Un italiano ha introdotto la stampa in America
Scrive I Love Typography che è stato un italiano il primo a stampare un libro nelle americhe. Si stratta di un certo Giovanni Paoli, conosciuto sul posto come Juan Pablos, che nel 1539 operava a Città del Mexico. Il libro si intitola Doctrina Breve, e venne scritto dal primo vescovo messicano.
Il sito mostra anche una foto dell’intestazione di un’edizione stampata quattro-cinque anni dopo: i caratteri sono gotici, simili ai nostri occhi a quelli usati da Gutenberg. Il tutto è inserito all’interno di un disegno di un cappello da vescovo con lacci che scendono e si annodano ai bordi del testo, il tutto a sua volta inserito all’interno di cornici tipografiche e fregi assemblati alla meno peggio.
A parte la forma delle lettere, si nota l’abitudine medievale di abbreviare le parole, omettendo delle lettere che vengono sostituite da segni al di sopra di una delle lettere rimanenti.
L’allineamento talvolta lascia molto a desiderare, come alla fine delle ultime due righe, dove certe lettere sembrano scivolare giù in un precipizio.
La didascalia sul sito dice che si tratta di un’edizione del 1544, ma a me pare che la data sia quella dell’anno prima (l’ultima parola della pagina: Anno “M.dxliij.”, più o meno).
Sul web il nome di Giovanni Paoli è pressoché sconosciuto, ma il sito dell’enciclopedia Treccani ne fornisce una biografia dettagliata.
Probabilmente veniva dalle parti di Brescia, forse Riviera di Salò. Fu apprendista a Venezia, forse anche a Lione.
Nel 1532 era a Siviglia, alle dipendenze di un editore, Juan Cromberger. Il quale sarà appunto colui che deciderà di mandare in Messico Paoli al fine di stampare testi di catechesi per gli indigeni redatti nelle loro lingue, dopo il fallimento di alcuni tentativi di eseguire il lavoro in Spagna.
Potevano essere stampati solo libri approvati dal vescovo, e sull’intestazione doveva apparire solo il nome di Cromberger. Il quale forniva l’attrezzatura e le materie prime, in particolare la carta, che non venne prodotta in Messico fino al tardo Seicento.
Negli anni dopo la morte di Cromberger, la filiale messicana venne un po’ trascurata, fino a quando venne ceduta a Paoli.
La fondazione dell’Università rappresentava una grande opportunità per la tipografia, che si diede da fare per far giungere in Messico nuove attrezzature e personale specializzato dall’Europa (tra cui un fonditore di caratteri, che arrivò solo nel 1551).
Nel 1559 non venne rinnovato il privilegio, per cui il fonditore che aveva lavorato per Paoli aprì una seconda stamperia, sottraendo al concorrente dipendenti e forse materiale, senza comunque impedirgli di continuare l’attività fino all’anno dopo, quando Paoli infine morì.
Il sito mostra anche una foto dell’intestazione di un’edizione stampata quattro-cinque anni dopo: i caratteri sono gotici, simili ai nostri occhi a quelli usati da Gutenberg. Il tutto è inserito all’interno di un disegno di un cappello da vescovo con lacci che scendono e si annodano ai bordi del testo, il tutto a sua volta inserito all’interno di cornici tipografiche e fregi assemblati alla meno peggio.
A parte la forma delle lettere, si nota l’abitudine medievale di abbreviare le parole, omettendo delle lettere che vengono sostituite da segni al di sopra di una delle lettere rimanenti.
L’allineamento talvolta lascia molto a desiderare, come alla fine delle ultime due righe, dove certe lettere sembrano scivolare giù in un precipizio.
La didascalia sul sito dice che si tratta di un’edizione del 1544, ma a me pare che la data sia quella dell’anno prima (l’ultima parola della pagina: Anno “M.dxliij.”, più o meno).
Sul web il nome di Giovanni Paoli è pressoché sconosciuto, ma il sito dell’enciclopedia Treccani ne fornisce una biografia dettagliata.
Probabilmente veniva dalle parti di Brescia, forse Riviera di Salò. Fu apprendista a Venezia, forse anche a Lione.
Nel 1532 era a Siviglia, alle dipendenze di un editore, Juan Cromberger. Il quale sarà appunto colui che deciderà di mandare in Messico Paoli al fine di stampare testi di catechesi per gli indigeni redatti nelle loro lingue, dopo il fallimento di alcuni tentativi di eseguire il lavoro in Spagna.
Potevano essere stampati solo libri approvati dal vescovo, e sull’intestazione doveva apparire solo il nome di Cromberger. Il quale forniva l’attrezzatura e le materie prime, in particolare la carta, che non venne prodotta in Messico fino al tardo Seicento.
Negli anni dopo la morte di Cromberger, la filiale messicana venne un po’ trascurata, fino a quando venne ceduta a Paoli.
La fondazione dell’Università rappresentava una grande opportunità per la tipografia, che si diede da fare per far giungere in Messico nuove attrezzature e personale specializzato dall’Europa (tra cui un fonditore di caratteri, che arrivò solo nel 1551).
Nel 1559 non venne rinnovato il privilegio, per cui il fonditore che aveva lavorato per Paoli aprì una seconda stamperia, sottraendo al concorrente dipendenti e forse materiale, senza comunque impedirgli di continuare l’attività fino all’anno dopo, quando Paoli infine morì.
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