Outright Televism
Gira sul web uno strano font attribuito a Ray Larabie. Si chiama Outright Televism, e sarebbe interessante sapere come è stato scelto il nome, tra le altre cose.
Le lettere sono tracciate all’interno di una base a forma di parallelogramma che in gran parte viene lasciata in nero, attraversandola con sottili tratti bianchi. Il peso delle lettere viene lasciato in basso, mentre i tratti superiori orizzontali tendono ad essere più sottili.
Il file si trova in download gratuito su Urban Fonts, ma non è conosciuto da Identifont, che pure ha parecchie pagine sui font disegnati dal noto designer canadese. Né, stranamente, Devroye sembra conoscerlo. (Possibile?)
Del resto, su internet non sembra che qualcuno l’abbia mai usato per qualche scopo di rilievo. Però esiste.
Provo a passare la forma della lettera A a Font Moose. Mi dà due risultati di A uguali, che però non portano a niente (contengono uno strano numero con la virgola, e i simboli di foglia e pennino. Boh).
La passo allora a What The Font. Che restituisce vari risultati.
La A dell’Outright Televism (che è un unicase) ha la forma di una minuscola a doppio livello. Le più simili sarebbero quindi quella del Runway Alt, o, volendo, quella del Sackem PB Narrow Oblique (dove però le controforme sono sottili, orizzontali, a forma di segmento).
Tra i risultati ci sono anche altre A realizzate piazzando un po’ di bianco in un parallelogramma nero: Per esempio quella dell’Sf Groove Machine Pro Black, di Shy Foundry, che è una A maiuscola. O quella del Judera Ring Italic, di deFharo, che però è ad un solo livello.
Altre sono simili, ma talvolta meno rifinite, in qualche caso anche verticali anziché oblique.
Spesso i disegnatori tendono ad arrotondare i vertici molto più di quanto avvenga nell’Outright Televism.
Per distinguere la O dalla D e dalla Q, il pallino centrale viene spostato sia in altezza sia sull’asse orizzontale.
Inutile dire che un testo lungo in piccole dimensioni risulta pressoché illeggibile con questo font, pensato per usi display.
Le lettere sono tracciate all’interno di una base a forma di parallelogramma che in gran parte viene lasciata in nero, attraversandola con sottili tratti bianchi. Il peso delle lettere viene lasciato in basso, mentre i tratti superiori orizzontali tendono ad essere più sottili.
Il file si trova in download gratuito su Urban Fonts, ma non è conosciuto da Identifont, che pure ha parecchie pagine sui font disegnati dal noto designer canadese. Né, stranamente, Devroye sembra conoscerlo. (Possibile?)
Del resto, su internet non sembra che qualcuno l’abbia mai usato per qualche scopo di rilievo. Però esiste.
Provo a passare la forma della lettera A a Font Moose. Mi dà due risultati di A uguali, che però non portano a niente (contengono uno strano numero con la virgola, e i simboli di foglia e pennino. Boh).
La passo allora a What The Font. Che restituisce vari risultati.
La A dell’Outright Televism (che è un unicase) ha la forma di una minuscola a doppio livello. Le più simili sarebbero quindi quella del Runway Alt, o, volendo, quella del Sackem PB Narrow Oblique (dove però le controforme sono sottili, orizzontali, a forma di segmento).
Tra i risultati ci sono anche altre A realizzate piazzando un po’ di bianco in un parallelogramma nero: Per esempio quella dell’Sf Groove Machine Pro Black, di Shy Foundry, che è una A maiuscola. O quella del Judera Ring Italic, di deFharo, che però è ad un solo livello.
Altre sono simili, ma talvolta meno rifinite, in qualche caso anche verticali anziché oblique.
Spesso i disegnatori tendono ad arrotondare i vertici molto più di quanto avvenga nell’Outright Televism.
Per distinguere la O dalla D e dalla Q, il pallino centrale viene spostato sia in altezza sia sull’asse orizzontale.
Inutile dire che un testo lungo in piccole dimensioni risulta pressoché illeggibile con questo font, pensato per usi display.
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