Font coronavirus
In tempi di allarme pandemia e di decreti governativi c’è anche chi ha tempo per occuparsi di questioni più frivole. Woodcutter ha messo a punto un dingbat chiamato Coronavirus, nel quale raccoglie alla rinfusa simboli che in un modo o nell’altro hanno a che vedere con l’emergenza. Ci sono varie raffigurazioni stilizzate del virus in sé (anche con gli occhi cattivi e i denti da vampiro), facce con la mascherina, operatori che misurano la febbre a qualcuno, microscopi, disinfezioni, nasi che gocciolano, pipistrelli, polmoni infetti, aeroplani e in aggiunta qualche istruzione per lavarsi le mani.
Il numero dei download penso che sia in aumento, qualche giorno fa era a trecento, ieri erano 438.
Il font viene rilasciato con licenza 100% gratis.
Ovviamente non è soltanto un giochetto per ragazzi, in questo caso. Visto che cartelli con avvisi destinati ai clienti vengono affissi in ogni dove, può far comodo avere qualche simbolo da inserire al volo in maniera semplice per affiancare il testo.
Per quanto riguarda i social network, esiste una emoji chiamata Microbe, che varia notevolmente da piattaforma a piattaforma. Su Apple e Telegram, se non sbaglio, ha proprio una forma compatibile con quella del coronavirus: tonda e con tanti chiodini piantati tutt’attorno. Sulle altre piattaforme però assume una forma allungata con tante zampine attorno, mentre su Google, secondo quello che si vede da Emojipedia, è un simbolo composto da cinque batteri di forme e colori diversi.
Woodcutter ha anche un font chiamato Woodcutter Virus, che è composto di lettere disegnate alla meno peggio con piccoli tentacoli che spuntano tutt’intorno, e che al momento è quello che ha minore successo in assoluto tra quelli che contengono la parola “virus” nel nome, su Dafont.
Il Coronavirus, che è il font più scaricato di ieri nella categoria Varie, non è il più scaricato in assoluto tra quelli contenenti la parola virus sul sito.
Il più scaricato temo sia il Virus di Angel Hernandez, con lettere disegnate alla meno peggio con qualche pelo disordinato tutt’intorno. Si trova in Fantasia/Decorativo.
Nella stessa categoria c’è un altro Virus, di Antonio Carreria, con lettere disegnate alla meno peggio all’interno di una forma standard di virus tondo con tanti braccini, che si ripete uguale in tutto l’alfabeto. Solo 17 download ieri.
Gli altri hanno a che vedere con i virus informatici, mentre uno non c’entra proprio niente, anche se ha la parola virus nel nome.
Su Myfonts cercando la parola “virus” vengono fuori 8 risultati, nessuno dei quali si avvicina neanche lontanamente alla biologia. Almeno, non visivamente.
Ce n’è uno che potrebbe avere un richiamo all’attualità perché si chiama The China Syndrome, la sindrome cinese, ed è stato lanciato ad agosto scorso. Una inquietante previsione di quello che stava per succedere? (L’epidemia di coronavirus è stata segnalata in un primo momento in Cina). No, semplicemente un ricordo dei vecchi tempi. A quanto pare esiste un disaster movie chiamato The China Syndrome, con Jane Fonda, Jack Lemmon e Michael Douglas. Chissà perché, appena finito di disegnare il font, il disegnatore, David Kerkhof di Hanoded, ha ripensato a quel film. “Ideale per la confezione del vostro prodotto o per i manifesti di Halloween. Forse può essere usato per la copertina di un disco metal, un libro sui disastri nucleari o al massimo il logo di un caffè particolarmente forte”, dice la didascalia.
Il numero dei download penso che sia in aumento, qualche giorno fa era a trecento, ieri erano 438.
Il font viene rilasciato con licenza 100% gratis.
Ovviamente non è soltanto un giochetto per ragazzi, in questo caso. Visto che cartelli con avvisi destinati ai clienti vengono affissi in ogni dove, può far comodo avere qualche simbolo da inserire al volo in maniera semplice per affiancare il testo.
Per quanto riguarda i social network, esiste una emoji chiamata Microbe, che varia notevolmente da piattaforma a piattaforma. Su Apple e Telegram, se non sbaglio, ha proprio una forma compatibile con quella del coronavirus: tonda e con tanti chiodini piantati tutt’attorno. Sulle altre piattaforme però assume una forma allungata con tante zampine attorno, mentre su Google, secondo quello che si vede da Emojipedia, è un simbolo composto da cinque batteri di forme e colori diversi.
Woodcutter ha anche un font chiamato Woodcutter Virus, che è composto di lettere disegnate alla meno peggio con piccoli tentacoli che spuntano tutt’intorno, e che al momento è quello che ha minore successo in assoluto tra quelli che contengono la parola “virus” nel nome, su Dafont.
Il Coronavirus, che è il font più scaricato di ieri nella categoria Varie, non è il più scaricato in assoluto tra quelli contenenti la parola virus sul sito.
Il più scaricato temo sia il Virus di Angel Hernandez, con lettere disegnate alla meno peggio con qualche pelo disordinato tutt’intorno. Si trova in Fantasia/Decorativo.
Nella stessa categoria c’è un altro Virus, di Antonio Carreria, con lettere disegnate alla meno peggio all’interno di una forma standard di virus tondo con tanti braccini, che si ripete uguale in tutto l’alfabeto. Solo 17 download ieri.
Gli altri hanno a che vedere con i virus informatici, mentre uno non c’entra proprio niente, anche se ha la parola virus nel nome.
Su Myfonts cercando la parola “virus” vengono fuori 8 risultati, nessuno dei quali si avvicina neanche lontanamente alla biologia. Almeno, non visivamente.
Ce n’è uno che potrebbe avere un richiamo all’attualità perché si chiama The China Syndrome, la sindrome cinese, ed è stato lanciato ad agosto scorso. Una inquietante previsione di quello che stava per succedere? (L’epidemia di coronavirus è stata segnalata in un primo momento in Cina). No, semplicemente un ricordo dei vecchi tempi. A quanto pare esiste un disaster movie chiamato The China Syndrome, con Jane Fonda, Jack Lemmon e Michael Douglas. Chissà perché, appena finito di disegnare il font, il disegnatore, David Kerkhof di Hanoded, ha ripensato a quel film. “Ideale per la confezione del vostro prodotto o per i manifesti di Halloween. Forse può essere usato per la copertina di un disco metal, un libro sui disastri nucleari o al massimo il logo di un caffè particolarmente forte”, dice la didascalia.
Commenti
Posta un commento