Great Vibes

Il Great Vibes è al dodicesimo posto della classifica dei più trendy di Google nella categoria “handwriting”. Il sito non permette di separare in automatico le scritture informali da quelle calligrafiche. Se ci togliamo quelle a lettere separate (Indie Flower, Shadows Into Light, Amatic Sc, Permanent Marker, l’italico Courgette, Caveat, Kalam e magari anche Kaushan Script), restano soltanto in tre, davanti al Great Vibes: Dancing Script, Pacifico (molto nero) e Satisfy. Stanno più in alto forse perché sono più leggibili, mentre il Great Vibes tende ad essere più inclinato e con le aste più ravvicinate, come nelle calligrafie corsive che si usavano nell’Ottocento. La A però non è quella a punta come nel Palace Script, ma è quella tonda che spesso si insegna a scuola. Mancano gli occhielli a lettere come b e h, mentre invece c’è l’occhiello sulla l e, purtroppo sulla t, che è in pratica una l col trattino. Il che può creare qualche equivoco nella leggibilità: bisogna fare mente locale sul senso delle parole per rendersi conto di che lettera è di volta in volta. Altro equivoco nasce dal segno finale sulla o, che invece di essere attaccato in alto è attaccato in basso. Guardate questa scritta qui sotto: che parola è?


C’è scritto “letto”. Non è poi così scontato.
La f ha poi ha l’occhiello solo sul tratto discendente. 
Il nome della fonderia è TypeSETit. “It” nel senso di Italia? Sul sito non ci sono note biografiche.
No. Il disegnatore Rob Leuschke vive in Missouri. Si è fatto le ossa alla Hallmark Cards, occupandosi del lettering delle cartoline, prima di mettersi in proprio.
Su Google ci sono 12 famiglie attribuite alla TypeSETit, tutte handwriting anche se la Playball è catalogata nella categoria “display”. Dopo Great Vibes, la più diffusa è la Allura, seguita da Playball e dalla Italianno (cancelleresca).
La più sfortunata, ahimè, è la Ruge Boogie, una specie di Gigi o di Curlz, con tante spirali poco utilizzabili.

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