Ancora da Chissà Perché capitano tutte a me: Annonce

Non avevo ancora capito quale è il font usato per i titoli di testa in italiano del film “Chissà perché capitano tutte a me...” con Bud Spencer. Esclusi quelli usati per il nome del film, gli altri caratteri sono in un senza grazie abbastanza ordinato, con le estremità di C e S tagliate in orizzontale. Aste molto spesse, e una B in cui gli occhielli sono ridotti a sottili fessure orizzontali. Qualcosa di simile all’Helvetica Neue Black Extended, in questi dettagli, anche se nell’Helvetica le controforme sono più spaziose, e soprattutto la R ha una gamba ondulata, mentre nel film è rettilinea.
Però mi è venuto in mente il Reservoir Grunge, che si scarica gratuitamente su Dafont da più di 10 anni.
Taglio di C e S, nonché gamba della R coincidono. In effetti anche la forma di certe minuscole è simile (g, f, a). Semmai il problema del Reservoir Grunge è la spaziatura tra le lettere, che almeno nella versione gratuita non è per niente equilibrata.
Reservoir Grunge ha il marchio ZetaFonts, su Dafont. Non è una delle più famose fonderie italiane? No. Si tratta di un’altra fonderia, con lo stesso nome, basata in Sudafrica, che ha all’attivo solo una manciata di carattere di qualità per niente eccezionale.
Tanto è bastato però a Devroye per dedicarle una scheda (in cui al font in questione vengono attribuiti dieci anni di più di quelli che risultano a Dafont) nella quale si azzarda anche la fonte di ispirazione, che sarebbe l’Aurora Grotesk.
Aurora? Non certo l’Aurora più famoso, disegnato da C. E. Weber negli anni 90. Quello che ha la A e la V coi fianchi curvi. Un altro Aurora, evidentemente, a cui fa riferimento anche un font a pagamento, il Letterpress Aurora, pubblicato da FaceType, in cui le lettere sono sporcate da imprecisioni che simulano una stampa d’epoca.
Lo stesso Devroye ha una pagina dedicata all’Aurora Grotesk, però mette nell’intestazione uno specimen dell’Aurora di Weber, anche se poi più sotto si vedono anche esempi dell’Aurora che cerchiamo noi, senza specificare da dove è venuto fuori e quando.
È qualcosa che era stato commercializzato come Venus-Grotesk in Germania, sembra, ma chi gli ha attribuito il nome Aurora non è chiaro.
Su Myfonts c’è un Venusian Ultra Nf, di Nick’s Fonts, che è simile al Reservoir Grunge, ma spaziato meglio, e il Venus della Linotype, datato 1907, disegnatore Bauersche Giesserei, che però è disponibile solo in pesi leggeri, ha le estremità di C e S tagliate in obliquo, anche nella versione Bold realizzata da Scangraphic (e attribuita a Robert Wiebking, 1924), come in quella della Urw.
Fonts In Use ha qualcosa di simile a quello che cerco, anche se i tratti terminali della s sono leggermente obliqui. Lo chiama “Venus br. f.”, (che starebbe per Breit Fett), e lo attribuisce alla fonderia Bauer. Commercializzato anche come Venus Extrabold Extended, è simile all’Annonce, dove però i terminali di e ed s sono orizzontali. Toh!
E qui cominciamo ad avvicinarci: Annonce è il nome dato dalla Amsterdam Type Foundry ad una serie originata da Wagner & Schmidt, prodotto con vari nomi da varie fonderie (mai col nome Aurora, sembra. Né si fa nel testo il nome venus). Letraset e Mecanorma ottennero licenze per produrlo, come pure vari fornitori di phototype, inclusi Plinc e Typeshop.
L’anno è il 1913, oggi lo fornisce anche Canada Type.
Una versione di Annonce è stata usata nel film di Bud Spencer? Mi sa tanto. L’ultimo sguardo lo do alla forma della G, che termina con una freccia ad angolo retto molto caratteristica. Sia nel film, sia nel Reservoir, e sia nell’Annonce

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