Ancora sulla stampa a rilievo

Ieri a proposito dei timbri per ottenere stampe a rilievo ho fornito cifre un po’ pessimistiche: circa 100 euro per un apparecchietto da tavolo. In realtà su Google ci sono delle offerte notevolmente più basse. Timbri.it offre un Trodat Ideal a 67 euro e 39 centesimi, con spedizione gratuita. Peggio ancora fa la Amazon, che vende il timbro a secco della casa editrice Ex libris a soli 23 euro e 93, iva inclusa. A cui andrebbero aggiunte spese di spedizione che qualcuno dice siano un po’ care, ma che non vengono specificate.
Nel costo è compresa la personalizzazione standard delle piastre: il disegno di un libro con due iniziali a scelta, e una scritta nel cerchio esterno da scegliere tra tre modelli, col nome da inserire sotto. “Biblioteca di...”, “Questo libro appartiene a...”, “ex libris...”.
Insomma, la personalizzazione standard si concentra su un unico uso possibile, apporre il timbro col proprio nome in rilievo sulle pagine dei propri libri.

Ieri ho fotografato rilievo che compariva sul frontespizio di un vecchio libro per ragazzi. Una cosa un po’ insolita, mi sembra, la gran parte dei libri non fa uso di questa tecnica in quel modo (in quel caso si trattava di un normale marchio della Siae).
Il principale uso che si fa in ambito pubblico della stampa in rilievo è quello di autenticazione di documenti, ad esempio attestati.
Qui sotto, la medaglia che compariva su un vecchio attestato di laurea dell’inizio degli anni 60, dell’università La Sapienza di Roma. La scritta “Studium Urbis” (il primo nome dell’università romana quando venne inaugurata nel 1303 da papa Bonifacio VIII), sovrastata da una figura alata a sua volta sormontata da una stella.
Non certo una cosa ottenibile con un timbrino da 20 euro: il rilievo è scolpito in maniera artistica, non è certo un semplice profilo rialzato.



Qualcosa di meno ricercato si può trovare invece su un diploma di liceo a fine anni 90: la semplice versione in rilievo di un timbro del ministero della Pubblica istruzione, con al centro il classico emblema della Repubblica Italiana: la stella, l’ingranaggio, i due rami di quercia e ulivo e il nastro sottostante.
Notare anche l’intricato pattern che viene stampato sul foglio.



Le macchinette portatili che si trovano in commercio hanno la possibilità di sostituire le piastre a seconda delle esigenze. E per incidere delle placche nuove non serve un artista in carne ed ossa: basta un incisore laser e un disegno in un file digitale: sul sito di Trotec il disegno è stato messo in un normale file pdf. Ovviamente si tratta di una stampa con due soli livelli, ottenuti nel file utilizzando i colori nero e bianco. Per le ottenere le due facciate è necessario avere due disegni, che devono essere opposti tra di loro: la scritta che su una facciata è in rilievo, sull’altra deve essere non solo in incavo, ma anche rispecchiata.
Di sicuro per avere un paio di placchette e mettere un proprio stemma personalizzato uno non spende 2-300 euro per comprare un incisore laser elettronico, ma va magari in un negozio di timbri e chiede se sono in grado di procurargliele. Prezzi, su internet, non se ne trovano, così al volo.
Immagino dipendano anche dal fatto se uno ha un disegno già pronto. Nel caso di rilievi artistici multilivello, immagino che non siano applicabili con una macchinetta tascabile, ma servano macchinari professionali. Comunque, prezzi su internet non circolano, verranno concordati caso per caso col cliente. 

Chiaramente uno non investe un capitale solo per avere un timbrino artistico sui suoi libri. Però, a titolo di curiosità, sarebbe interessante capire come funziona.
Su Youtube c’è un interessante filmato intitolato “Incisione per Calcografia, - Arti grafiche Guercio” (di Genova, credo). Un video che non spiega niente, però mostra un artigiano all’opera per incidere una bella nave da crociera su una placchetta rettangolare.
La didascalia parla sia di stampe in smaltorilievo con inchiostri colorati, sia a secco, senza applicazione del colore. Ma è prevista anche la seconda facciata, quella in incavo? Non si sa, nel video non si vede.
Comunque ci si può fare l’idea di un altro mondo, un mondo in cui non c’è nessun file digitale con l’immagine in 3d, e nessuna apparecchiatura laser ipertecnologica. C’è solo l’artista/artigiano, la placchetta, i “bulini” col manico di legno, e tanta tanta pazienza e abilità.

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