Peristyle

La nuova impaginazione del sito Typography.com (Hoefler&Co.) è strana, diversa da ciò che si vede altrove. Adesso c’è uno sfondo blu in home page, con testo suddiviso in sei colonne. E in ogni colonna ci sono varie righe in ciascuno dei font presentati, in nero, grigio, azzurrino, senza nessuna regolarità per quanto riguarda l’estensione in verticale e senza nessun netto segno di separazione tra un tipo di carattere e l’altro. Così troviamo l’elenco di varie parole di prova, allineate a destra e sinistra, nello stesso tipo di carattere e nella stessa dimensione ma con pesi diversi, o con dimensioni diverse, dal più spesso al più sottile o dal più sottile al più spesso. Ma anche sequenze di numeri, o lettere dell’alfabeto singole che riempiono l’intero spessore della colonna. Non c’è il nome di ciascun font scritto nella pagina, al limite lo si può intuire nell’url del link che compare in basso a sinistra nel browser, al passaggio del puntatore sulla scritta (che cambia colore).
Il carattere che mi colpisce oggi è il Peristyle. Senza grazie – bodoni, direi, nel senso che c’è un netto contrasto tra i tratti più spessi e quelli più sottili.
Che mi ricorda? L’Hastile della Nebiolo, prodotto a partire dalla metà del Novecento e oggi caduto completamente in disuso e dimenticato. Non mi pare che ce ne siano digitalizzazioni, e anche trovare caratteri nello stesso stile è abbastanza complicato.
Identifont tra i caratteri simili al Peristyle elenca il Quirinus, che è di Butti come l’Hastile, ma ha delle sottili grazie. È stato digitalizzato nel 1999 da Monotype Imaging, e questa è la data dichiarata sul sito (Butti lo disegnò nel 1939, mentre l’Hastile risale al 1941 o al 1952, non si sa di preciso).

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