Raffaello Bertieri

Raffaello Bertieri è stato un editore, designer e tipografo italiano vissuto tra fine Ottocento e prima metà del Novecento. Wikipedia gli dedica una scheda accurata in italiano e una in inglese (e basta). Bertieri aprì una rivista che “seppe dare nuovo slancio alla tipografia italiana”, dice Wikipedia. Secondo cui la tradizione tipografica italiana “dopo Giovanni Bodoni era caduta nel buio della decadenza tecnica (con una sempre maggiore dipendenza dall’estero per i macchinari, la carta e i caratteri) e stilistica”.
Più sopra l’enciclopedia dice che “avvertendo la sudditanza della tipografia italiana dai modelli nordamericani ricalcati su quelli dei nostri maestri del Rinascimento, [Bertieri] arriva a rivalutare Bodoni come raccordo tra quella straordinaria tradizione e il neoclassicismo”.
Wikipedia riconduce a Bertieri cinque tipi di carattere: Inkunabula, 1921, basato su un font roman di Erhard Ratdolt; Sinibaldi e Ruano (1926), Paganini (disegnato da Alessandro Butti, ma sotto la sua supervisione nel 1928) e Iliade (1930).
La stessa lista è pubblicata da Luc Devroye, forse con qualche discrepanza di date, con anche i link alle digitalizzazioni di alcuni dei font menzionati. Una di queste è stata effettuata dall’italiano Leonardo di Lena nel 2013: quella del Ruano, che è stata caricata su Myfonts.
Il sito di Devroye raccoglie anche molti specimen d’epoca.
In uno di questi si legge parte della storia dell’Inkunabula, ispirato ai caratteri disegnati da Erardo Ratdolt nel quindicesimo secolo nelle sue edizioni veneziane.
Su Archivio Tipografico invece si possono vedere delle stampe in Sinibaldi, oltre che quelle già viste in Inkunabula (ma c’è anche una foto di alcuni dei caratteri in metallo, alcune maiuscole).

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