Alfabeto manciù e alfabeto mongolo

L’alfabeto manciù venne inventato nel 1599, derivandolo dal mongolo bichig, che a sua volta derivava dall’alfabeto uiguro, per scrivere nella lingua mancese, che veniva usata dai governanti cinesi della dinastia Qing.
Si scrive dall’alto verso il basso.
L’iniziativa venne presa dall’imperatore Nurhaci, che nominò due consiglieri per adattare l’alfabeto mongolo. L’obiettivo era quello di narrare le imprese dei Manciù, che fino a quel momento non avevano una scrittura, né avevano libri.
Nel 1632 venne semplificato riducendo i gruppi sillabici e limitando i caratteri primitivi a soli 24.
Al giorno d’oggi è praticamente estinto, lo usano poche decine di persone in Manciuria.
Lo script è inserito nel blocco Unicode dedicato al mongolo, tra U+1800 e U+18AF, con parecchie posizioni non assegnate.
In Windows i caratteri sono supportati, essendo contenuti nel Mongolian Baiti. Quando vengono visualizzati nel browser, è interessante vedere il cursore che passandoci sopra si dispone in orizzontale anziché in verticale, tenuto conto della direzione in cui si scrive e si legge.
Wikipedia mostra una iscrizione su un edificio della città proibita di Pechino, in cinese a sinistra, in manciù a destra (entrambi scritti in verticale).
A quanto scrive Wikipedia, il manciù dovrebbe derivare alla lontana dal siriaco, attraverso il pahlavi e il sogdiano, come l’orkhon, l’uiguro e il mongolo.
Ancora oggi la lingua mongola può essere scritta usando un alfabeto che prevede l’unione dei vari segni dall’alto in basso (di cui appunto l’alfabeto manciù era un derivato, come l’Oirat). Ma dal 1946 nello Stato è stato introdotto il cirillico.
Su Wikipedia si può vedere un esempio di scrittura mongola verticale: visto che i caratteri sono uniti uno all’altro, è difficile per chi non conosce le forme base anche distinguere dove finisce uno e dove comincia l’altro. Per la parola “vikipediya”, il sito scompone la scritta lettera per lettera, così è più facile rendersi conto.
La versione inglese di Wikipedia in cui si parla dell’alfabeto mongolo aggiunge qualche complicazione, mostrando le numerose tabelle necessarie a distinguere (o disegnare) le lettere a seconda se si trovano all’inizio, in mezzo, in fine parola o isolate.


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