Wes Wilson
Wes Wilson è un nome che ha a che vedere con la tipografia? Ho cercato tra i disegnatori/fonderie su Identifont e non ho trovato niente. Ma il nome da qualche parte compare: è quello di un font pubblicato da K-type e dedicato all’artista californiano pioniere del disegno di poster psichedelici degli anni 60.
Scrive Myfonts che le lettere sono ispirate al lavoro di un secessionista austriaco, Alfred Roller, ma con forme rese più giocose e libere.
Le lettere sono come palloncini gonfiati in una scatola: i loro bordi esterni sembrano premere contro le pareti rettilinee, mentre le controforme sono fatte di linee curve e qualche spigolo, come dei terminali a goccia in negativo.
Alfred Roller compare una volta tra i disegnatori conosciuti da Identifont, per via del Roller Poster, HiH Retrofonts, digitalizzato da Tom Wallace nel 2006. Il disegno originario risale al lontano 1902. Anche qui le lettere sono caratterizzate da lati rettilinei, con raccordi arrondati ma con un raggio minore. Le controforme però non sono tutte nello stesso stile. Talvolta sono a forma di spirale, come nella C, nella G o nella stranissima J, altre volte non somigliano a niente, come nella F.
Myfonts conosce solo questo font di Alfred Roller. Il disegnatore si è occupato di poster e copertine, è stato professore e infine direttore della scuola di arti applicate di Vienna. È morto nel 1935.
Quando si dice che era un secessionista ci si riferisce al movimento artistico detto Secessione Viennese, nato da diciannove artisti che si staccarono dall’accademia di Belle Arti sul finire dell’Ottocento, stabilendosi in una sede e fondando una rivista chiamata Ver Sacrum (Primavera Sacra). Del movimento facevano parte anche Klimt (famoso per le sue opere auree) ed Egon Schiele (famoso per i suoi ritratti, talvolta di corpi nudi).
Era l’epoca dell’Art Noveau e del Modernismo, negli altri paesi. Uno dei riferimenti nelle arti applicate era al movimento Arts and Crafts. L’articolo di Wikipedia in italiano non nomina Roller.
Wilson non compare su Wikipedia in italiano, e merita solo 6 righe su quella in inglese.
L’artista è citato per il suo lavoro come disegnatore di poster per l’impresario Bill Graham, che gestiva una sala concerti a San Francisco. Il suo stile “È ora sinonimo del movimento pacifista, dell’era psichedelica e degli anni Sessanta”, scrive Wikipedia in inglese. Il suo “font” “faceva sembrare che le lettere si muovessero o sciogliessero.
È considerato uno dei Grandi Cinque artisti di San Francisco specializzati in manifesti. Gli altri sono Alton Kelley, Victor Moscoso, Rick Griffin e Stanley Mouse.
L’anteprima di alcuni poster di Wilson si può vedere sul suo sito ufficiale. I prezzi vanno anche sui 150-250 dollari. In alcuni non ci sono scritte, mentre in altri compare il suo stile di scrittura inconfondibile. Non si tratta di font per il semplice fatto che tutte le lettere non hanno la stessa altezza e linee parallele, ma si inseriscono all’interno di due linee fluttuanti, quella superiore e quella inferiore, che seguono l’andamento di un disegno. Talvolta le scritte costituiscono il disegno, come nel poster Moonalice, in cui i capelli della donna raffigurata sono formati dalle lettere che annunciano data e ora del concerto.
Identifont collega il Roller Poster al Wes Wilson e viceversa, ma tra gli altri consigli relativi a quest’ultimo compare qualcosa che non c’entra granché (tra l’altro c’è anche l’Eckmann).
Più in tema i collegamenti dal Roller Poster: Mojo, Butterfield, Peace Solid, Jonah Black.
Tra le alternative free si può trovare il Jmh Psychedelic Caps Font, su Fontspace e Dafont. Il primo sito permette anche di taggare i vari font, per cui possiamo trovare tra quelli taggati hippy o hippie qualche altro font che attinge allo stesso immaginario, magari con forme più rudimentali e meno armoniose, come il Flames.
Scrive Myfonts che le lettere sono ispirate al lavoro di un secessionista austriaco, Alfred Roller, ma con forme rese più giocose e libere.
Le lettere sono come palloncini gonfiati in una scatola: i loro bordi esterni sembrano premere contro le pareti rettilinee, mentre le controforme sono fatte di linee curve e qualche spigolo, come dei terminali a goccia in negativo.
Alfred Roller compare una volta tra i disegnatori conosciuti da Identifont, per via del Roller Poster, HiH Retrofonts, digitalizzato da Tom Wallace nel 2006. Il disegno originario risale al lontano 1902. Anche qui le lettere sono caratterizzate da lati rettilinei, con raccordi arrondati ma con un raggio minore. Le controforme però non sono tutte nello stesso stile. Talvolta sono a forma di spirale, come nella C, nella G o nella stranissima J, altre volte non somigliano a niente, come nella F.
Myfonts conosce solo questo font di Alfred Roller. Il disegnatore si è occupato di poster e copertine, è stato professore e infine direttore della scuola di arti applicate di Vienna. È morto nel 1935.
Quando si dice che era un secessionista ci si riferisce al movimento artistico detto Secessione Viennese, nato da diciannove artisti che si staccarono dall’accademia di Belle Arti sul finire dell’Ottocento, stabilendosi in una sede e fondando una rivista chiamata Ver Sacrum (Primavera Sacra). Del movimento facevano parte anche Klimt (famoso per le sue opere auree) ed Egon Schiele (famoso per i suoi ritratti, talvolta di corpi nudi).
Era l’epoca dell’Art Noveau e del Modernismo, negli altri paesi. Uno dei riferimenti nelle arti applicate era al movimento Arts and Crafts. L’articolo di Wikipedia in italiano non nomina Roller.
Wilson non compare su Wikipedia in italiano, e merita solo 6 righe su quella in inglese.
L’artista è citato per il suo lavoro come disegnatore di poster per l’impresario Bill Graham, che gestiva una sala concerti a San Francisco. Il suo stile “È ora sinonimo del movimento pacifista, dell’era psichedelica e degli anni Sessanta”, scrive Wikipedia in inglese. Il suo “font” “faceva sembrare che le lettere si muovessero o sciogliessero.
È considerato uno dei Grandi Cinque artisti di San Francisco specializzati in manifesti. Gli altri sono Alton Kelley, Victor Moscoso, Rick Griffin e Stanley Mouse.
L’anteprima di alcuni poster di Wilson si può vedere sul suo sito ufficiale. I prezzi vanno anche sui 150-250 dollari. In alcuni non ci sono scritte, mentre in altri compare il suo stile di scrittura inconfondibile. Non si tratta di font per il semplice fatto che tutte le lettere non hanno la stessa altezza e linee parallele, ma si inseriscono all’interno di due linee fluttuanti, quella superiore e quella inferiore, che seguono l’andamento di un disegno. Talvolta le scritte costituiscono il disegno, come nel poster Moonalice, in cui i capelli della donna raffigurata sono formati dalle lettere che annunciano data e ora del concerto.
Identifont collega il Roller Poster al Wes Wilson e viceversa, ma tra gli altri consigli relativi a quest’ultimo compare qualcosa che non c’entra granché (tra l’altro c’è anche l’Eckmann).
Più in tema i collegamenti dal Roller Poster: Mojo, Butterfield, Peace Solid, Jonah Black.
Tra le alternative free si può trovare il Jmh Psychedelic Caps Font, su Fontspace e Dafont. Il primo sito permette anche di taggare i vari font, per cui possiamo trovare tra quelli taggati hippy o hippie qualche altro font che attinge allo stesso immaginario, magari con forme più rudimentali e meno armoniose, come il Flames.
Commenti
Posta un commento