Parmigiano Reggiano

Che vi viene in mente quando si parla di Parmigiano Reggiano? A me vengono in mente le scritte con i puntini che vengono impresse sul bordo delle forme di formaggio. Tutte in maiuscolo, Parmigiano in una riga, Reggiano in quella successiva, alternato sulla colonna opposta ma nell’altro verso, così che quando nella colonna di destra troviamo la scritta Parmigiano nel verso giusto, nella colonna di sinistra c’è la scritta Reggiano capovolta. Il tutto separato da un trattino che è fatto di tre puntini.
Cercando sui motori di ricerca “Logo Parmigiano Reggiano” vengono fuori parecchi risultati, in cui il nome del prodotto è fatto in uno strano senza grazie: la m ha la forma della minuscola, ma senza che l’asta spunti sulla sinistra. Forme bauhaus, direi, se non fosse che il bordo superiore tende ad essere rettilineo, dopo i raccordi curvi. Anche la N ha la forma della minuscola, ma senza che l’asta spunti a sinistra. Le altre lettere hanno tutte le forme delle maiuscole. La A ha i fianchi paralleli, e la solita linea orizzontale nel tratto superiore, con raccordi tondi. Angoli smussati anche per la lettera E.
Solo in pochi casi il motore di ricerca risponde con qualcosa di diverso. Che a quanto pare è il marchio attuale, almeno da come scrive il sito ufficiale che però si è dimenticato di datare il comunicato in cui annuncia la nuova “brand identity”. “La font” è stata creata ad hoc dall’agenzia Italia Brand Group. È un senza grazie dalle forme rétro: la P e la R hanno un occhiello che si chiude più in basso della linea mediana, la M ha i fianchi divergenti, la G ha una curva che tende verso l’alto come nei font della prima metà del Novecento. La N ha un tratto obliquo che si aggancia a destra al di sopra della linea mediana, ed è leggermente curvato verso l’alto. La E è “a vita alta”. La O ha i due fianchi rettilinei mentre sopra e sotto è curva.
Circola pure una bozza delle linee guida dell’uso del marchio, secondo gli standard attuali per cui bisogna fornire tutti i dettagli possibili su font, colori, contesto, misure, eccetera. Del font del logo non si dice niente, se non il fatto che è ispirato al sigillo della marchiatura a fuoco (forse per i cinque puntini disposti in orizzontale a sinistra e altri cinque a destra tra le due parole), mentre per lo slogan si impone l’uso del Baskerville. “Quello vero è uno solo” è tutto scritto in Baskerville, tenuto conto che le parole “vero” e “solo” devono essere scritte in corsivo.
Esiste anche un font che si chiama Parmigiano, nato sei anni fa per mano di Riccardo Olocco e Jonathan Pierini, e poi esteso l’anno successivo con le lettere cirilliche e greche grazie all’intervento di altri tre disegnatori (di cui almeno due donne, Irina per la parte russa, Irene per quella greca), che però non c’entra niente col formaggio: è un normale bodoni.
Ma torniamo al vecchio logo del Parmigiano Reggiano. La forma della M ricorda un po’ la W del Futura Display, un font che ha la A a fianchi paralleli e la E dagli angoli smussati. E però in quel tipo di carattere, disegnato da Paul Renner nel 1932, la M e la N hanno l’asta che spunta in alto a sinistra. Può comunque essere stata la fonte di ispirazione.
Una M simile sta nel Balck Tulip, dove però ci troviamo davanti una E completamente diversa, col tratto centrale rialzato, per giunta, e molto meno spazio bianco tra le aste.
Volendo utilizzare uno dei font di Google che contenga alcune scelte simili a queste si potrebbe pensare al Righteous di Astigmatic: c’è una M bauhaus e una A a fianchi paralleli, ma l’effetto e molto diverso. Le lettere del Righteous possono espandersi avendo tutto lo spazio che vogliono (la o è un cerchio perfetto); quelle del vecchio logo del parmigiano invece sono compresse come dentro una scatola (la O ha quattro lati rettilinei, con raccordi curvi).
Qualcosa di più adatto? Lo Squada One, di Joe Prince. Dove le principali differenze riguardano la E che non ha gli angoli smussati e la G, che ha la barra orizzontale. Nel font ci sono anche le lettere minuscole, dove la a è ad un solo livello.

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