Sottolineatura


Stavo navigando sul sito di Richard Stallman con lo smartphone quando mi sono reso improvvisamente conto che la linea di sottolineatura delle parole si interrompeva in corrispondenza dei tratti discendenti delle lettere. È una novità, o è una cosa che non ho mai notato?


Non capita spesso di vedere parole sottolineate. Nei siti moderni è una pratica deprecata, mentre nel web delle origini tutti i link erano sottolineati di default. E il noto programmatore continua ad impaginare il suo sito come si faceva all’epoca.
Accendo il computer ed effettivamente noto che la linea di sottolineatura normalmente non si interrompe quando c’è un tratto discendente. Almeno, non nel programma di videoscrittura. E nel browser? Provo a fare una pagina web in Times New Roman con OpenOffice Writer e la riapro in Firefox, ed anche lì la linea è continua. Noto però un’altra cosa strana: che la posizione della linea cambia. Mentre in OpenOffice taglia a metà l’occhiello inferiore della g, in Firefox si appoggia al tratto inferiore della lettera. E poi faccio caso al fatto che l’antialiasing è gestito diversamente: l’occhiello inferiore della g è a gradini
in OpenOffice, mentre appare liscio in Firefox.

A sinistra la scritta in Firefox, a destra in OpenOffice Writer.

Inviare la pagina web al cellulare non dimostra niente: il telefono la apre con il font di default, che interrompe la sottolineatura dove serve. Ma io voglio sapere se è capace di interrompere la linea sotto il Times.

Il browser del cellulare non ha un serif di default. Quindi sostituisce il Times New Roman con un sans.


Faccio un pdf e lo passo sul cellulare. E non interrompe un bel niente. Quindi col Times non lo fa? Non è detto: i pdf li apre col programma apposito, mentre le pagine web le apre con Chrome. E forse la chiave di tutto sta nel browser. Bisogna vedere come si comporta il Times nel browser.


Il Times New Roman sottolineato inserito in un Pdf e visualizzato sul cellulare.

Smanetto un altro po’, per incorporare il font nella pagina col base64 (forse non è consentito dalla licenza, ma è solo per provare). E che viene fuori? Che la linea si interrompe là dove ci sono i tratti discendenti.

Il Times New Roman sottolineato visualizzato nel browser Chrome del cellulare. La linea si interrompe in corrispondenza dei tratti discendenti, lo spessore è molto maggiore rispetto a quello visto finora.


E se i tratti discendenti non ci fossero? Come si comporta Chrome con l’Hobo? Ulteriore prova, ed ecco il risultato: visto che la p e la g non hanno tratti discendenti, la linea resta continua.



Sarebbe interessante sapere come si regola il meccanismo davanti a forme strane, con lettere che discendono, ma non troppo. Non escludo ulteriori sperimentazioni.
Ma intanto ho fatto un’altra ipotesi. Che, sebbene nel font sia specificato a che distanza deve essere collocata la linea di sottolineatura, forse la sua posizione, o almeno il suo spessore, possono essere variati in proporzione con la dimensione del font usato.
E così, sperimentando, vengo a scoprire una cosa clamorosa: che lo spessore e la posizione della linea di sottolineatura varia sì, ma non soltanto sulla base della dimensione della lettera soprastante, ma tenendo conto anche di tutto il testo presente sulla stessa riga.
Cioè: se io scrivo una g in corpo 12, sottolineata, e subito dopo cambio corpo, passando a 96 e premo spazio, la sottolineatura che avevo già tracciato sotto la lettera aumenta a dismisura, e si sposta più in basso, a prescindere. E se dopo ci scrivo un’altra g a grandezza 200, questa influisce sulla posizione e sulla dimensione della linea fin dall’inizio della riga di testo.
Anche se la linea sembra avere sempre la stessa dimensione, la sua posizione relativa al testo cambia. Eppure non è collegata solo al corpo, ma anche alla lunghezza delle parole: più spazi metto tra la prima e la seconda g, e più la linea di sottolineatura si sposta in alto.

Una g in corpo 12, seguita da vari spazi in corpo 96 e da una seconda g in corpo 200, visualizzate in OpenOffice Writer. Notare la sottolineatura a gradini. Più spazi metto tra la prima e la seconda g, più la linea di sottolineatura si sposterà in alto, ad esclusione di quella della g finale.


Quando invece scrivo prima un testo in grande e poi uno in piccolo... la seconda sottolineatura si mette al livello giusto.


Nel passaggio dal grande al piccolo, OpenOffice Writer si comporta diversamente dal caso precedente. La linea sotto la scritta piccola ha la dimensione e la posizione giusta.


Ha senso tutto questo? Forse no. Forse è un bug di OpenOffice 4. Vediamo come si comportano i browser, per esempio. Faccio una pagina web con OpenOffice, poi la apro sia in Firefox sia in Explorer/Edge. E il risultato è sorprendente.
In Firefox lo spessore della linea viene tarato sul carattere più piccolo presente nella riga di testo. Il risultato è che se sulla riga ci sono anche scritte enormi, la linea di sottolineatura è troppo sottile e appiccicata alla base delle lettere.
Explorer invece ragiona in maniera intermedia. Sceglie lo spessore e la distanza sulla base del numero di lettere grandi e piccole presenti sulla riga. Il risultato sembra essere in ogni caso equilibrato.
Comunque, sia in Firefox che in Explorer/Edge la distanza è costante, senza quegli sbalzi che si vedono in OpenOffice.
Quest’immagine ricapitola il concetto: la prima riga è visualizzata in Explorer o Edge, la seconda in Firefox, la terza è come l’ho composta in OpenOffice.

Componendo la scritta in OpenOffice Writer, la sottolineatura cambia spessore e posizione in base alla dimensione e alla lunghezza del testo soprastante (terza riga). In Firefox lo spessore e la posizione della sottolineatura è quello del carattere più piccolo, a costo di finire appiccicata alle lettere più grandi (seconda riga). In Explorer la posizione e lo spessore vengono scelti in maniera intermedia, sulla base della quantità e dimensione delle lettere soprastanti (prima riga). Notare che Firefox si regola diversamente a seconda se si passa da grande a piccolo o da piccolo a grande: sia il testo iniziale che finale sulla stessa riga sono in corpo 12; la sottolineatura però è quella da 12 alla fine, mentre è più spessa all'inizio. Lo spessore non dipende solo dalla grandezza del carattere successivo, ma anche dal numero di lettere soprastanti. Se scriviamo una sola lettera in corpo 12, lo spessore della linea è lo stesso che nel corpo 96 del carattere successivo. Più allunghiamo la frase iniziale, più la linea sottostante si assottiglia e si avvicina.



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