Reali Tours – Davida
Reali Tours è una piccola compagnia di trasporto locale ciociara. Il logo sui cartelli della fermata a richiesta varia a seconda del comune (forse risalgono a periodi diversi). In alcuni comuni si usa un Bauhaus, o simile. Mentre nel comune di Torre Cajetani c’è un bell’uso del Davida, disegnato da Louis Minott nel 1965 per la Linotype (dello stesso autore non si conosce nient’altro). Altre fonderie lo diffondevano con un altro nome (Silva per Mecanorma, Darling per Formatt).
Scrive Fonts In Use che probabilmente è stato ispirato da disegni di epoca vittoriana tipo l’Hogart (Central, circa 1887). Il sito fornisce anche un link ad uno specimen, ma è chiaro che si tratta di un font completamente diverso. In comune però c’è l’idea di mettere quelle gocce decorative appese alle estremità. Nella T, per esempio: nel Davida curvano verso l’interno nella lettera, nell’Hogart verso l’esterno. L’Hogart aveva dei fastidiosi puntini all’interno di alcune lettere (B, R, E, K). E inoltre aveva le minuscole, che invece nel Davida non sono state disegnate.
Numerosissimi gli usi segnalati dal sito, tanto per le insegne quanto per le copertine di dischi o libri, nel packaging di alcuni prodotti.
Un uso particolare era nel programma per computer The Print Shop, del 1984, che permetteva di realizzare scritte personalizzate. Il software girava su Apple II, e conteneva 8 font che erano adattamenti di caratteri esistenti alle scarse capacità dei computer dell’epoca. Ovviamente le lettere erano bitmap, larghe una ventina di bit, mi sembra. Il Davida era presentato lì col nome Party. Le limitazioni tecniche avevano determinato dei cambiamenti nelle proporzioni, e qua e là era intervenuta la fantasia del disegnatore. La A, che nel Davida ha due fianchi rettilinei simmetrici, nel Party ha due fianchi verticali, con quello di sinistra che curva verso la sommità
orizzontale, che spunta in una grazia a destra anziché a sinistra.
Nel primo rilascio il software conteneva anche versioni di Apollo, Gillies Gothic, Data 70, Times New Roman, Itc American Typewriter, Futura Black e Playbill.
Scrive Fonts In Use che probabilmente è stato ispirato da disegni di epoca vittoriana tipo l’Hogart (Central, circa 1887). Il sito fornisce anche un link ad uno specimen, ma è chiaro che si tratta di un font completamente diverso. In comune però c’è l’idea di mettere quelle gocce decorative appese alle estremità. Nella T, per esempio: nel Davida curvano verso l’interno nella lettera, nell’Hogart verso l’esterno. L’Hogart aveva dei fastidiosi puntini all’interno di alcune lettere (B, R, E, K). E inoltre aveva le minuscole, che invece nel Davida non sono state disegnate.
Numerosissimi gli usi segnalati dal sito, tanto per le insegne quanto per le copertine di dischi o libri, nel packaging di alcuni prodotti.
Un uso particolare era nel programma per computer The Print Shop, del 1984, che permetteva di realizzare scritte personalizzate. Il software girava su Apple II, e conteneva 8 font che erano adattamenti di caratteri esistenti alle scarse capacità dei computer dell’epoca. Ovviamente le lettere erano bitmap, larghe una ventina di bit, mi sembra. Il Davida era presentato lì col nome Party. Le limitazioni tecniche avevano determinato dei cambiamenti nelle proporzioni, e qua e là era intervenuta la fantasia del disegnatore. La A, che nel Davida ha due fianchi rettilinei simmetrici, nel Party ha due fianchi verticali, con quello di sinistra che curva verso la sommità
orizzontale, che spunta in una grazia a destra anziché a sinistra.
Nel primo rilascio il software conteneva anche versioni di Apollo, Gillies Gothic, Data 70, Times New Roman, Itc American Typewriter, Futura Black e Playbill.
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