Mercantesca

A giugno dell’anno scorso il sito Raab Collection ha diffuso alcuni esempi di mercantesca, la grafia usata dai mercanti italiani durante il Rinascimento.
Per dire che è una delle grafie più difficili da leggere, oltre quella usata alla corte spagnola di Ferdinando e Isabella nello stesso periodo, di cui il sito offre un esempio.
“Date un’occhiata qui sotto e dite quanto riuscite a leggere”, dice l’articolo. E sotto ci sono esempi di righe singole tratte da documenti d’epoca, con la relativa trascrizione.
A complicare la lettura, oltre alla forma delle lettere abbastanza insolita (la d forma due occhielli, la v uno, la e neanche uno, la p due...) c’è il fatto che articoli e preposizioni vengono attaccate alle parole successive, e che non vengono usate le maiuscole all’interno delle frasi. Per dire “le galee” si scrive “legalee”, per dire “di Dio” si scrive “didio” (e la i è senza puntino). Strano anche l’uso dei numeri: per il giorno si usano i numeri romani, per l’anno quelli arabi, dove il 4 è praticamente un 9.
La collezione Raab, americana, raccoglie documenti autografi di tutti i tipi.
Il sito cura molto la grafica: i testi sono scritti in un bel Garamond Premier Pro, che però non so da dove viene (dimensione 20px, line-height 1.25), mentre per i titoli dei paragrafi (solo in alcune pagine) compare il Tungsten, sans condensato, tutte maiuscole, dimensione 2.2rem, spaziatura tra le lettere 0.125rem.
Su Myfonts non c’è nessun font taggato mercantesca. Idem effettuando la ricerca sui siti gratuiti. Se uno cerca le rune, le lettere elfiche, quelle cuneiformi o i geroglifici trova qualcosa. Se cerca un font per imitare un testo scritto pochi secoli fa, non trova un bel niente.

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