Springerle

Gli springerle (l’accento va sulla i, la g si pronuncia dura) sono dei particolari biscotti della tradizione tedesca, sui quali compare un’immagine molto dettagliata in rilievo.
In Italia sono abbastanza sconosciuti, non c’è una pagina apposita su Wikipedia, anche se la ricetta si può trovare su vari siti specializzati in cucina.
Che c’entrano con la tipografia? Apparentemente niente, se non che vengono nominati nella pagina di Wikipedia in inglese dedicata alla biografia di Ottmar Mergentaler, l’inventore della Linotype.
Il quale era appunto nato in Germania, anche se era emigrato negli Stati Uniti a 18 anni, dopo essere stato apprendista orologiaio in patria.
L’articolo riporta qualche frammento di una ricostruzione di come sarebbe nata l’idea del funzionamento di una linotype, con vari dettagli superflui. Quello che l’idea gli venne improvvisamente mentre stava viaggiando in treno, oppure che l’idea delle matrici di ottone sarebbe derivata dagli stampi di legno che lui aveva visto usare per imprimere il disegno sugli springerle natalizi.
In realtà il concetto di stampo fa parte della tipografia fin dall'inizio. Solo che la fusione dei caratteri avveniva in una fase diversa rispetto alla composizione della pagina. La fonderia si occupava di produrre i caratteri versando il metallo fuso negli stampi. La tipografia acquistava casse di caratteri già pronti, correndo il rischio di finire le scorte se doveva comporre contemporaneamente un alto numero di pagine, usando più lettere di quelle che aveva a disposizione.
Con la linotype questo problema non si verificava: la tipografia comprava solo le matrici necessarie a comporre una riga di testo. Si digitavano le parole su una tastiera, la riga veniva composta, vi veniva versato il metallo fuso, che si solidificava, facendo uscire la riga di testo da un’apposita apertura come un blocco unico. Le matrici tornavano ai loro posti automaticamente. Si poteva così produrre un numero illimitato di righe (a condizione di avere una scorta sufficiente di metallo da fondere nella macchina).
La Mergenthaler Linotype fu l’azienda leader nel settore, negli Stati Uniti e in Europa, fino a che durò l’epoca della composizione a caldo. Poi navigò un po’ in cattive acque fino ad essere assorbita dalla Monotype 12 anni fa.
Nel corso della sua lunga storia (venne fondata nel 1886) accumulò una grande quantità di tipi di carattere molto ricercati, con marchio registrato, come Helvetica, Frutiger, Avenir, Palatino e Optima. I quali continuano ad essere venduti in formato digitale.
Per quanto riguarda il passato, è da ricordare il Legibility Group, un gruppo di caratteri appositamente pensati per minimizzare i difetti che derivavano dalla stampa frettolosa su carta di cattiva qualità nei quotidiani. Wikipedia in inglese elenca alcuni nomi: Ionic no.5, Textype, Excelsior e Corona.
Disegni che sono stati portati in digitale, e che comunque hanno influenzato caratteri successivi.
Adesso sono tutti fuori moda per via della Q con coda a onda (parte dal bordo verso l’interno, per poi spuntare verso l’esterno) e R con gamba sinuosa. Entrambe soluzioni che non vengono più utilizzate nei disegni più recenti, quelli destinati al web. Ma all’epoca ottennero un’enorme diffusione sui giornali americani ed europei.

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