodo composti in Eckmann-Schrift: un paio dei Vanilla Fudge e una dei Traffic.
In quest’ultimo caso un utente fa notare che, anche se tutta la scritta è in maiuscolo, vengono usate due I diverse, a seconda se la lettera compare all’inizio della parola o al suo interno. La I iniziale è quella normale a forma di J, mentre l’altra ha il puntino, come fosse minuscola.
Secondo Wikipedia il font sarebbe basato sulla calligrafia giapponese. Eckmann è ricordato non tanto per il suo legame con la tipografia vera e propria, ma come pittore e artista grafico. Produsse lavori grafici per un paio di riviste, disegnò loghi e copertine di libri. Insegnò disegno ornamentale. Morì di tubercolosi a 37 anni, due anni dopo avere disegnato il font per cui viene ricordato (l’articolo parla anche del Fette Eckmann di cui però non si trovano tracce sul web).
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