Englebert

Tra i font di Google c’è l’Englebert, un sans irregolare disegnato da Astigmatic. Una delle lettere che attirano maggiormente l’attenzione è la g, che praticamente è una o a cui sono stati aggiunti due tratti, uno in alto a destra e una s serpeggiante in basso. Insomma, non una cosa armoniosa secondo gli standard tipografici: una g a doppio livello come quella di solito viene disegnata con l’anello visibilmente più piccolo rispetto a quello della o.
Secondo la didascalia, il font è ispirato al titolo del film con Marlene Dietricht L’Angelo Azzurro, del 1930 (Der Blaue Engel, da cui il nome del font).
Il film al momento si trova anche su Youtube. E così ci si può rendere conto al volo del fatto che la forma della g non è un’esagerazione del disegnatore del font, visto che compare proprio nel titolo del film e ha quell’occhiello spropositato.
In effetti, al confronto, l’andamento del tratto discendente non è riprodotto tale e quale a quello che compare nella pellicola, dove la controforma tende ad essere più sottile e l’estremità più spessa e più tendente a chiudere ripiegandosi sul tratto precedente.
Nel titolo, la scritta è in negativo, nel senso che i caratteri sono bianchi mentre lo sfondo è nero.
Se ci soffermiamo sulla E di Engel vediamo che nella pellicola i tratti tendevano ad allargarsi verso le estremità, mentre nel font hanno uno spessore costante.
Anche la e minuscola nel font ha una controforma più spaziosa di quella che si vede nel film (dove ce n’è anche una più stretta delle altre due, all’inizio).
Le grafie variano a piacimento nel resto dei titoli, diventando più spesse o più sottili, italiche, alte e variando anche i parametri interni: in certe schermate la M ha il vertice centrale che scende fino alla base della lettera, in altre si ferma a metà strada.

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