Gill – Chissà perché capitano tutte a me
Basta una sola inquadratura del film “Chissà perché capitano tutte a me”, con Bud Spencer e Ferruccio Amendola, per rendersi conto del font utilizzato nei titoli.
Prima della sigla iniziale infatti c’è una gag con un blitz delle truppe speciali a casa del protagonista, che si conclude con un nulla di fatto. E la gag viene introdotta da una riunione preparatoria in una base militare. Per cui la prima scena del film mostra una inquadratura in esterno con la scritta del luogo in cui stanno avvenendo i fatti.
Nella versione del film che si trova al momento su Youtube le scritte sono in tedesco, anche se l’audio è in italiano. La scritta in sovrimpressione dice: “Luftverteigungskommando – Fort Bliss, Texas”, che significa Comando della Difesa Aerea.
Un senza grazie dai tratti molto spessi, uno direbbe “black” se non fosse che le scritte sono tutte in bianco. Ma il dettaglio caratteristico è il puntino sulla i: il suo diametro è infatti tale da arrivare a malapena a metà della larghezza dell’asta sottostante.
È questo il segno distintivo del Gill Sans Ultra Bold, digitalizzato nel 1997 dalla Monotype Corporation, venduto da Agfa Monotype e inserito in Microsoft Office già alla fine degli anni 90, oltre che in altri programmi Microsoft.
In realtà si tratta di un font con una storia molto più lunga: il disegnatore britannico Eric Gill lo ha disegnato nel lontano 1928. Una versione digitale ne era stata preparata già nel 1990. È insomma un classico della tipografia.
Nel film, basta aspettare altri tre minuti, ed ecco partire la sigla di testa, con lo stesso font, sempre in bianco: i nomi delle persone dello staff sono tutti in maiuscolo, la qualifica tutta in minuscolo. “Buddy – haut den Lukas”, il titolo del film in tedesco.
Il nome si riferisce ad un celebre gioco da luna park in cui bisogna tirare una martellata su un piatto orizzontale per far risalire lungo una colonna un disco che, se la forza è sufficiente, deve arrivare a colpire un campanello posto in cima.
Il gioco si chiama Lukas in tedesco, oppure “Hau den Lukas”, mentre Wikipedia inglese lo chiama “High striker”. L’enciclopedia online ha voci che riguardano questo gioco anche in danese e olandese, ma non in altre lingue.
Nel film infatti c’è una scena in cui un tale viene spinto in alto lungo la colonna dalla forza di Bud Spencer. Sulla locandina del film tedesco la scena viene adattata e stravolta. In primo piano c’è Bud Spencer vestito da sceriffo che tira un pugno in testa ad un giocatore di football, spingendolo sopra il dispositivo, mentre la colonna si vede sullo sfondo, con un personaggio che sale fino all’estremità. In basso vengono raffigurati barattoli che traballano per via della forza del colpo. (Il giocatore di football in quella posizione compariva invece nella scena della tintoria, appoggiato su un tavolino che il pugno di Bud Spencer manda poi n frantumi).
La locandina italiana è completamente diversa. Raffigura in primo piano lo sceriffo appoggiato al volante, mentre sbuffa (anche qui, per adattarsi al titolo), col bambino sullo sfondo.
La scena dell’hau den Luke arriva dopo un’ora e 12 minuti di film. Nella scazzottata, uno degli agenti della polizia di Stato finisce seduto su una delle estremità del macchinario, un altro cerca di colpire Bud Spencer col martello, il primo viene sbalzato in alto fino a metà colonna. Dopo essersi sbarazzato del secondo agente, il grande Bud colpisce l’apparecchio col pugno nudo, facendo salire il malcapitato fino a sbattere alla campanella in cima alla colonna.
Su Youtube si trova anche la versione coi titoli in italiano, sovrapposti ad una scena che a quanto pare è andata in onda al cinema ma è stata tagliata in alcune versioni televisive (col coro dei bambini in chiesa, e Bud vestito da Babbo Natale).
Qui nomi e qualifiche sono in un senza grazie bianco con spessore 3d nero, molto largo e con controforme ridotte a trattini orizzontali. Il titolo del film vero e proprio invece è in uno stile diverso: non solo lo spessore delle aste è un po’ ballerino, ma le lettere vengono inclinate talvolta a destra talvolta a sinistra, in maniera tale da movimentare il tutto.
Altro dettaglio interessante: le lettere accentate. Le prime due parole del film finiscono entrambe con una vocale accentata: “Chissà perché...” (e dovrebbero essere due accenti diversi). Ma per qualche motivo si è preferito usare un apostrofo alla fine in entrambi i casi, orientandolo in maniera inversa rispetto a come viene usato di solito (la punta sottile curva a destra).
Prima della sigla iniziale infatti c’è una gag con un blitz delle truppe speciali a casa del protagonista, che si conclude con un nulla di fatto. E la gag viene introdotta da una riunione preparatoria in una base militare. Per cui la prima scena del film mostra una inquadratura in esterno con la scritta del luogo in cui stanno avvenendo i fatti.
Nella versione del film che si trova al momento su Youtube le scritte sono in tedesco, anche se l’audio è in italiano. La scritta in sovrimpressione dice: “Luftverteigungskommando – Fort Bliss, Texas”, che significa Comando della Difesa Aerea.
Un senza grazie dai tratti molto spessi, uno direbbe “black” se non fosse che le scritte sono tutte in bianco. Ma il dettaglio caratteristico è il puntino sulla i: il suo diametro è infatti tale da arrivare a malapena a metà della larghezza dell’asta sottostante.
È questo il segno distintivo del Gill Sans Ultra Bold, digitalizzato nel 1997 dalla Monotype Corporation, venduto da Agfa Monotype e inserito in Microsoft Office già alla fine degli anni 90, oltre che in altri programmi Microsoft.
In realtà si tratta di un font con una storia molto più lunga: il disegnatore britannico Eric Gill lo ha disegnato nel lontano 1928. Una versione digitale ne era stata preparata già nel 1990. È insomma un classico della tipografia.
Nel film, basta aspettare altri tre minuti, ed ecco partire la sigla di testa, con lo stesso font, sempre in bianco: i nomi delle persone dello staff sono tutti in maiuscolo, la qualifica tutta in minuscolo. “Buddy – haut den Lukas”, il titolo del film in tedesco.
Il nome si riferisce ad un celebre gioco da luna park in cui bisogna tirare una martellata su un piatto orizzontale per far risalire lungo una colonna un disco che, se la forza è sufficiente, deve arrivare a colpire un campanello posto in cima.
Il gioco si chiama Lukas in tedesco, oppure “Hau den Lukas”, mentre Wikipedia inglese lo chiama “High striker”. L’enciclopedia online ha voci che riguardano questo gioco anche in danese e olandese, ma non in altre lingue.
Nel film infatti c’è una scena in cui un tale viene spinto in alto lungo la colonna dalla forza di Bud Spencer. Sulla locandina del film tedesco la scena viene adattata e stravolta. In primo piano c’è Bud Spencer vestito da sceriffo che tira un pugno in testa ad un giocatore di football, spingendolo sopra il dispositivo, mentre la colonna si vede sullo sfondo, con un personaggio che sale fino all’estremità. In basso vengono raffigurati barattoli che traballano per via della forza del colpo. (Il giocatore di football in quella posizione compariva invece nella scena della tintoria, appoggiato su un tavolino che il pugno di Bud Spencer manda poi n frantumi).
La locandina italiana è completamente diversa. Raffigura in primo piano lo sceriffo appoggiato al volante, mentre sbuffa (anche qui, per adattarsi al titolo), col bambino sullo sfondo.
La scena dell’hau den Luke arriva dopo un’ora e 12 minuti di film. Nella scazzottata, uno degli agenti della polizia di Stato finisce seduto su una delle estremità del macchinario, un altro cerca di colpire Bud Spencer col martello, il primo viene sbalzato in alto fino a metà colonna. Dopo essersi sbarazzato del secondo agente, il grande Bud colpisce l’apparecchio col pugno nudo, facendo salire il malcapitato fino a sbattere alla campanella in cima alla colonna.
Su Youtube si trova anche la versione coi titoli in italiano, sovrapposti ad una scena che a quanto pare è andata in onda al cinema ma è stata tagliata in alcune versioni televisive (col coro dei bambini in chiesa, e Bud vestito da Babbo Natale).
Qui nomi e qualifiche sono in un senza grazie bianco con spessore 3d nero, molto largo e con controforme ridotte a trattini orizzontali. Il titolo del film vero e proprio invece è in uno stile diverso: non solo lo spessore delle aste è un po’ ballerino, ma le lettere vengono inclinate talvolta a destra talvolta a sinistra, in maniera tale da movimentare il tutto.
Altro dettaglio interessante: le lettere accentate. Le prime due parole del film finiscono entrambe con una vocale accentata: “Chissà perché...” (e dovrebbero essere due accenti diversi). Ma per qualche motivo si è preferito usare un apostrofo alla fine in entrambi i casi, orientandolo in maniera inversa rispetto a come viene usato di solito (la punta sottile curva a destra).
Commenti
Posta un commento