Rotativa

La rotativa è un’invenzione che è alla base della stampa di massa come la conosciamo oggi. Solo grazie a lei è stato possibile produrre enormi quantità di giornali in breve tempo e a basso costo, per raggiungere il numero maggiore possibile di lettori. Con tanto di innovazioni nel modo di fare giornalismo e di finanziarlo tramite pubblicità.
Eppure è celebrata ben poco: su Wikipedia la pagina dedicata in italiano è di sole dieci righe, senza nessuna menzione dei quotidiani. Quella in inglese è molto più dettagliata, e nomina il Times di Londra, che ha usato la sua prima rotativa nel 1853.
La data dell’invenzione non è ben definita: l’innovazione non avvenne di punto in bianco ma gradualmente. L’enciclopedia in italiano la attribuisce a Richard March Hoe nel 1843, con perfezionamento nel 1846 e brevetto l’anno successivo. Ma all’epoca la macchina prevedeva ancora l’uso di caratteri mobili e l’alimentazione a fogli singoli. La bobina di carta venne introdotta nel 1865, e brevetti successivi si ebbero nel 1866 e 1872.
In inglese, Wikipedia fa partire la storia addirittura dalla fine del Settecento, con un brevetto intestato a William Nicholson datato 1790, a sua volta basato su invenzioni precedenti.
Di Hoe l’enciclopedia in italiano non sa nulla. Quella in inglese invece gli dedica una scheda con tanto di foto. Dice l’articolo che nel 1870 l’inventore usava un foglio di carta lungo 5 miglia, che scorreva nella macchina alla velocità di 240 metri al minuto. La produzione era di 18 mila giornali l’ora. Il dispositivo venne usato dal New York Tribune, per molto tempo il principale quotidiano della città americana.
Un blog su Wordpress fornisce la cifra di 8 mila pagine l’ora, riferendosi alla metà del secolo, quando il primo modello della macchina venne usato dal Philadelphia Public Ledger.
Ovviamente all’epoca la macchina non funzionava grazie all’elettricità, ma grazie al vapore.
Sul web sono diffuse stampe che raffigurano le rotative d’epoca. Erano macchine enormi, alte il doppio o il triplo rispetto alle persone che dovevano usarle. Nelle stampe si vedono vari operai affaccendati attorno alle apparecchiature, con delle scale che permettevano loro di salire su due o tre ripiani sovrapposti.
Un articolo in italiano dedicato alla cronologia delle invenzioni ottocentesche è stato pubblicato sul sito Linotanzarella.it. Nel testo si accenna alle “batterie di torchi” che venivano utilizzate in precedenza per stampare i giornali, alle macchine piano-cilindriche e alla successiva invenzione della rotativa.
Nel 1814 il Times con una piano-cilindrica doppia azionata a vapore riusciva a stampare 1.600 copie orarie. Nel 1828, sempre nello stesso giornale, con una macchina a quattro cilindri verticali la tiratura era di 5 mila copie l’ora.
Anche se il sito è in italiano, è costretto a fare riferimento a giornali esteri. La storia dei quotidiani italiani è poco conosciuta.
Vero che il principale giornale ottocentesco, Il Secolo, è scomparso. E vero pure che Repubblica è nata solo nella seconda metà del Novecento. Ma La Stampa e Il Corriere della Sera questi cambiamenti li hanno vissuti in prima persona.
Del Corriere Della Sera Wikipedia racconta che inizialmente non aveva una tipografia propria, e doveva affidarsi ad una ditta esterna. Cominciò a stampare in proprio nel 1883, dotandosi di una rotativa Konig & Bauer capace di produrre 12 mila copie l’ora. Più o meno l’intera tiratura di ogni edizione (e ne venivano preparate due al giorno). All’aumentare della tiratura venne acquistata una seconda rotativa. Agli inizi del Novecento in via Solferino arrivarono quattro nuove rotative Hoe, fatte arrivare appositamente dagli Stati Uniti, che permise di passare da quattro a sei e poi a otto pagine. Un’altra arrivò nel 1934.
L’articolo dedicato alla Stampa invece non nomina le rotative neanche una volta.

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