La N come una U capovolta
Nel corso del Novecento le sperimentazioni geometriche in campo tipografico hanno portato a delle forme mai sperimentate prima. Ad esempio, la N può essere disegnata come fosse una U capovolta, solo un arco, senza speroni o grazie. Succede nel Bauhaus 93, diffusissimo per via dei programmi Microsoft, mentre nell’Itc Bauhaus avviene solo per la n minuscola: le maiuscole conservano le forme tradizionali. Quando la n è una u capovolta, la m si può costruire raddoppiando la n, creando cioè una doppia arcata. La w può diventare una doppia-u. E nell’Itc Bauhaus anche la Y ha la forma di una u con un trattino verticale in basso (Quello che si chiama Itc Bauhaus deriva da disegni di Bayer risalenti al 1925). Lo strumento caratteristiche insolite di Identifont cataloga solo 73 font in cui questa caratteristica si riscontra almeno nella n minuscola. Molti sono doppioni, o meglio versioni diverse derivate dagli esperimenti di Bayer.
Ma c’è anche qualcuno che ha inserito quelle forme in un contesto diverso. In ordine alfabetico, al primo posto ci finisce l’Adigo One, 2002, che è strettissimo, e ha una t dove il tratto inferiore curva ad U, quasi a toccare il trattino orizzontale in alto. Ironia della sorte, qui la U, sia maiuscola che minuscola non ha la forma di U, ma ha uno spigolo in basso a destra. La V è una U. La W è una doppia U. La y minuscola è una u (quindi una v) che poggia su un asta verticale.
Il nome Baby Mine Plump invece rimanda ad un autore italiano, Mauro Carichini (nato a Rimini, vive a Milano). L’effetto è molto più rétro, nel senso di malfermo. Ma lo stesso tema è stato sviluppato nel Baby Mine Fat, di cui Devroye ha uno specimen.
Stretto e dai tratti spessi come un codice a barre è il Battle Station, che disturba la vista al solo guardarlo.
Nella stessa categoria ci rientrano i font in cui la n è composta da tre tratti rettilinei, di solito raccordati da linee curve, ma in certi casi ad angolo.
Alcuni font mancano completamente di angoli, e hanno forme arrotondate.
Il Droids Sans ha i tratti sottili, è larghissimo, adatto per la fantascienza, il futuro, la tecnologia. Più o meno la stessa sensazione mi da il Phantom (dove la N maiuscola è una stranissima S ribaltata), o lo Yumi.
E subito dopo ci si trova l’Eckmann, che invece risale al 1900 e ha forme bizzarre e liberty, incontenibili in qualsiasi regola geometrica.
L’Eunoia è un interessantissimo esperimento di senza grazie con contrasto: tratti verticali spessi, tratti orizzontali sottili. Ed è recente, 2002.
Più di qualcuno, pur non facendo uscire l’asta in alto a sinistra accanto all’arco della n, ci mette comunque un vertice, per tradizione.
Deriva dai lavori di Bayer anche l’Itc Ronda, disegnato da Herb Lubalin nel 1970.
Stretto e dalle forme accattivanti è il Linotype Seebad: la f scende sotto la linea di base, la g sarebbe a due livelli, ma l’occhiello di sotto non si chiude, la Q minuscola, come la maiuscola è una O piantata su un trattino verticale, una specie di gelato di quelli con la stecca. Interessanti anche i numeri: il quattro gobbo, non troppo aperto e non troppo chiuso, il 9, come un 8 incompleto, il 7, in pratica una F ribaltata (ottimo trucco anche per chi vuole risparmiare tempo in fase di disegno). A giudicare dall’anteprima che si vede su Identifont la P maiuscola ha... un tratto discendente! L’asta verticale scende sotto la linea di base (il resto della lettera è in pratica una O) e va a poggiare allo stesso livello dove arriva il tratto verticale che scende sotto la Q. Interessante.
Lo Shimano Square Light Narrow è composto solo di linee rette (ispirato al logo dell’azienda che produce cambi per biciclette).
Il Target pure è abbastanza malfermo da ricordare una scritta d’epoca.
Forse un po’ più stabile è il Variable Black.
Ma c’è anche qualcuno che ha inserito quelle forme in un contesto diverso. In ordine alfabetico, al primo posto ci finisce l’Adigo One, 2002, che è strettissimo, e ha una t dove il tratto inferiore curva ad U, quasi a toccare il trattino orizzontale in alto. Ironia della sorte, qui la U, sia maiuscola che minuscola non ha la forma di U, ma ha uno spigolo in basso a destra. La V è una U. La W è una doppia U. La y minuscola è una u (quindi una v) che poggia su un asta verticale.
Il nome Baby Mine Plump invece rimanda ad un autore italiano, Mauro Carichini (nato a Rimini, vive a Milano). L’effetto è molto più rétro, nel senso di malfermo. Ma lo stesso tema è stato sviluppato nel Baby Mine Fat, di cui Devroye ha uno specimen.
Stretto e dai tratti spessi come un codice a barre è il Battle Station, che disturba la vista al solo guardarlo.
Nella stessa categoria ci rientrano i font in cui la n è composta da tre tratti rettilinei, di solito raccordati da linee curve, ma in certi casi ad angolo.
Alcuni font mancano completamente di angoli, e hanno forme arrotondate.
Il Droids Sans ha i tratti sottili, è larghissimo, adatto per la fantascienza, il futuro, la tecnologia. Più o meno la stessa sensazione mi da il Phantom (dove la N maiuscola è una stranissima S ribaltata), o lo Yumi.
E subito dopo ci si trova l’Eckmann, che invece risale al 1900 e ha forme bizzarre e liberty, incontenibili in qualsiasi regola geometrica.
L’Eunoia è un interessantissimo esperimento di senza grazie con contrasto: tratti verticali spessi, tratti orizzontali sottili. Ed è recente, 2002.
Più di qualcuno, pur non facendo uscire l’asta in alto a sinistra accanto all’arco della n, ci mette comunque un vertice, per tradizione.
Deriva dai lavori di Bayer anche l’Itc Ronda, disegnato da Herb Lubalin nel 1970.
Stretto e dalle forme accattivanti è il Linotype Seebad: la f scende sotto la linea di base, la g sarebbe a due livelli, ma l’occhiello di sotto non si chiude, la Q minuscola, come la maiuscola è una O piantata su un trattino verticale, una specie di gelato di quelli con la stecca. Interessanti anche i numeri: il quattro gobbo, non troppo aperto e non troppo chiuso, il 9, come un 8 incompleto, il 7, in pratica una F ribaltata (ottimo trucco anche per chi vuole risparmiare tempo in fase di disegno). A giudicare dall’anteprima che si vede su Identifont la P maiuscola ha... un tratto discendente! L’asta verticale scende sotto la linea di base (il resto della lettera è in pratica una O) e va a poggiare allo stesso livello dove arriva il tratto verticale che scende sotto la Q. Interessante.
Lo Shimano Square Light Narrow è composto solo di linee rette (ispirato al logo dell’azienda che produce cambi per biciclette).
Il Target pure è abbastanza malfermo da ricordare una scritta d’epoca.
Forse un po’ più stabile è il Variable Black.
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