Bauer e Intertype

Dice la pagina di Wikipedia dedicata alla Intertype che, a differenza di Monotype e Merghentaler, l’azienda che fabbricava macchine per la composizione a caldo non produceva nuovi tipi di carattere, ma li derivava o se li faceva fornire dalla fonderia Bauer.
Mentre Intertype ha anche una pagina su Wikipedia in italiano, la fonderia Bauer ce l’ha solo in inglese, francese e tedesco.
Fondata nel 1837, la Bauer rimase in funzione fino al 1972, superando una crisi alla fine del diciannovesimo secolo. I suoi caratteri continuano ad essere distribuiti oggi da varie fonderie: Monotype, Adobe, Paratype, Urw++, Elsner&Flake.
L’enciclopedia online pubblica la lunga lista di font diffusi da questa fonderia, organizzata in ordine alfabetico.
Il nome della Bauer mi fa venire in mente il Bauer Bodoni, un bodoni che si distingue da tutti gli altri perché ha una t fatta col raccordo in alto a sinistra curvo, a differenza di ciò che si fa di solito nei caratteri di questo tipo, ovvero lasciare gli spigoli all’incrocio tra le due aste. Il carattere venne disegnato da Heinrich Jost per la Bauer nel 1926, ed è ancora disponibile in varie digitalizzazioni, tra cui Urw, Elsner+Flake e Adobe - Linotype. I diritti vengono attribuiti a Bauer in alcune schede di Identifont, o a Neufville in altre, che secondo Wikipedia è la società spagnola in cui sono confluiti i disegni orignali della Bauer negli anni Settanta (forse rinominata Bauer nei Novanta).
La Bauer aveva la sua sede a Francoforte, ed è stata la prima a sviluppare il Futura, uno dei tipi di carattere più importanti del ventesimo secolo. Le matrici per la composizione a caldo ovviamente venivano prodotte dalla Intertype.
Un articolo in inglese dedicato al Futura sul sito Explained si riferisce a due usi del carattere in Italia: le ferrovie (l’attuale segnaletica delle stazioni e alcuni tabelloni) e la Rai (il logo).
L’articolo nomina anche la Nasa, anche se forse in quel caso non si trattava solo di Futura, ma della sua versione americana chiamata Spartan (oggi di Linotype, all’epoca Atf).
Una a che riprende la forma dal Futura, su Google Fonts, è quella del Poppins, dove però la t non è cruciforme. Stesso discorso per il Quicksand.
La a minuscola ad un solo livello accoppiata con la t a forma di croce (asimmetrica) la troviamo invece nel Josefin Sans.
A proposito di Google Fonts: è cambiata la grafica della home page. Prima, per personalizzare la scritta bisognava cliccare direttamente sul riquadro di prova del singolo font, inserire le lettere e applicare la stessa scritta a tutte le caselle. Adesso basta semplicemente aggiungere le lettere in una casella in alto, e automaticamente, senza bisogno di premere invio, tutte le anteprime vengono aggiornate.

Commenti

Post più popolari