Sutterlin
Sütterlin è un nome che indica una scrittura corsiva tedesca elaborata nel 1911 su incarico del ministro della cultura prussiana. Ne esistono due versioni, una latina e una tedesca. Wikipedia ha una pagina che ne parla anche in italiano, dove si può vedere sia la versione maiuscola e minuscola delle singole lettere, oltre ad un testo scritto con questo tipo di grafia. La quale divenne corsivo ufficiale in Germania a partire del 1930, ma ad un pubblico italiano moderno sembra completamente assurda: le lettere hanno delle forme molto insolite, che si confondono con altre lettere del normale corsivo che viene insegnato oggi nelle scuole. La B maiuscola del Sutterlin può essere confusa con una L. Anche la C, in effetti, ha qualcosa che ricorda una L, mentre la c minuscola è praticamente una i senza puntino. La h è una specie di f, o meglio di s lunga. La p minuscola in pratica è una g, la r è una strana u. La m e la n minuscola non hanno curve, ma tratti appuntiti. La S, maiuscola e minuscola, non ha proprio nulla che ricordi una s. La t ha il trattino orizzontale in basso, mentre è il lato superiore che si aggancia alla lettera precedente, grazie a una linea che lo raggiunge in salita.
La fonderia giapponese Gutenberg Labo ha realizzato una versione gratuita di un Sutterlin, chiamata Gl German Cursive sul sito, o anche Gl Suetterlin altrove. Praticamente illeggibile. Non soltanto le lettere hanno forme strane, ma anche i numeri, che a giudicare dalla pagina di Wikipedia avrebbero dovuto essere come quelli normalmente in uso. Invece nel German Cursive il 3 è una via di mezzo tra un sette barrato e una zeta, il 4 sembra il fiocco per una raccolta fondi, e il 7 ha una forma triangolare, con un lato lungo e curvo che parte in basso a sinistra e arriva in alto a destra.
Secondo Wikipedia l’idea originaria era di un’inclinazione delle aste di 90 gradi, ma in coda all’articolo si legge anche che nell’Inghilterra del diciannovesimo secolo le aste venivano tracciate obliquamente, come è appunto nel font in questione.
Un altro font che riproduce questa scrittura è il Blackletter Hand, dove i tratti sembrano tracciati ad inchiostro (non terminano in maniera netta come nel font giapponese), e i numeri sono normali.
Nella versione inglese di Wikipedia c’è anche la foto di un’insegna a Wismar, nella Germania del nord. La didascalia dice che c’è scritto Backerei, ma dobbiamo crederle sulla fiducia.
Come pure su Wikipedia in tedesco si può vedere l’insegna della Drogerie Lutjens, scritta in sutterlinschrift. La pagina mostra anche la versione latina dell’alfabeto, che non ha nessuna particolarità rispetto alle calligrafie a cui siamo abituati (a parte la t minuscola).
Un altro font gratuito ispirato alla scrittura calligrafica tedesca è il Kurrent Kupfertich Thin. Anche qui abbiamo molte lettere dalle forme assurde: la c è scritta come se fosse “if”, la s viene fornita solo nella versione lunga.
Se qualcuno vuole avere degli esercizi per imparare il kurrent script c’è un apposito pdf di 35 pagine sul sito Kurrent-Lernen-Muecke.de (in inglese). Che si sofferma sui dettagli. Ad esempio? Normalmente, quando si scrive la u, bisogna sempre metterci sopra un piccolo semicerchio (il segno diacritico breve). Perché? Perché la forma della u è... tale e quale a quella della n! L’unica cosa che le distingue, è quel segno che sovrasta la u. Se a questo si aggiunge il fatto che anche la e può essere disegnata come una n, solo un po’ più stretta, non c’è da stupirsi per il fatto che questo alfabeto non abbia preso piede nel resto del mondo.
La fonderia giapponese Gutenberg Labo ha realizzato una versione gratuita di un Sutterlin, chiamata Gl German Cursive sul sito, o anche Gl Suetterlin altrove. Praticamente illeggibile. Non soltanto le lettere hanno forme strane, ma anche i numeri, che a giudicare dalla pagina di Wikipedia avrebbero dovuto essere come quelli normalmente in uso. Invece nel German Cursive il 3 è una via di mezzo tra un sette barrato e una zeta, il 4 sembra il fiocco per una raccolta fondi, e il 7 ha una forma triangolare, con un lato lungo e curvo che parte in basso a sinistra e arriva in alto a destra.
Secondo Wikipedia l’idea originaria era di un’inclinazione delle aste di 90 gradi, ma in coda all’articolo si legge anche che nell’Inghilterra del diciannovesimo secolo le aste venivano tracciate obliquamente, come è appunto nel font in questione.
Un altro font che riproduce questa scrittura è il Blackletter Hand, dove i tratti sembrano tracciati ad inchiostro (non terminano in maniera netta come nel font giapponese), e i numeri sono normali.
Nella versione inglese di Wikipedia c’è anche la foto di un’insegna a Wismar, nella Germania del nord. La didascalia dice che c’è scritto Backerei, ma dobbiamo crederle sulla fiducia.
Come pure su Wikipedia in tedesco si può vedere l’insegna della Drogerie Lutjens, scritta in sutterlinschrift. La pagina mostra anche la versione latina dell’alfabeto, che non ha nessuna particolarità rispetto alle calligrafie a cui siamo abituati (a parte la t minuscola).
Un altro font gratuito ispirato alla scrittura calligrafica tedesca è il Kurrent Kupfertich Thin. Anche qui abbiamo molte lettere dalle forme assurde: la c è scritta come se fosse “if”, la s viene fornita solo nella versione lunga.
Se qualcuno vuole avere degli esercizi per imparare il kurrent script c’è un apposito pdf di 35 pagine sul sito Kurrent-Lernen-Muecke.de (in inglese). Che si sofferma sui dettagli. Ad esempio? Normalmente, quando si scrive la u, bisogna sempre metterci sopra un piccolo semicerchio (il segno diacritico breve). Perché? Perché la forma della u è... tale e quale a quella della n! L’unica cosa che le distingue, è quel segno che sovrasta la u. Se a questo si aggiunge il fatto che anche la e può essere disegnata come una n, solo un po’ più stretta, non c’è da stupirsi per il fatto che questo alfabeto non abbia preso piede nel resto del mondo.
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