Tifinagh
Una delle scritture che si sviluppano in maniera “bustrofedica” (ovvero certe volte da sinistra a destra e altre da destra a sinistra) è quella tifinagh, sviluppata dai tuareg nel Sahara. In realtà, dice Wikipedia in italiano che è molto frequente la scrittura in verticale dal basso verso l’alto. Per capire la direzione di lettura può essere utile vedere il modo in cui vengono disegnate alcune lettere. La M è come un’aperta parentesi quadra se si legge da sinistra a destra, chiusa parentesi quadra se si legge nel verso opposto. Spesso poi c’è una breve formula standard che si mette all’inizio della riga, per capire da che parte cominciare.
Non esiste un ordine alfabetico come lo conosciamo noi. Però esiste una frase standard, un pangramma diciamo, che contiene gran parte dei segni dell’alfabeto.
La parola tifinagh è il plurale di tafineqq, che indica una sola lettera dell’alfabeto.
Una caratteristica di questa scrittura è la presenza di segni biconsonantici, a cui corrispondono due consonanti (st, rt, nk, nd).
L’alfabeto non si usa per trascrivere testi di una certa lunghezza (libri, articoli...), ma per iscrizioni su oggetti (monili, armi, tappeti), epitaffi e giochi enigmistici.
L’enciclopedia online linka anche una pagina con alcune righe del Piccolo Principe trascritte in alfabeto tifinagh. Di difficile lettura sullo schermo perché viene utilizzato un font outline ombreggiato, chissà perché. Si tratta dell’Ajoure, o meglio Hapax Tifinar Ajoure, che risulta disegnato nel 2008 da Patrick Andries per Hapax. E contiene anche le lettere latine, pure quelle in outline ombreggiato.
Devroye (ovviamente) conosce il nome di Andries, sa che è canadese, coinvolto in progetti che riguardano vari scritture africane e lo standard unicode. Il sito però non ha nessuno specimen da mostrare.
Non esiste un ordine alfabetico come lo conosciamo noi. Però esiste una frase standard, un pangramma diciamo, che contiene gran parte dei segni dell’alfabeto.
La parola tifinagh è il plurale di tafineqq, che indica una sola lettera dell’alfabeto.
Una caratteristica di questa scrittura è la presenza di segni biconsonantici, a cui corrispondono due consonanti (st, rt, nk, nd).
L’alfabeto non si usa per trascrivere testi di una certa lunghezza (libri, articoli...), ma per iscrizioni su oggetti (monili, armi, tappeti), epitaffi e giochi enigmistici.
L’enciclopedia online linka anche una pagina con alcune righe del Piccolo Principe trascritte in alfabeto tifinagh. Di difficile lettura sullo schermo perché viene utilizzato un font outline ombreggiato, chissà perché. Si tratta dell’Ajoure, o meglio Hapax Tifinar Ajoure, che risulta disegnato nel 2008 da Patrick Andries per Hapax. E contiene anche le lettere latine, pure quelle in outline ombreggiato.
Devroye (ovviamente) conosce il nome di Andries, sa che è canadese, coinvolto in progetti che riguardano vari scritture africane e lo standard unicode. Il sito però non ha nessuno specimen da mostrare.
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