Il
In molti caratteri senza grazie la I maiuscola e la elle minuscola sono quasi indistinguibili. Dico quasi perché, anche se in linea di massima la forma è la stessa, un rettangolo, le proporzioni sono diverse. Nell’Helvetica, non solo l’asta della elle è più stretta di quella della I (dieci unità in meno su una larghezza di 95), ma anche la larghezza del carattere incluso lo spazio bianco prima e dopo è diversa (la I occupa 37 unità in più).
Lo stesso avviene nell’Arial, anche se le cifre sono diverse (visto che le proporzioni sono le stesse, ma l’altezza in unità è diversa).
A creare malintesi però ci pensa l’altezza delle lettere, che è la stessa. Spesso qualche spiritoso o malintenzionato ne ha approfittando su internet, creando un nome utente che appariva identico a quello di un utente esistente, che invece dovrebbe essere univoco. Il trucco? Sostituire una elle con una I maiuscola. Le parole Michele e MicheIe, facilmente distinguibili in un carattere con grazie, possono essere quasi identiche nel carattere senza grazie usato dai social.
I più popolari tra i senza grazie di Google cercano almeno di distinguere le due lettere differenziandone l’altezza: nel Roboto, nell’Open Sans, nel Lato, nel Montserrat la elle è sempre più alta rispetto alla I. Ma questo da solo non è detto che sia sufficiente. Altri eliminano qualsiasi incertezza curvando a manico d’ombrello la base della elle: il Source Sans, il Raleway e il Pt Sans si regolano in questo modo (e alcuni variano anche le altezze delle due lettere).
Il Noto Sans mantiene la elle rettangolare, ma fornisce di grazie la I. Scelta niente affatto insolita: il Verdana, cavallo di battaglia della Microsoft, risolve il problema nello stesso modo, dotando la I di robuste grazie slab.
Esistono poi soluzioni più creative, ma meno diffuse, che magari prevedono un taglio obliquo dell’estremità superiore della elle. L’Advent Pro ha una elle rettangolare e una I con grazia slab solo in alto a sinistra. Il Carrois Gothic fa la stessa cosa, ma all’inverso (quella con la grazia è la elle).
L’idea di avere una I maiuscola più alta di una elle minuscola invece è impensabile, tranne per qualche disegnatore concentrato su altri alfabeti (il Dhurjati, progettato per l’alfabeto asiatico telugu, ha appunto una I che supera in altezza i tratti ascendenti delle minuscole).
Lo stesso avviene nell’Arial, anche se le cifre sono diverse (visto che le proporzioni sono le stesse, ma l’altezza in unità è diversa).
A creare malintesi però ci pensa l’altezza delle lettere, che è la stessa. Spesso qualche spiritoso o malintenzionato ne ha approfittando su internet, creando un nome utente che appariva identico a quello di un utente esistente, che invece dovrebbe essere univoco. Il trucco? Sostituire una elle con una I maiuscola. Le parole Michele e MicheIe, facilmente distinguibili in un carattere con grazie, possono essere quasi identiche nel carattere senza grazie usato dai social.
I più popolari tra i senza grazie di Google cercano almeno di distinguere le due lettere differenziandone l’altezza: nel Roboto, nell’Open Sans, nel Lato, nel Montserrat la elle è sempre più alta rispetto alla I. Ma questo da solo non è detto che sia sufficiente. Altri eliminano qualsiasi incertezza curvando a manico d’ombrello la base della elle: il Source Sans, il Raleway e il Pt Sans si regolano in questo modo (e alcuni variano anche le altezze delle due lettere).
Il Noto Sans mantiene la elle rettangolare, ma fornisce di grazie la I. Scelta niente affatto insolita: il Verdana, cavallo di battaglia della Microsoft, risolve il problema nello stesso modo, dotando la I di robuste grazie slab.
Esistono poi soluzioni più creative, ma meno diffuse, che magari prevedono un taglio obliquo dell’estremità superiore della elle. L’Advent Pro ha una elle rettangolare e una I con grazia slab solo in alto a sinistra. Il Carrois Gothic fa la stessa cosa, ma all’inverso (quella con la grazia è la elle).
L’idea di avere una I maiuscola più alta di una elle minuscola invece è impensabile, tranne per qualche disegnatore concentrato su altri alfabeti (il Dhurjati, progettato per l’alfabeto asiatico telugu, ha appunto una I che supera in altezza i tratti ascendenti delle minuscole).
Commenti
Posta un commento