Cabin
Il Cabin è un sans serif di Google che viene attualmente usato per il sito del quotidiano romano Il Tempo.
Disegnato da Impallari Type, dice di essere un senza grazie umanistico ispirato ai caratteri di Edward Johnston e Eric Gill, con l’aggiunta di proporzioni moderne, aggiustamenti ottici e un tocco geometrico.
La lettera che si fa notare di più secondo me è la M, che ha i fianchi obliqui, mentre il vertice centrale è appuntito e molto sollevato rispetto alla linea di base.
La scelta di non disegnare i fianchi della M paralleli non è rara, ma di sicuro è in minoranza, al momento. I font più diffusi su Google fanno la scelta opposta. Tra le eccezioni, l’Ubuntu di Dalto Maag, il Fira Sans di Carrois Apostrophe, gli indiani Hind e Mukta, e il Merriweather Sans. Comunque, in tutti questi casi la M è diversa: il vertice centrale non è appuntito, oppure arriva fino alla linea di base, o entrambe le cose.
Nel caso del Tempo, una M dai fianchi obliqui si intona con quella usata nella testata, nata al termine della seconda guerra mondiale. Lì però non c’è un senza grazie, ma uno slab.
In effetti anche il Merryweater serif è uno slab e ha una M coi tratti che si divaricano, ma è qualcosa di notevolmente diverso, con le grazie sulla L e sulla T che sono anch’esse oblique, e una grazia sul trattino centrale della E che manca sulla testata del quotidiano.
Tra i serif non slab che hanno una M a pianta trapezoidale, ci sono il Garamond, il Cinzel e il Vollkorn.
A differenza di Myfonts, che ha una categoria apposta per gli slab, su Google Fonts la distinzione è molto più confusa. I serif possono trovarsi nella loro categoria specifica o in alternativa nella categoria display.
Il Cabin è disponibile in 8 stili, più altri 4 nella versione Condensed, più due nella versione Sketch (solo i contorni, tracciati a mano con varie irregolarità).
Il tipo di carattere è stato diffuso a partire dal 2010.
Pablo Impallari è argentino, classe 1976.
Su Google ci sono ben 32 famiglie di font disegnate da lui. Le più trendy sono il Dosis (un sans un po’ particolare), il Libre Baskerville e Libre Franklin, versioni libere di due classici della tipografia.
Le meno trendy sono Libre Caslon Display (troppo scolorita per essere usata a piccole dimensioni) e Miltonian, un font outline irregolare pensato per i tatuaggi (con qualche tocco tuscan).
La descrizione dice che ci sono anche alcuni dingbat che possono essere usati per decorazione. Ma nell’anteprima non si vedono.
Fortunatamente il font si può scaricare gratuitamente da Google. I dingbat sono poca roba: a parte qualche spirale, soffio di vento e ricciolo per separare i paragrafi, ci sono quelli standard: il giglio, la foglia d’edera, la faccina triste e quella contenta, un fiorellino (u+2698). Il cuore nero è sostituito dal cuore outline, il cuore bianco da un cuore outline trafitto da una freccia. E poi tra quelli non standard abbiamo una coppia di cuori affiancati, una coppia di cuori trafitti da una sola freccia, e un fiore con gambo curvo visto di profilo.
Disegnato da Impallari Type, dice di essere un senza grazie umanistico ispirato ai caratteri di Edward Johnston e Eric Gill, con l’aggiunta di proporzioni moderne, aggiustamenti ottici e un tocco geometrico.
La lettera che si fa notare di più secondo me è la M, che ha i fianchi obliqui, mentre il vertice centrale è appuntito e molto sollevato rispetto alla linea di base.
La scelta di non disegnare i fianchi della M paralleli non è rara, ma di sicuro è in minoranza, al momento. I font più diffusi su Google fanno la scelta opposta. Tra le eccezioni, l’Ubuntu di Dalto Maag, il Fira Sans di Carrois Apostrophe, gli indiani Hind e Mukta, e il Merriweather Sans. Comunque, in tutti questi casi la M è diversa: il vertice centrale non è appuntito, oppure arriva fino alla linea di base, o entrambe le cose.
Nel caso del Tempo, una M dai fianchi obliqui si intona con quella usata nella testata, nata al termine della seconda guerra mondiale. Lì però non c’è un senza grazie, ma uno slab.
In effetti anche il Merryweater serif è uno slab e ha una M coi tratti che si divaricano, ma è qualcosa di notevolmente diverso, con le grazie sulla L e sulla T che sono anch’esse oblique, e una grazia sul trattino centrale della E che manca sulla testata del quotidiano.
Tra i serif non slab che hanno una M a pianta trapezoidale, ci sono il Garamond, il Cinzel e il Vollkorn.
A differenza di Myfonts, che ha una categoria apposta per gli slab, su Google Fonts la distinzione è molto più confusa. I serif possono trovarsi nella loro categoria specifica o in alternativa nella categoria display.
Il Cabin è disponibile in 8 stili, più altri 4 nella versione Condensed, più due nella versione Sketch (solo i contorni, tracciati a mano con varie irregolarità).
Il tipo di carattere è stato diffuso a partire dal 2010.
Pablo Impallari è argentino, classe 1976.
Su Google ci sono ben 32 famiglie di font disegnate da lui. Le più trendy sono il Dosis (un sans un po’ particolare), il Libre Baskerville e Libre Franklin, versioni libere di due classici della tipografia.
Le meno trendy sono Libre Caslon Display (troppo scolorita per essere usata a piccole dimensioni) e Miltonian, un font outline irregolare pensato per i tatuaggi (con qualche tocco tuscan).
La descrizione dice che ci sono anche alcuni dingbat che possono essere usati per decorazione. Ma nell’anteprima non si vedono.
Fortunatamente il font si può scaricare gratuitamente da Google. I dingbat sono poca roba: a parte qualche spirale, soffio di vento e ricciolo per separare i paragrafi, ci sono quelli standard: il giglio, la foglia d’edera, la faccina triste e quella contenta, un fiorellino (u+2698). Il cuore nero è sostituito dal cuore outline, il cuore bianco da un cuore outline trafitto da una freccia. E poi tra quelli non standard abbiamo una coppia di cuori affiancati, una coppia di cuori trafitti da una sola freccia, e un fiore con gambo curvo visto di profilo.
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