Inkwell Blackletter
Sul sito di Hoefler & Co. in primo piano c’è ancora l’insolito Peristyle, che mi ricorda l’Hastile che si usava dalle nostre parti ai vecchi tempi (seconda metà del Novecento, disegnato da Butti) e che poi in era digitale è stato abbandonato (sono pochi i font che si ispirano a quello stile). Poco più sotto invece mi colpisce l’Inkwell Blackletter, che è qualcosa di originale. Le forme sono quelle del blackletter medievale, con la differenza che sono tracciate con un pennarello moderno, senza contrasto tra tratti spessi e tratti sottili.
È disponibile in 6 pesi diversi, e quelli più interessanti secondo me sono quelli più leggeri, che potrebbero essere ridisegnati a penna, se uno avesse il tempo di imparare la forma delle lettere, specie quelle maiuscole che sono composte da un gran numero di tratti, e niente affatto scontati per chi non è pratico di scritture medievali.
L’Inkwell è una famiglia molto ampia, basata su lettere in stili completamente diversi accomunati dal fatto di essere tracciati con una normale penna/pennarello. L’Inkwell Open riprende delle forme dipo Broadway, ma outline, tracciate a penna. L’Inkwell Tuscan invece ha le aste composte da due curve divergenti, che si allontanano fra di loro in corrispondenza delle estremità. E poi ci sono i più normali Serif, Sans, qualche versione Small Caps e Condensed, e lo Script, che hanno forme più consuete (l’ultimo nella versione media mi ricorda il Segoe Script, ed è pure meno disordinato).
L’autore del font dovrebbe essere Hoefler in persona.
È disponibile in 6 pesi diversi, e quelli più interessanti secondo me sono quelli più leggeri, che potrebbero essere ridisegnati a penna, se uno avesse il tempo di imparare la forma delle lettere, specie quelle maiuscole che sono composte da un gran numero di tratti, e niente affatto scontati per chi non è pratico di scritture medievali.
L’Inkwell è una famiglia molto ampia, basata su lettere in stili completamente diversi accomunati dal fatto di essere tracciati con una normale penna/pennarello. L’Inkwell Open riprende delle forme dipo Broadway, ma outline, tracciate a penna. L’Inkwell Tuscan invece ha le aste composte da due curve divergenti, che si allontanano fra di loro in corrispondenza delle estremità. E poi ci sono i più normali Serif, Sans, qualche versione Small Caps e Condensed, e lo Script, che hanno forme più consuete (l’ultimo nella versione media mi ricorda il Segoe Script, ed è pure meno disordinato).
L’autore del font dovrebbe essere Hoefler in persona.
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