Blue Highway

Secondo quanto si legge in una nota dell’autore pubblicata su Dafont, il Blue Highway è stato creato nel 1996 da Typodermic (Ray Larabie), ispirandosi alle lettere delle autostrade canadesi e americane. Nel 2004 l’autore lo ha sostituito con l’Expressway, ma alcuni utenti hanno continuato a preferirlo, nonostante i numerosi problemi tecnici riscontrati. Così è stato ricostruito nel 2014, e questa è la versione che si può ancora scaricare sul sito.
La famiglia è composta da cinque font: la versione regolare, quella grassetta, quella condensata, una composta da tutte maiuscole e una traballante, come fossero lettere tagliate male.
La licenza è ancora 100% gratis, come pure lo è quella dell’Expressway, scaricabile sullo stesso sito.
A differenza del Blue Highway, l’Expressway è disponibile solo in versione regular.
Su Dafont, i font di Typodermic più scaricati di ieri sono il Coolvetica (come da tradizione) seguito da Stereofidelic, Kenyan Coffee e Built Titling.
Stereofidelic è un font che mi è familiare, inserito anche in qualche distro di Linux, caratterizzato dal fatto di avere le I tratteggiate e che si concludono con una freccia, verso l’alto o verso il basso. E però non ho idea di chi lo usi e come. (I motori di ricerca restituiscono un post del 2013 con un montaggio di immagini della modella inglese degli anni 60 Twiggy, sotto il quale il blogger motiva la sua scelta tipografica: lo Stereofidelic “sembra danzare nella pagina”).
Il Kenyan Coffee è un senza grazie stretto con la o a quattro lati (a dire la verità quelli di sopra e sotto sono leggermente curvi, ma l’impressione è comunque molto rigida e composta).
Il Build Titling è un senza grazie stretto neretto di sole maiuscole.
Il font di Typodermic che invece finisce all’ultimo posto oggi (alla pari con vari altri che stano a quota 0 downloads) è lo Xylitol, solo maiuscole sans pesantissime. A prima vista non sembra avere niente di particolare, senonché l’etichetta dice “10 fonts”. E infatti cliccando sull’anteprima viene fuori un vasto assortimento di caratteri. Due servono per fare le scritte bicolori essendo composti da una versione counterless e una outline: permette così di gestire il colore di sfondo e il colore della cornice attorno al profilo della lettera. Un altro font è strutturato in maniera tale che le lettere sembrino 3d, quasi come fossero i tasti di una tastiera visti da una prospettiva impossibile. Seguono altri due font che servono per gestire il colore dello spessore delle lettere di questo tipo. Poi ce n’è uno che forse serve a colorare l’interno delle lettere, altri due per lo spessore in alto e in basso (e si arriverebbe così ad una scritta in almeno cinque colori. L’ultimo invece serve per colorare la parte inferiore delle lettere, con un doppio taglio obliquo molto originale. Purtroppo il sito mostra un solo specimen soltanto, realizzato senza troppa fantasia. Con un po’ di sforzo in più si potrebbe fare di meglio.

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