Alan Meeks
Il nome di Alan Meeks compare parecchie volte su Fonts In Use. Disegnatore inglese, classe 1951, lavorò alla Letraset tra la seconda metà degli anni Settanta e la prima degli anni Ottanta, prima di mettersi in proprio.
Io l’ho conosciuto grazie al Chesterfield, di cui avevo trovato una versione gratuita che circola su internet sotto il nome di Cheboygan.
Il font più segnalato su Fonts In Use è il Frankfurter, un sans arrotondato al quale Meeks ha lavorato solo perr le minuscole della versione medium. Che nei file mostrati compaiono solo una volta, mi sembra, sulla copertina di un libro sul sollevamento pesi degli anni Ottanta (nessuna didascalia).
Mi colpisce invece una locandina che mi è molto familiare: quella di Io sto con gli ippopotami, con Bud Spencer e Terence Hill. Qui le maiuscole del font (originariamente disegnate da Bob Newman) sono stampate in giallo per indicare il titolo del film. L’altra riga di testo, che riguarda la colonna sonora, invece è in Pump (una specie di Bauhaus, anche questo disegnato da Bob Newman per la Letraset, 1970).
Al secondo posto dei font di Meeks più segnalati del sito c’è il Belwe. Non è un font originale, ma l’interpretazione Letraset del Belwe Antiqua, del 1913. La e è veneziana, la a ha la grazia anche all’insù. Mi pare di capire che non tutti lo attribuiscono tutto a Meeks. L’altro nome che circola è quello di Leslie Usherwood.
Al terzo posto c’è l’Aachen, slab serif utilizzato anche per il titolo di Pulp Fiction. Disegno originale di Colin Brignall, a Meeks è attribuita l’aggiunta del peso medio.
Poco più giù c’è il Dynamo, originariamente disegnato da Karl Sommer nel 1930, Meeks ha lavorato alla versione con l’ombra.
A pari merito, c’è il Vag Rounded, sviluppato alla fine degli anni Settanta per la Volkswagen, disponibile al pubblico dal decennio successivo. Il nome di Meeks compare nella lunga lista dei disegnatori, ma non si sa di preciso di cosa si è occupato.
Tra i nomi dei font con cui è entrato in contatto, quello che mi colpisce è Galadriel, che mi ricorda uno dei personaggi del Signore degli anelli. Si tratta semplicemente di una reinterpretazione dell’Eccentric, senza minuscole, datata 1975.
Io l’ho conosciuto grazie al Chesterfield, di cui avevo trovato una versione gratuita che circola su internet sotto il nome di Cheboygan.
Il font più segnalato su Fonts In Use è il Frankfurter, un sans arrotondato al quale Meeks ha lavorato solo perr le minuscole della versione medium. Che nei file mostrati compaiono solo una volta, mi sembra, sulla copertina di un libro sul sollevamento pesi degli anni Ottanta (nessuna didascalia).
Mi colpisce invece una locandina che mi è molto familiare: quella di Io sto con gli ippopotami, con Bud Spencer e Terence Hill. Qui le maiuscole del font (originariamente disegnate da Bob Newman) sono stampate in giallo per indicare il titolo del film. L’altra riga di testo, che riguarda la colonna sonora, invece è in Pump (una specie di Bauhaus, anche questo disegnato da Bob Newman per la Letraset, 1970).
Al secondo posto dei font di Meeks più segnalati del sito c’è il Belwe. Non è un font originale, ma l’interpretazione Letraset del Belwe Antiqua, del 1913. La e è veneziana, la a ha la grazia anche all’insù. Mi pare di capire che non tutti lo attribuiscono tutto a Meeks. L’altro nome che circola è quello di Leslie Usherwood.
Al terzo posto c’è l’Aachen, slab serif utilizzato anche per il titolo di Pulp Fiction. Disegno originale di Colin Brignall, a Meeks è attribuita l’aggiunta del peso medio.
Poco più giù c’è il Dynamo, originariamente disegnato da Karl Sommer nel 1930, Meeks ha lavorato alla versione con l’ombra.
A pari merito, c’è il Vag Rounded, sviluppato alla fine degli anni Settanta per la Volkswagen, disponibile al pubblico dal decennio successivo. Il nome di Meeks compare nella lunga lista dei disegnatori, ma non si sa di preciso di cosa si è occupato.
Tra i nomi dei font con cui è entrato in contatto, quello che mi colpisce è Galadriel, che mi ricorda uno dei personaggi del Signore degli anelli. Si tratta semplicemente di una reinterpretazione dell’Eccentric, senza minuscole, datata 1975.
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