Boring

Porta la data del 2020 il Boring Sans, firmato da Cosimo Lorenzo Pancini e diffuso dalla fonderia Zetafonts.
Boring in realtà significa noioso, ma in realtà questo tipo di carattere non è affatto noioso. È stato realizzato in tre versioni diverse, A, B, e C, ciascuna in cinque pesi (Light, Regular, Medium, Bold e Heavy, con relativi italici). La versione A può essere benissimo considerata come un’alternativa all’Helvetica. Pensata per scrivere documenti seri. Le altre due sono più fantasiose: quello che cambia è il contrasto tra i tratti spessi e quelli sottili. Nella B è minore, nella C è maggiore. Non si tratta di un contrasto ordinato, ma disordinato, che rende le lettere sbilenche, informali, tutto fuorché noiose.
C’è pure un accenno ad una versione “Variabile”, con due indicatori regolabili per cambiare peso e stranezza, ma nel mio browser non funziona. Del resto c’è scritto che si tratta di una versione Beta, non so su cosa si basa. Autore e fonderia sono italiani, la descrizione sul sito è in inglese.
Un riquadro nella pagina di prova permette di scegliere tra tre set stilistici che cambiano la forma delle lettere, e tra le stylistic alternates che invece riguardano l’inserimento di lettere dalla forma alternativa: la a ad un solo livello, la g con un solo occhiello anziché due.
Le forme più assurde sono quelle che si trovano nel Boring Sans C Heavy: ci vuole un po’ di tempo per abituarcisi. Guardare il modo in cui si è risolto il 3 o soprattutto il 4, oppur el’interruzione improvvisa dell’asta a destra della lettera g (deve dimagrire di colpo per trasformarsi nel tratto discendente).
Forse la lettera che può creare più problemi dal punto di vista “politico” è la X, maiuscola e minuscola, i cui quattro bracci si piegano ad angolo a formare una specie di svastica, che rischia di generare diffidenza per l’intero font. Del resto... come la si poteva disegnare, invece?
Su My Fonts ci sono 42 tipi di carattere disegnati da Pancini (che è di Firenze, come lasciano intuire i due nomi). I più rilevanti, secondo il sito, sono Cocogoose Pro (sans geometrico), Hagrid (sans sbilenco), Coco Gothic (geometrico futureggiante). L’ultimo della lista invece è il bel Banana Yety (mai sentito prima), un ordinatissimo calligrafico ad asse verticale, che segue l’Advertising Script, che invece è un calligrafico obliquo più frettoloso.
ZetaFonts, oltre che per essere italiana, è famosa per fornire versioni gratuite limitate di alcuni dei propri font da utilizzarsi nei propri progetti personali.
Su Dafont, il carattere più scaricato del momento è il Cocogoose, seguito da Aliens And Cows e da Heading. Tutti e tre sans maiuscoli, il primo è geometrico, il secondo è molto stretto con parecchio spazio tra le lettere, il secondo è meno stretto e con meno spazio tra una lettera e l’altra.
In ultima pagina ci sono i più originali: Lightstrike (scritto con pennellate frettolose), Offensive Behaviour (rettangoli, linee, pallini, di difficile interpretazione a volte e di immaginario non ben definito), Happy Frush Zero (senza capo né coda, lettere diverse provenienti da alfabeti diversi).
In ultima pagina ci sono anche il Docporn (che attira l’attenzione solo per il nome), il Zerocalcare Script (ispirato alla calligrafia corsiva del fumettista, più su c’è anche la versione stampatella) e il Delizioso, che mi pare interessante: forme geometriche counterless, alterna lettere strettissime (l, i, j) a lettere larghe (la O è un cerchio interamente nero). Illeggibile in un testo lungo, ma magari utilizzabile per qualche logo interessante.

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