Hobo

Un classico della tipografia, l’Hobo è datato 1910 e attribuito a Morris Fuller Benton. Disegnato per la American Type Founders, è diffuso in digitale da varie fonderie: Bitstream, Urw, Linotype, Elsner+Flake e altre (Tilde...). Una caratteristica è che manca di tratti discendenti: la g per esempio ha la forma di quella a due occhielli, ma il tratto inferiore si mantiene al di sopra della linea di base finchè va verso destra, e poi si interrompe senza tornare indietro a chiudere l’occhiello. A rendere amichevole questo carattere è la presenza di linee curve e tratti a spessore non costante.
Al carattere è dedicata una pagina di Wikipedia in inglese e in altre lingue (ma non in italiano). Un po’ di spazio è dedicato alle speculazioni sul motivo del nome: hobo in america indica i vagabondi che viaggiano di città in città salendo a scrocco sui treni merci. L’ipotesi è che il progetto arrivò alla fonderia senza nome, e venne mantenuto in sospeso, senza ulteriori sviluppi così tanto tempo da meritare questo soprannome. Che poi divenne il nome ufficiale scalzando l’altra proposta, Adface.
Un paragrafo dell’articolo riguarda l’uso nella cultura popolare. Tra i quattro usi segnalati, ci sono i telefilm That’70s Show (fine anni 90 – inizio anni 0, solo per i titoli di testa, mentre il logo è in Bocklin) e The Dukes of Hazzard (anni 70).

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