Xiparos
Pia Frauss ha realizzato parecchi font basati su manoscritti antichi, e li ha pure messi online gratuitamente (almeno per uso personale). Ad alcuni di loro ha messo una X iniziale, in maniera da confondere le idee: Xenippa, Xiparos e Xirwena, oltre a Xalterion e XiBeronne.
Mentre molti sono blackletter, rotunda o bastarda, lo Xiparos appare molto insolito: le linee sono sottili, i tratti ascendenti e discendenti sono esageratamente lunghi.
La descrizione dell’immaginario che sta attorno a questo font è molto dettagliata, eppure lascia fuori parecchi dettagli concreti: si dice che che l’ispirazione è tratta da un testo di 900 anni fa di un tale re Enrico V, che si faceva chiamare IV, di cui però non si sa nulla di preciso.
Una caratteristica di questo font, che occupa buona parte della descrizione, è costituita dagli svolazzi che possono essere aggiunti alle varie lettere. Ce n’è uno adatto a b, k e l, che è stato messo al posto del simbolo <; uno adatto ad f e h, che si trova al posto del >; c’è uno svolazzo finale che può andare con c, e, g, o e molte altre lettere, che si trova al posto del +; e poi altri uncini e riccioli che si possono aggiungere a varie lettere dell’alfabeto e che occupano la posizione delle parentesi quadre e graffe.
Per quanto riguarda i numeri, sono altissimi, dalla linea di base fino alla linea superiore dei tratti ascendenti, e questo rende particolarmente evidente una qualsiasi data inserita in un testo. Le maiuscole sono ancora più ingombranti, perché, mentre sopra si fermano al limite dei tratti ascendenti, sotto scendono più in basso della linea di base.
Visto che in un normale testo la gran parte delle lettere sono minuscole, e visto che l’altezza della x in questo font è piccolissima, ne consegue che in un testo di varie righe si nota tantissimo spazio bianco tra una riga e l’altra.
Alcuni font di Pia Frauss sono stati caricati su Dafont. Nella classifica dei più scaricati di queste ore c’è al primo posto il Jane Austen, una moderna calligrafia corsiva inclinata (settecentesca), modellata su quella della nota scrittrice; al secondo c’è il Dei Gratia, un bel gotico dai tratti sottili e dalle maiuscole molto rifinite; al terzo l’Aeiou, un blackletter abbastanza rotondo.
All’ultimo posto il Xiparos Lombard, composto di lettere maiuscole molto decorate che dovrebbero essere utilizzate come capolettera con Xiparos, ma che usate una dietro l’altra danno vita ad una scritta disordinata e di difficile lettura. Una cosa di poco senso, e quindi di scarso successo.
Del resto caratteri come quelli di cui si è occupata la Frauss non sono molto richiesti: il più scaricato supera di poco i 150 download giornalieri. Troppo pochi per attirare l’attenzione nella sua categoria (la sovraffollata Calligraphy). Del resto il Dei Gratia, con 22 download ieri, è molto lontano dalla vetta dei gotici medievali, dominata dai classici messi a punto da Dieter Steffman (Old London, Cloister Black e Olde English), tra i quali riesce ad intrufolarsi l’Ancient di Genocide Artist.
Mentre molti sono blackletter, rotunda o bastarda, lo Xiparos appare molto insolito: le linee sono sottili, i tratti ascendenti e discendenti sono esageratamente lunghi.
La descrizione dell’immaginario che sta attorno a questo font è molto dettagliata, eppure lascia fuori parecchi dettagli concreti: si dice che che l’ispirazione è tratta da un testo di 900 anni fa di un tale re Enrico V, che si faceva chiamare IV, di cui però non si sa nulla di preciso.
Una caratteristica di questo font, che occupa buona parte della descrizione, è costituita dagli svolazzi che possono essere aggiunti alle varie lettere. Ce n’è uno adatto a b, k e l, che è stato messo al posto del simbolo <; uno adatto ad f e h, che si trova al posto del >; c’è uno svolazzo finale che può andare con c, e, g, o e molte altre lettere, che si trova al posto del +; e poi altri uncini e riccioli che si possono aggiungere a varie lettere dell’alfabeto e che occupano la posizione delle parentesi quadre e graffe.
Per quanto riguarda i numeri, sono altissimi, dalla linea di base fino alla linea superiore dei tratti ascendenti, e questo rende particolarmente evidente una qualsiasi data inserita in un testo. Le maiuscole sono ancora più ingombranti, perché, mentre sopra si fermano al limite dei tratti ascendenti, sotto scendono più in basso della linea di base.
Visto che in un normale testo la gran parte delle lettere sono minuscole, e visto che l’altezza della x in questo font è piccolissima, ne consegue che in un testo di varie righe si nota tantissimo spazio bianco tra una riga e l’altra.
Alcuni font di Pia Frauss sono stati caricati su Dafont. Nella classifica dei più scaricati di queste ore c’è al primo posto il Jane Austen, una moderna calligrafia corsiva inclinata (settecentesca), modellata su quella della nota scrittrice; al secondo c’è il Dei Gratia, un bel gotico dai tratti sottili e dalle maiuscole molto rifinite; al terzo l’Aeiou, un blackletter abbastanza rotondo.
All’ultimo posto il Xiparos Lombard, composto di lettere maiuscole molto decorate che dovrebbero essere utilizzate come capolettera con Xiparos, ma che usate una dietro l’altra danno vita ad una scritta disordinata e di difficile lettura. Una cosa di poco senso, e quindi di scarso successo.
Del resto caratteri come quelli di cui si è occupata la Frauss non sono molto richiesti: il più scaricato supera di poco i 150 download giornalieri. Troppo pochi per attirare l’attenzione nella sua categoria (la sovraffollata Calligraphy). Del resto il Dei Gratia, con 22 download ieri, è molto lontano dalla vetta dei gotici medievali, dominata dai classici messi a punto da Dieter Steffman (Old London, Cloister Black e Olde English), tra i quali riesce ad intrufolarsi l’Ancient di Genocide Artist.
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