Linguaggio dei segni
Su Font Space ci sono vari font gratuiti nella categoria Sign Language, ovvero lingua dei segni.
La lingua dei segni è stata inventata per permettere la comunicazione tra persone non udenti, o con persone non udenti (sordi, dice Wikipedia in italiano). Non ce ne è soltanto una, ma varie (italiana, francese, americana...). Si tratta di linguaggi molto articolati, in cui parole e verbi vengono mimati in un modo ben preciso, e in cui anche le espressioni facciali contano come equivalente dell’intonazione della frase. Per parole meno comuni, per cui c’è bisogno dello spelling, c’è un semplice sistema di equivalenza con le lettere dell’alfabeto. Ad ogni lettera corrisponde una posizione della mano. Naturale che qualcuno abbia elaborato un font a tema.
La lista proposta da Font Space prevede al primo posto il Dissaramas Cru Fingerspelling, dove Cru Dissaramas è il nome dello studio che lo ha realizzato. Le mani sono stilizzate, bidimensionali, nere coi bordi bianchi.
Al secondo posto c’è il Gallaudet, di David Rakowski, che prende il nome dallo statunitense che si recò in Francia all’inizio dell’Ottocento per studiare il sistema che era stato messo a punto dagli studiosi locali, usato poi da lui come base per il sistema americano, che ancora oggi ha molte somiglianze con quello francese. Qui le mani sono disegnate nel font in maniera realistica, sempre dal punto di vista di chi ascolta.
L’Hand Sign, di Sam Wang, ha i disegni nello stesso stile, ma visti dalla prospettiva opposta, ovvero da quello di chi li fa, cioè di chi comunica.
Per il resto niente di interessante: una ripetizione di quello che abbiamo già visto ma da un’angolatura talvolta diversa, font che non servono a niente, o qualcosa di inventato apposta per comunicare all’interno della stessa gang.
Anche tra i font commerciali ce ne sono vari, più o meno stilizzati. C’è l’Hand Sign, di T26, dove ogni manina ha una ingombrante manica nera, o l’American Sign Alphabet, dove la manina nella maiuscola è affiancata dalla lettera corrispondente (ma certe prospettive non sono l’ideale per capire come bisogna mettere la mano, vedere la C).
Anche il Mister Hand di Chank ha la lettera accanto al disegno nelle maiuscole, ma il disegno è inguardabile, forse perché vuole riprodurre qualche rudimentale stampa d’epoca.
Anche nell’Abc Hand di Intellecta Design le mani non hanno una forma ideale. Qui le lettere dell’alfabeto si trovano anche accanto alle minuscole.
Interessante invece il Finger Speller. Qui ogni mano compare davanti ad uno sfondo nero che ha la forma della lettera dell’alfabeto in questione. In questa versione, la z si fa serpeggiando il dito, quindi il disegno include anche una riga che indica il movimento, con tanto di freccia per la direzione del gesto.
Il problema quando si cerca sign language su Myfonts è che la parola significa anche insegna, cartello, firma. Quindi esce di tutto, dalle tag fatte dalle gang sui muri fino ai cartellini col prezzo del formaggio al supermercato. Mentre cercare hand signals restituisce tutti quei font che hanno scelto la parola handgloves come specimen, oltre a quelli scritti a mano o composti di manicule.
La lingua dei segni è stata inventata per permettere la comunicazione tra persone non udenti, o con persone non udenti (sordi, dice Wikipedia in italiano). Non ce ne è soltanto una, ma varie (italiana, francese, americana...). Si tratta di linguaggi molto articolati, in cui parole e verbi vengono mimati in un modo ben preciso, e in cui anche le espressioni facciali contano come equivalente dell’intonazione della frase. Per parole meno comuni, per cui c’è bisogno dello spelling, c’è un semplice sistema di equivalenza con le lettere dell’alfabeto. Ad ogni lettera corrisponde una posizione della mano. Naturale che qualcuno abbia elaborato un font a tema.
La lista proposta da Font Space prevede al primo posto il Dissaramas Cru Fingerspelling, dove Cru Dissaramas è il nome dello studio che lo ha realizzato. Le mani sono stilizzate, bidimensionali, nere coi bordi bianchi.
Al secondo posto c’è il Gallaudet, di David Rakowski, che prende il nome dallo statunitense che si recò in Francia all’inizio dell’Ottocento per studiare il sistema che era stato messo a punto dagli studiosi locali, usato poi da lui come base per il sistema americano, che ancora oggi ha molte somiglianze con quello francese. Qui le mani sono disegnate nel font in maniera realistica, sempre dal punto di vista di chi ascolta.
L’Hand Sign, di Sam Wang, ha i disegni nello stesso stile, ma visti dalla prospettiva opposta, ovvero da quello di chi li fa, cioè di chi comunica.
Per il resto niente di interessante: una ripetizione di quello che abbiamo già visto ma da un’angolatura talvolta diversa, font che non servono a niente, o qualcosa di inventato apposta per comunicare all’interno della stessa gang.
Anche tra i font commerciali ce ne sono vari, più o meno stilizzati. C’è l’Hand Sign, di T26, dove ogni manina ha una ingombrante manica nera, o l’American Sign Alphabet, dove la manina nella maiuscola è affiancata dalla lettera corrispondente (ma certe prospettive non sono l’ideale per capire come bisogna mettere la mano, vedere la C).
Anche il Mister Hand di Chank ha la lettera accanto al disegno nelle maiuscole, ma il disegno è inguardabile, forse perché vuole riprodurre qualche rudimentale stampa d’epoca.
Anche nell’Abc Hand di Intellecta Design le mani non hanno una forma ideale. Qui le lettere dell’alfabeto si trovano anche accanto alle minuscole.
Interessante invece il Finger Speller. Qui ogni mano compare davanti ad uno sfondo nero che ha la forma della lettera dell’alfabeto in questione. In questa versione, la z si fa serpeggiando il dito, quindi il disegno include anche una riga che indica il movimento, con tanto di freccia per la direzione del gesto.
Il problema quando si cerca sign language su Myfonts è che la parola significa anche insegna, cartello, firma. Quindi esce di tutto, dalle tag fatte dalle gang sui muri fino ai cartellini col prezzo del formaggio al supermercato. Mentre cercare hand signals restituisce tutti quei font che hanno scelto la parola handgloves come specimen, oltre a quelli scritti a mano o composti di manicule.
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