Tempus Sans Itc, Dolenzo
Tra i font diffusi con numerosi programmi Microsoft c’è il Tempus Sans Itc. Che è una specie di Papyrus, con i contorni delle lettere frastagliati, come se fosse stato scritto a mano su una superficie ruvida. Qui però la forma delle lettere è più informale, sbilenca, meno sgargiante e appariscente come è invece quella del Papyrus. Meno di lusso, diciamo.
Il font risulta disegnato da Phil Grimshaw nel 1995, viene pubblicato da Itc e Linotype.
Identifont segnala un uso (di solito non lo fa): Café Gratitude, che è una catena di ristoranti vegani americani.
E in effetti cercando con i motori di ricerca vengono varie foto delle insegne che fanno uso di questo tipo di carattere. Però il sito web ufficiale al momento si affida a tutt’altra grafica.
Non solo i titoli delle sezioni del sito, ma anche la testata è realizzata usando il Dolenzo, caricandolo in formato ttf direttamente dal proprio server.
Il nome non mi dice nulla. E in effetti non si trova in download sui siti commerciali. Le informazioni all’interno del file parlano di un copyright del 1996 per Immortalware Jthz. “Basato sul font disegnato a mano da Ami Dolenz!”, dice la nota (ma non si sa a chi si riferisce). Il nome del file è Dolenzo J, dove la J starebbe per Julius.
Può essere che la cosa sia sfuggita a Devroye? Impensabile. Jthz sarebbe la sigla che accomuna l’olandese Julius B. Thyssen e Henz Zimmerman. C’è pure qualcosa da scaricare gratis su Dafont, con licenza imprecisata, tra cui proprio il Dolenzo. Che riproduce le forme delle prime stampe rinascimentali, dai bordi irregolari (peccato non sapere dove ha preso l’ispirazione, di preciso). Tra i più scaricati, subito dopo il Thyssen (serif condensed), c’è il Salernomi, che non è altro che un Romana.
Prima doveva esserci un sito web ufficiale, ma oggi risulta irraggiungibile.
Per quanto riguarda il sito di Café Gratitude, arrangia il resto col Gt Pressura (sans con C ad anello di catena), di Dominik Huber e Moiré, e Noto Sans, caricato da Google.
Infine, per tornare al Tempus, lo stesso autore ne ha realizzato anche una versione Serif.
Il font risulta disegnato da Phil Grimshaw nel 1995, viene pubblicato da Itc e Linotype.
Identifont segnala un uso (di solito non lo fa): Café Gratitude, che è una catena di ristoranti vegani americani.
E in effetti cercando con i motori di ricerca vengono varie foto delle insegne che fanno uso di questo tipo di carattere. Però il sito web ufficiale al momento si affida a tutt’altra grafica.
Non solo i titoli delle sezioni del sito, ma anche la testata è realizzata usando il Dolenzo, caricandolo in formato ttf direttamente dal proprio server.
Il nome non mi dice nulla. E in effetti non si trova in download sui siti commerciali. Le informazioni all’interno del file parlano di un copyright del 1996 per Immortalware Jthz. “Basato sul font disegnato a mano da Ami Dolenz!”, dice la nota (ma non si sa a chi si riferisce). Il nome del file è Dolenzo J, dove la J starebbe per Julius.
Può essere che la cosa sia sfuggita a Devroye? Impensabile. Jthz sarebbe la sigla che accomuna l’olandese Julius B. Thyssen e Henz Zimmerman. C’è pure qualcosa da scaricare gratis su Dafont, con licenza imprecisata, tra cui proprio il Dolenzo. Che riproduce le forme delle prime stampe rinascimentali, dai bordi irregolari (peccato non sapere dove ha preso l’ispirazione, di preciso). Tra i più scaricati, subito dopo il Thyssen (serif condensed), c’è il Salernomi, che non è altro che un Romana.
Prima doveva esserci un sito web ufficiale, ma oggi risulta irraggiungibile.
Per quanto riguarda il sito di Café Gratitude, arrangia il resto col Gt Pressura (sans con C ad anello di catena), di Dominik Huber e Moiré, e Noto Sans, caricato da Google.
Infine, per tornare al Tempus, lo stesso autore ne ha realizzato anche una versione Serif.
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