Beton
Il Beton è il più vecchio tra i caratteri prodotti dalla Intertype secondo quanto scrive Wikipedia. È datato 1931-36, e la firma sarebbe quella di Heinrich Jost. Le matrici in realtà vennero fabbricate dalla Bauer (a differenza delle concorrenti Mergenthaler e Lanston Monotype la Intertype non sviluppava caratteri propri, ma li derivava dalla Bauer, quando non se li faceva fornire direttamente dalla fonderia tedesca).
Fonts In Use scrive che la Bauer aveva lanciato il Beton già nel 1929, in peso Extra-Bold (Extrafett, dice il sito preferendo usare i nomi tedeschi, anche per tutti i pesi successivi che vennero aggiunti nel 31 e nel 36, ma non per quelli aggiunti nel 37 dalla Intertype).
Lo stesso carattere venne prodotto anche da altre fonderie, tra cui Berthold e Neufville (quest’ultima lo vendette in spagna con un altro nome). Inoltre il sito lo collega con Elsner+Flake, Urw e anche Linotype. Le varie versioni possono differire anche per qualche dettaglio significativo.
Il Beton è uno slab. Uno dei tag con cui è stato classificato su Myfonts è “news headline”, ossia titoli dei giornali. Un segno caratteristico è la grazia inferiore della y, che si estende parecchio verso destra. Per quanto riguarda le maiuscole, sono abbastanza spigolose. Nel peso Extrabold, le grazie superiore e inferiore della E hanno lo spessore che si riduce verso l’estremità, la quale resta comunque molto spessa; il trattino centrale è pure molto spesso, e senza grazie. La R ha la gamba dritta e leggermente graziata. La A ha la grazia in cima nei pesi più leggeri, che si estende a sinistra, mentre nelle versioni più pesanti non ce l’ha. La Q ha la coda orizzontale, sulla linea di base.
Tra i vari usi segnalati su Font In Use, una pubblicità della Volkswagen risalente probabilmente al 1955. Interessante anche perché la didascalia ricostruisce il quadro dell’epoca, con le varie fonderie che si facevano concorrenza tra di loro con i revival dei vecchi caratteri egizi. Rivali del Beton erano il Memphis della Stempel, il Rockwell della Monotype (oggi installato sui computer insieme ai software da ufficio), il Cairo della Intertype, lo Stymie della Atf e anche la serie Landi, dell’italiana Nebiolo.
Wikipedia, nella pagina dedicata alla Intertype, nomina il Cairo subito dopo il Beton, ma senza data e autore. Del resto anche Fontsinuse lo nomina, ma non lo linka a differenza di altri font nella stessa pagina. E nemmeno Devroye ne sa nulla.
Anche il Landi italiano è quasi caduto nel dimenticatoio: Fonts In Use non lo linka. Però sul web è stata diffuso gratuitamente su Dafont nella versione Echo, nella quale le aste Bold sono attraversate in negativo dalle aste in versione sottile, ma oblique. L’alfabeto è composto solo di lettere maiuscole.
A differenza di uno specimen che si può vedere sul sito di Luc Devroye, il Landi digitale ha una Q normale, mentre quello disegnato da Butti nel 1939 doveva avercela all’indietro.
Le minuscole erano disponibili nei pesi chiaro, neretto e nero, di cui erano forniti anche alcuni corsivi e una versione stretta. Un’altra variante strana della famiglia era chiamata Linear: ci aveva lavorato Novarese ed era solo di lettere maiuscole. La fascia superiore e quella inferiore era piena (aste o grazie che fossero), mentre quella centrale era outline.
Fonts In Use scrive che la Bauer aveva lanciato il Beton già nel 1929, in peso Extra-Bold (Extrafett, dice il sito preferendo usare i nomi tedeschi, anche per tutti i pesi successivi che vennero aggiunti nel 31 e nel 36, ma non per quelli aggiunti nel 37 dalla Intertype).
Lo stesso carattere venne prodotto anche da altre fonderie, tra cui Berthold e Neufville (quest’ultima lo vendette in spagna con un altro nome). Inoltre il sito lo collega con Elsner+Flake, Urw e anche Linotype. Le varie versioni possono differire anche per qualche dettaglio significativo.
Il Beton è uno slab. Uno dei tag con cui è stato classificato su Myfonts è “news headline”, ossia titoli dei giornali. Un segno caratteristico è la grazia inferiore della y, che si estende parecchio verso destra. Per quanto riguarda le maiuscole, sono abbastanza spigolose. Nel peso Extrabold, le grazie superiore e inferiore della E hanno lo spessore che si riduce verso l’estremità, la quale resta comunque molto spessa; il trattino centrale è pure molto spesso, e senza grazie. La R ha la gamba dritta e leggermente graziata. La A ha la grazia in cima nei pesi più leggeri, che si estende a sinistra, mentre nelle versioni più pesanti non ce l’ha. La Q ha la coda orizzontale, sulla linea di base.
Tra i vari usi segnalati su Font In Use, una pubblicità della Volkswagen risalente probabilmente al 1955. Interessante anche perché la didascalia ricostruisce il quadro dell’epoca, con le varie fonderie che si facevano concorrenza tra di loro con i revival dei vecchi caratteri egizi. Rivali del Beton erano il Memphis della Stempel, il Rockwell della Monotype (oggi installato sui computer insieme ai software da ufficio), il Cairo della Intertype, lo Stymie della Atf e anche la serie Landi, dell’italiana Nebiolo.
Wikipedia, nella pagina dedicata alla Intertype, nomina il Cairo subito dopo il Beton, ma senza data e autore. Del resto anche Fontsinuse lo nomina, ma non lo linka a differenza di altri font nella stessa pagina. E nemmeno Devroye ne sa nulla.
Anche il Landi italiano è quasi caduto nel dimenticatoio: Fonts In Use non lo linka. Però sul web è stata diffuso gratuitamente su Dafont nella versione Echo, nella quale le aste Bold sono attraversate in negativo dalle aste in versione sottile, ma oblique. L’alfabeto è composto solo di lettere maiuscole.
A differenza di uno specimen che si può vedere sul sito di Luc Devroye, il Landi digitale ha una Q normale, mentre quello disegnato da Butti nel 1939 doveva avercela all’indietro.
Le minuscole erano disponibili nei pesi chiaro, neretto e nero, di cui erano forniti anche alcuni corsivi e una versione stretta. Un’altra variante strana della famiglia era chiamata Linear: ci aveva lavorato Novarese ed era solo di lettere maiuscole. La fascia superiore e quella inferiore era piena (aste o grazie che fossero), mentre quella centrale era outline.
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