Cambia la grafica di Google. Spicy Rice. Font variabili
Lo Spicy Rice di Astigmatic ha delle belle lettere leggermente sballonzolanti che fanno molto anni Sessanta-Settanta.
È uno dei font che si possono scaricare da Google. La didascalia dice che si tratta di un font “casual ed eccitante”, con un’intonazione festiva che funziona sia per le vacanze invernali che quelle estive. “Le forme delle lettere extra pesanti con un po’ di gusto esotico stanno aspettando di portarti al party”, dice, più o meno (in inglese).
Intanto noto che è cambiata la grafica del sito: le componenti sono le stesse, solo che anziché essere strette in mezza pagina sono estese per tutta la larghezza, succedendosi in verticale una dopo l’altra.
Prima c’è la frase personalizzabile, di cui si può scegliere la grandezza in pixel, poi la tabella con i glifi, la descrizione del font, la licenza, e infine i “popular pairing”, ovvia i possibili accoppiamenti consigliati: Griffy, Raleway, Oswald, Pacifico e Lobster.
Nessuno sa in base a che cosa viene preparata questa lista. Per Raleway e Oswald il consiglio è scontato: Spicy Rice nel titolo e testo a caratteri normali. Per gli altri tre già c’è una sorpresa, perché di default lo Spicy Rice viene usato per il testo, dove pare strano essendo nerissimo. Chiaramente, trattandosi di un carattere stampatello, potrebbe essere più sensato usarlo per il testo, col Pacifico, calligrafico, nel titolo. Ma sarebbe interessante vedere che tipo di blog ha mai fatto un accoppiamento del genere.
Una cosa manca stamattina su Google: il grafico a torta che informava del numero di siti in cui veniva utilizzato un certo font, e il paese in cui erano localizzati. Sparisce ogni tipo di statistica da Google, quindi.
Identifont conosce lo Spicy Rice e lo attribuisce a Brian J. Bonislawsky. Ma non lo ha ancora catalogato, probabilmente, quindi non compare nulla nella colonna dedicata ai font simili.
Del disegnatore in questione non è disponibile nessuna biografia, ma le pagine di font attribuiti a lui sono numerosissime.
Dice Devroye che lui è nato a Pittsburgh, Pennsilvanya, Stati Uniti, nel 1973, e vive ora a Las Vegas.
I font più trendy di Astigmatic sono oggi il Righteous (con quella e dal trattino a 45°) e, dopo lo Spicy Rice, lo Special Elite (vecchia macchina da scrivere) e il Sacramento (un bel calligrafico ad asse verticale). Il meno trendy invece è il Bigelow Rules, con lettere dai tratti sottili a contrasto, senza una linea di base definita e pure dalle forme insolite. Arriva subito dopo l’Hanalei (lettere fatte di canne di bambù) e Fascinate (che invece a me piace molto, una specia di Broadway umanistico, senza spigoli).
Ah, oggi trovo un’altra novità su Google Fonts (può darci che ci sia da tempo, ma io la noto soltanto ora): include anche i font variabili, e ha un apposito pulsante per isolarli nella ricerca.
A spiegare cosa sono i font variabili ci pensa un articolo sulla sezione di Google dedicata agli sviluppatori.
E di font variabili ce ne sono un bel po’: 34 (su 987 famiglie in tutto): in testa alla lista troviamo Oswald, Roboto Slab e Playfair Display, più sotto ci sono anche Lora, Work Sans, o Eb Garamond.
L’ultimo della lista è il Fira Code. Di Astigmatic non ce n’è nessuno.
È uno dei font che si possono scaricare da Google. La didascalia dice che si tratta di un font “casual ed eccitante”, con un’intonazione festiva che funziona sia per le vacanze invernali che quelle estive. “Le forme delle lettere extra pesanti con un po’ di gusto esotico stanno aspettando di portarti al party”, dice, più o meno (in inglese).
Intanto noto che è cambiata la grafica del sito: le componenti sono le stesse, solo che anziché essere strette in mezza pagina sono estese per tutta la larghezza, succedendosi in verticale una dopo l’altra.
Prima c’è la frase personalizzabile, di cui si può scegliere la grandezza in pixel, poi la tabella con i glifi, la descrizione del font, la licenza, e infine i “popular pairing”, ovvia i possibili accoppiamenti consigliati: Griffy, Raleway, Oswald, Pacifico e Lobster.
Nessuno sa in base a che cosa viene preparata questa lista. Per Raleway e Oswald il consiglio è scontato: Spicy Rice nel titolo e testo a caratteri normali. Per gli altri tre già c’è una sorpresa, perché di default lo Spicy Rice viene usato per il testo, dove pare strano essendo nerissimo. Chiaramente, trattandosi di un carattere stampatello, potrebbe essere più sensato usarlo per il testo, col Pacifico, calligrafico, nel titolo. Ma sarebbe interessante vedere che tipo di blog ha mai fatto un accoppiamento del genere.
Una cosa manca stamattina su Google: il grafico a torta che informava del numero di siti in cui veniva utilizzato un certo font, e il paese in cui erano localizzati. Sparisce ogni tipo di statistica da Google, quindi.
Identifont conosce lo Spicy Rice e lo attribuisce a Brian J. Bonislawsky. Ma non lo ha ancora catalogato, probabilmente, quindi non compare nulla nella colonna dedicata ai font simili.
Del disegnatore in questione non è disponibile nessuna biografia, ma le pagine di font attribuiti a lui sono numerosissime.
Dice Devroye che lui è nato a Pittsburgh, Pennsilvanya, Stati Uniti, nel 1973, e vive ora a Las Vegas.
I font più trendy di Astigmatic sono oggi il Righteous (con quella e dal trattino a 45°) e, dopo lo Spicy Rice, lo Special Elite (vecchia macchina da scrivere) e il Sacramento (un bel calligrafico ad asse verticale). Il meno trendy invece è il Bigelow Rules, con lettere dai tratti sottili a contrasto, senza una linea di base definita e pure dalle forme insolite. Arriva subito dopo l’Hanalei (lettere fatte di canne di bambù) e Fascinate (che invece a me piace molto, una specia di Broadway umanistico, senza spigoli).
Ah, oggi trovo un’altra novità su Google Fonts (può darci che ci sia da tempo, ma io la noto soltanto ora): include anche i font variabili, e ha un apposito pulsante per isolarli nella ricerca.
A spiegare cosa sono i font variabili ci pensa un articolo sulla sezione di Google dedicata agli sviluppatori.
E di font variabili ce ne sono un bel po’: 34 (su 987 famiglie in tutto): in testa alla lista troviamo Oswald, Roboto Slab e Playfair Display, più sotto ci sono anche Lora, Work Sans, o Eb Garamond.
L’ultimo della lista è il Fira Code. Di Astigmatic non ce n’è nessuno.
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