Simran

Simran è un font della Itc che evoca un po’ i caratteri indiani dell’alfabeto devanagari. Lì tutte le lettere hanno un tratto orizzontale in alto che si unisce con le lettere confinanti a formare una linea continua che sovrasta la parola, qui le lettere dell’alfabeto latino, disegnate come se fossero tracciate a mano con un pennino, sono sovrastate da un trattino che non si congiunge con la lettera sottostante, ad esclusione di l, k e h che hanno un tratto ascendente molto sviluppato. E anche la f, con la differenza che mentre le prime tre lettere si agganciano solo a sinistra, quest’ultima si aggancia solo a destra. Diverso il caso della d, che ha una forma onciale diciamo, e non si aggancia né a destra né a sinistra.
Le lettere sovrastate da trattini occupano la posizione delle maiuscole. Al posto delle minuscole, le stesse forme, ma senza trattino.
Il disegnatore è un tale Satwinder Sehmi, keniano, autore di altri due font in tutto, l’Independence Script, un carattere elegante adatto per il testo di una dichiarazione di indipendenza e firmato da Alan Meeks, e Itc Wekstatt, con lettere dalle forme spigolose e i tratti black.
Il font si può scaricare su Myfonts, dove però non viene fornita nessuna descrizione, e anche i tag sono fuorvianti: arabian, arabic, calligraphic, crescents, decorative, scribal e uncial.
Un font da taggare arabian potrebbe essere il Faux Arabian di Page Studio Graphix, con le lettere che si uniscono in basso, ma lo stesso tag è stato utilizzato per un numero limitato di altri font che non c’entrano niente, tipo il Castaway di Studio K, pensato per opuscoli turistici di paesaggi esotici.
Per fortuna Identifont non si lascia trarre in inganno, e tra i caratteri simili inserisce una lista di font che attingono allo stesso immaginario. Primo fra tutti l’Ananda Namaste, dove tutte le lettere sono abbastanza alte da toccare il trattino orizzontale che le sovrasta, mentre le d e le t hanno il tratto ascendente che lo attraversa spuntando in alto.
Altri font, come si Sansara o lo Yogasaan, hanno le lettere deformate in maniera tale da avere il tratto superiore disposto a costituire una linea continua con le lettere confinanti.
Il Modakshar e il Mata Hari Exotique hanno le lettere così formate che quasi a prima vista non si capisce che si tratta di lettere dell’alfabeto latino, come pure il Devine Town, che presenta difficoltà di lettura perché non è così immediato il riconoscimento delle singole forme.
Nella lista sono stati inseriti altri font, tipo Ananda Neptouch, Boutan e Sinah Sans, che pure ispirandosi all’immaginario indiano, non hanno il trattino sovrastante.
L’Ananda Namaste non si trova sui principali siti commerciali, ma si compra su Hellofont.
Su Myfonts c’è un tag Indian, attribuito a 73 famiglie di caratteri.
Dentro però ci si trova di tutto di più: i caratteri prodotti dalla Indian Type Foundry, quelli ispirati all’immaginario degli indiani americani, quelli contenenti solo le vere lettere devanagari.
Il primo della lista a mettere in mostra le lettere latine riadattate con trattino sovrastante è il Jaipur di Vic Fieger. Un tipo di carattere dall’aspetto abbastanza moderno, poco calligrafico.

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