Programma dei festeggiamenti: Caviar Dreams
Volantino con tutti gli eventi previsti in città nel mese di agosto.
Caratteri senza grazie, geometrici, sottili, con una caratteristica evidentissima: la e ha il trattino centrale in forte pendenza.
Mi vengono in mente un paio di font di Google, Josefin e uno dei Montserrat, ma non ci siamo proprio: la pendenza del trattino è minore, molte scelte sono diverse.
Provo a passare la descrizione a Identifont, ma le domande che mi fa portano fuori strada.
Gli passo solo la descrizione della e, e arrivo al Poiret One. Non è lui. Provo a girare tra quelli simili, e arrivo al Kessel 205 Thin. Un po’ ci avviciniamo, ma anche qui alcune scelte sono diverse. Tipo, in tutti questi casi la G ha una barra orizzontale che si estende a sinistra, mentre nel mio volantino la barra non c’è.
Il documento è stato pure messo online in formato pdf, ma senza il testo separato, quindi le informazioni sul font usato sono inaccessibili.
Allora invio una delle parole a What The Font, il sistema di riconoscimento automatico di Myfonts.
Il primo risultato che viene fuori è Virginia Light. Anche qui, la e ha una pendenza minore, ed è più chiusa; la S è abbastanza simmetrica, mentre nel volantino ha la curva superiore più stretta di quella inferiore.
Al secondo posto c’è il Mostra Nuova, che avrebbe una e col trattino orizzontale, ma ha anche una versione alternativa con e obliqua. La S alternativa è una doppia curva appena accennata, e anche la S originale non è uguale.
Mostra Nuova è effettivamente molto somigliante, e ha alcune varianti, ma non riesco a trovare una versione nella quale tutte le scelte sono le stesse. Dove la e è obliqua, la U ha l’asta che spunta in basso. Dove la u è ad arco capovolto, la s è poco sinuosa, e così via.
Tra i simili indicati da Identifont, quasi sempre c’è la e con barretta orizzontale.
Continuando a scendere tra i risultati di Wtf, trovo il Virginia Neo Light. Che per un po’ mi lascia ben sperare, fino a quando non vedo la a, a doppio livello, e soprattutto la g, per niente armonica, ottenuta sovrapponendo una piccola circonferenza ad una parte di circonferenza che però supera il bordo dell’anello per spuntare al suo interno.
La g sul volantino invece ha un tratto di circonferenza che segue da vicino il bordo esterno dell’anello, molto grande.
Niente di particolarmente interessante in seguito. Mi rivolgo allora al Font Moose di Devroye. Che ha il difetto di non mostrare l’anteprima di una parola specifica, in maniera tale che non dà un quadro immediato della situazione.
Il primo risultato è Bill Corporate Medium Roman. Che però ha una e a barra orizzontale.
Su molti neanche ci clicco. Anche il Core Sans Gs 25 Extra Light dall’Abc mi incuriosisce, ma abbiamo sempre una e sbagliata.
Continuo a scorrere, ma senza troppa fiducia. È chiaro che l’algoritmo dà poca importanza alla e. Così decido di passargli solo la quella.
E l’unico risultato che viene fuori è Yesterday Medium. Che però ha delle assurde lettere sperimentali: la m a bifora, con la giunzione tra i due archi non poggiata su niente e molto alta, la s con un tratto centrale rettilineo verticale, la r ad arco, senza che l’asta spunti in alto.
Sto per mollare, quando noto una cosa che potrebbe essere definitiva. Al di fuori del programma, in basso, c’è l’indirizzo internet dell’ente organizzatore. E la w è a forma di bifora capovolta.
Una cosa così inusuale che non è catalogata tra le caratteristiche inusuali di Identifont.
Che ne pensa il Font Moose?
Esclusi gli archetti gotici e le forme irregolari, mi manda verso l’Arcus di Carnoky Type, dove molte lettere includono archi. Verso lo Strenuous (unicase). Verso il Cheek (troppi tratti rettilinei).
E verso tanti altri font, spesso influenzati dal Bauhaus.
Tento questa w anche con Wtf. Bauhaus e altre cose che non c’entrano niente.
Sto per arrendermi, quando mi viene un’idea, che sarebbe dovuta venirmi all’inizio (Ah! Che sciocco!)
L’anno, 2019, risulta scritto molto male. Il numero 1 è sottilissimo, la punta in alto a sinistra a malapena si vede, eppure lascia tanto spazio a destra e sinistra, come se ci fosse scritto 20 1 9.
Vuoi vedere che non si tratta di un font professionale a pagamento, ma di un font di quelli in download gratuito?
A quel punto non devo girare a lungo.
È il quarto sans serif più scaricato di Dafont: il Caviar Dreams, di Lauren Thompson, licenza 100% gratis. Oggi sta addirittura sopra al Coolvetica.
Uff, ci voleva tanto? Peccato che tutto ciò che sta su Dafont non rientra in nessuno dei sistemi di riconoscimento automatico e di catalogazione conosciuti.
Su Dafont non ci sono nemmeno tag: ogni font può essere inserito in una sola categoria. Molti sans non si trovano nella categoria sans, ma nelle altre, per esempio rétro.
Il Caviar Dreams è online dal 2009, aggiornato nel 2014. Quattro versioni, regular, bold, italic e bold italic (l’italico sarebbe un obliquo).
Al momento è il font più scaricato della disegnatrice.
Al secondo posto c’è lo Champagne & Limousines, sempre un sans geometrico, seguito, dopo uno composto di svolazzi calligrafici decorativi, dal Xiomara, calligrafico, asse verticale, abbastanza semplice.
Più in basso si trova il Merveille (una specie di French Script).
Il più sfortunato di oggi è il Rolande, ultimo della lista. Lettere stampatelle tracciate a mano, lunghi tratti ascendenti.
Caratteri senza grazie, geometrici, sottili, con una caratteristica evidentissima: la e ha il trattino centrale in forte pendenza.
Mi vengono in mente un paio di font di Google, Josefin e uno dei Montserrat, ma non ci siamo proprio: la pendenza del trattino è minore, molte scelte sono diverse.
Provo a passare la descrizione a Identifont, ma le domande che mi fa portano fuori strada.
Gli passo solo la descrizione della e, e arrivo al Poiret One. Non è lui. Provo a girare tra quelli simili, e arrivo al Kessel 205 Thin. Un po’ ci avviciniamo, ma anche qui alcune scelte sono diverse. Tipo, in tutti questi casi la G ha una barra orizzontale che si estende a sinistra, mentre nel mio volantino la barra non c’è.
Il documento è stato pure messo online in formato pdf, ma senza il testo separato, quindi le informazioni sul font usato sono inaccessibili.
Allora invio una delle parole a What The Font, il sistema di riconoscimento automatico di Myfonts.
Il primo risultato che viene fuori è Virginia Light. Anche qui, la e ha una pendenza minore, ed è più chiusa; la S è abbastanza simmetrica, mentre nel volantino ha la curva superiore più stretta di quella inferiore.
Al secondo posto c’è il Mostra Nuova, che avrebbe una e col trattino orizzontale, ma ha anche una versione alternativa con e obliqua. La S alternativa è una doppia curva appena accennata, e anche la S originale non è uguale.
Mostra Nuova è effettivamente molto somigliante, e ha alcune varianti, ma non riesco a trovare una versione nella quale tutte le scelte sono le stesse. Dove la e è obliqua, la U ha l’asta che spunta in basso. Dove la u è ad arco capovolto, la s è poco sinuosa, e così via.
Tra i simili indicati da Identifont, quasi sempre c’è la e con barretta orizzontale.
Continuando a scendere tra i risultati di Wtf, trovo il Virginia Neo Light. Che per un po’ mi lascia ben sperare, fino a quando non vedo la a, a doppio livello, e soprattutto la g, per niente armonica, ottenuta sovrapponendo una piccola circonferenza ad una parte di circonferenza che però supera il bordo dell’anello per spuntare al suo interno.
La g sul volantino invece ha un tratto di circonferenza che segue da vicino il bordo esterno dell’anello, molto grande.
Niente di particolarmente interessante in seguito. Mi rivolgo allora al Font Moose di Devroye. Che ha il difetto di non mostrare l’anteprima di una parola specifica, in maniera tale che non dà un quadro immediato della situazione.
Il primo risultato è Bill Corporate Medium Roman. Che però ha una e a barra orizzontale.
Su molti neanche ci clicco. Anche il Core Sans Gs 25 Extra Light dall’Abc mi incuriosisce, ma abbiamo sempre una e sbagliata.
Continuo a scorrere, ma senza troppa fiducia. È chiaro che l’algoritmo dà poca importanza alla e. Così decido di passargli solo la quella.
E l’unico risultato che viene fuori è Yesterday Medium. Che però ha delle assurde lettere sperimentali: la m a bifora, con la giunzione tra i due archi non poggiata su niente e molto alta, la s con un tratto centrale rettilineo verticale, la r ad arco, senza che l’asta spunti in alto.
Sto per mollare, quando noto una cosa che potrebbe essere definitiva. Al di fuori del programma, in basso, c’è l’indirizzo internet dell’ente organizzatore. E la w è a forma di bifora capovolta.
Una cosa così inusuale che non è catalogata tra le caratteristiche inusuali di Identifont.
Che ne pensa il Font Moose?
Esclusi gli archetti gotici e le forme irregolari, mi manda verso l’Arcus di Carnoky Type, dove molte lettere includono archi. Verso lo Strenuous (unicase). Verso il Cheek (troppi tratti rettilinei).
E verso tanti altri font, spesso influenzati dal Bauhaus.
Tento questa w anche con Wtf. Bauhaus e altre cose che non c’entrano niente.
Sto per arrendermi, quando mi viene un’idea, che sarebbe dovuta venirmi all’inizio (Ah! Che sciocco!)
L’anno, 2019, risulta scritto molto male. Il numero 1 è sottilissimo, la punta in alto a sinistra a malapena si vede, eppure lascia tanto spazio a destra e sinistra, come se ci fosse scritto 20 1 9.
Vuoi vedere che non si tratta di un font professionale a pagamento, ma di un font di quelli in download gratuito?
A quel punto non devo girare a lungo.
È il quarto sans serif più scaricato di Dafont: il Caviar Dreams, di Lauren Thompson, licenza 100% gratis. Oggi sta addirittura sopra al Coolvetica.
Uff, ci voleva tanto? Peccato che tutto ciò che sta su Dafont non rientra in nessuno dei sistemi di riconoscimento automatico e di catalogazione conosciuti.
Su Dafont non ci sono nemmeno tag: ogni font può essere inserito in una sola categoria. Molti sans non si trovano nella categoria sans, ma nelle altre, per esempio rétro.
Il Caviar Dreams è online dal 2009, aggiornato nel 2014. Quattro versioni, regular, bold, italic e bold italic (l’italico sarebbe un obliquo).
Al momento è il font più scaricato della disegnatrice.
Al secondo posto c’è lo Champagne & Limousines, sempre un sans geometrico, seguito, dopo uno composto di svolazzi calligrafici decorativi, dal Xiomara, calligrafico, asse verticale, abbastanza semplice.
Più in basso si trova il Merveille (una specie di French Script).
Il più sfortunato di oggi è il Rolande, ultimo della lista. Lettere stampatelle tracciate a mano, lunghi tratti ascendenti.
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