Nyctografia
Lewis Carrol, l’autore di Alice nel paese delle meraviglie, si svegliava di notte con qualche idea che voleva annotare. E accendere la lampada a olio prevedeva un procedimento troppo laborioso, all’epoca. Quindi ebbe l’idea di inventare un sistema per la scrittura al buio.
Così pensò di creare una griglia che permettesse al tatto di capire la posizione delle singole lettere ed evitare che si sovrapponessero. Siccome però il risultato era comunque illeggibile, pensò di inventare anche delle lettere dell’alfabeto apposta, tutte di forma quadrata, che usassero i bordi della sua griglia come linee guida.
A questa tecnica chiamata nyctografia è dedicata una pagina di Wikipedia in italiano, ma senza nessuna immagine che renda l’idea. Nella versione inglese c’è sia la foto di una ricostruzione della griglia usata da Carrol (una tavoletta di legno con due file di finestrelle quadrate), sia il cifrario con la lettera latina e la corrispondente lettera inventata da Carrol. Ogni simbolo era composto non solo di trattini, ma anche di puntini. Oltre alle lettere dell’alfabeto, c’erano due simboli per abbreviare l’articolo determinativo e la congiunzione e, e tre per passare dalle lettere ai numeri o alle date (i numeri non erano simboli a parte ma le lettere dell’alfabeto, secondo uno schema complicato: se era possibile si usava l’iniziale della parola – t-three, f-four, n-nine – o una lettera presente nel nome – m-septem – o qualche altra associazione di idee – L-5, perché per i romani L era il numero 50 –).
Trattandosi di alfabeto, era naturale che qualcuno avesse l’idea di farne un font. Che non serve a niente, vista che l’utilità di questo alfabeto era un’altra, ma che fa comunque sempre piacere. Il font si chiama Nyctographic, è totalmente gratuito e si scarica su Dafont. Per i numeri qui si è deciso di seguire una convenzione diversa, creando delle forme a sé caratterizzate dall’avere il cerchietto in basso a sinistra anziché in alto.
L’autore si firma Pixel Sagas, e ha caricato oltre 280 font sullo stesso sito, tra cui alcuni di un certo successo: i più scaricati di ieri sono l’Adventure (stile Indiana Jones), il Subspace (Techno/Sci-fi) e il Turtles (Fancy/Cartoon, evidentemente richiama le tartarughe ninja).
Al ventesimo posto c’è un bel Planewalker, che richiama stampe antiche o manoscritti medievali, ma che deriva dalle carte di un gioco di ruolo in tema di maghi e magie.
Molti dei font della stessa fonderia sono ispirati ad alfabeti immaginari messi a punto in qualche saga fantascientifica o fantasy (c’è pure un set di rune di Tolkien chiamato Moria).
Per quanto riguarda la scrittura notturna, Wikipedia in inglese ha una pagina dedicata a un Night Writing inventato agli inizi dell’800, in cui le lettere erano composte solo da puntini, il cui numero era determinato sulla base di una griglia 6x6: ad esempio la lettera T era nella fila 4 colonna 2, quindi si otteneva con una colonna di quattro puntini seguita da una di due. Era un sistema molto laborioso e poco pratico, che comunque fu sostituito dal sistema Braille, che è tuttora usato dai non vedenti, e a cui sono stati dedicati parecchi font.
Così pensò di creare una griglia che permettesse al tatto di capire la posizione delle singole lettere ed evitare che si sovrapponessero. Siccome però il risultato era comunque illeggibile, pensò di inventare anche delle lettere dell’alfabeto apposta, tutte di forma quadrata, che usassero i bordi della sua griglia come linee guida.
A questa tecnica chiamata nyctografia è dedicata una pagina di Wikipedia in italiano, ma senza nessuna immagine che renda l’idea. Nella versione inglese c’è sia la foto di una ricostruzione della griglia usata da Carrol (una tavoletta di legno con due file di finestrelle quadrate), sia il cifrario con la lettera latina e la corrispondente lettera inventata da Carrol. Ogni simbolo era composto non solo di trattini, ma anche di puntini. Oltre alle lettere dell’alfabeto, c’erano due simboli per abbreviare l’articolo determinativo e la congiunzione e, e tre per passare dalle lettere ai numeri o alle date (i numeri non erano simboli a parte ma le lettere dell’alfabeto, secondo uno schema complicato: se era possibile si usava l’iniziale della parola – t-three, f-four, n-nine – o una lettera presente nel nome – m-septem – o qualche altra associazione di idee – L-5, perché per i romani L era il numero 50 –).
Trattandosi di alfabeto, era naturale che qualcuno avesse l’idea di farne un font. Che non serve a niente, vista che l’utilità di questo alfabeto era un’altra, ma che fa comunque sempre piacere. Il font si chiama Nyctographic, è totalmente gratuito e si scarica su Dafont. Per i numeri qui si è deciso di seguire una convenzione diversa, creando delle forme a sé caratterizzate dall’avere il cerchietto in basso a sinistra anziché in alto.
L’autore si firma Pixel Sagas, e ha caricato oltre 280 font sullo stesso sito, tra cui alcuni di un certo successo: i più scaricati di ieri sono l’Adventure (stile Indiana Jones), il Subspace (Techno/Sci-fi) e il Turtles (Fancy/Cartoon, evidentemente richiama le tartarughe ninja).
Al ventesimo posto c’è un bel Planewalker, che richiama stampe antiche o manoscritti medievali, ma che deriva dalle carte di un gioco di ruolo in tema di maghi e magie.
Molti dei font della stessa fonderia sono ispirati ad alfabeti immaginari messi a punto in qualche saga fantascientifica o fantasy (c’è pure un set di rune di Tolkien chiamato Moria).
Per quanto riguarda la scrittura notturna, Wikipedia in inglese ha una pagina dedicata a un Night Writing inventato agli inizi dell’800, in cui le lettere erano composte solo da puntini, il cui numero era determinato sulla base di una griglia 6x6: ad esempio la lettera T era nella fila 4 colonna 2, quindi si otteneva con una colonna di quattro puntini seguita da una di due. Era un sistema molto laborioso e poco pratico, che comunque fu sostituito dal sistema Braille, che è tuttora usato dai non vedenti, e a cui sono stati dedicati parecchi font.
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