Come si rilega un libro a mano
Un documentario che dura poco più di mezz’ora che mostra le varie fasi della rilegatura a mano di un libro si trova su Youtube e si intitola The Bookbinder.
Il protagonistaè Glen Malkin, che svolge questo lavoro nello Yorkshire, in Inghilterra.
Il punto di partenza è un pacchetto con i vari fogli che devono comporre il libro, stampati correttamente, già con le illustrazioni, ma non ancora tagliati. L’opera è quindi composta da vari fascicoli separati tra di loro.
Là dove i fogli fanno la piega il rilegatore li perfora con un punteruolo. Poi tende quattro striscette su uno strumento interamente in legno, tale e quale a quello che si usava nel Cinquecento, e fa passare il filo attraverso i fori, fascicolo per fascicolo.
Poi passa la colla sul bordo in questione e quando tutto è asciutto mette il libro in un altro strumento tutto in legno per effettuare il taglio della parte di pagina in eccesso. Nella tipografia moderna questo compito viene svolto con una taglierina che in un colpo solo lavora su tutte le pagine del libro, mentre col metodo tradizionale che si usa qui bisogna muovere manualmente la lama avanti e indietro e tagliare poche pagine alla volta (soffiando via la carta in eccesso).
Curvare le pagine, in maniera tale che quelle centrali stiano leggermente più a sinistra di quelle all’inizio e alla fine, è pure un lavoro che richiede pazienza. Va eseguito con calma con un martelletto. Più delicate è la fase successiva, quando si deve allargare lo spessore là dove tutte le pagine si uniscono (e si corre il rischio di danneggiare la carta).
Dopo l’aggiunta di qualche altro strato di rilegatura, che va incollato, si lavora sul bordo delle pagine. Non solo deve essere liscio al tatto, ma deve avere una colorazione giusta. Per lo scopo si usano varie sostanze (in questo caso mi sembra ci sia anche la lamina d’oro in polvere).
Le fascette attorno a cui è stata fatta la cucitura all’inizio devono essere fatte passare attraverso i cartoni della copertina (quello anteriore e quello posteriore). Questo vuol dire che bisogna perforarla con cura, tagliando via anche una parte della superficie per evitare che poi si percepiscano in rilievo le striscioline.
Si deve lavorare ancora sul bordo prima di procedere con l’applicazione del cuoio della copertina.
Fin da quando ha ricevuto il libro infatti il rilegatore ha iniziato a pensare a che disegno usare per la copertina. Questo vuol dire che ha letto il libro, e che ha preso ispirazione dai colori delle immagini presenti.
Il disegno va eseguito in maniera accurata: in questo caso si tratta di ellissi intrecciate, e il bordo di ciascuna è fatta di una sottilissima strisciolina di pelle che va incollata a mano seguendo con estrema precisione la curvatura dell’ellissi.
Al prodotto finito viene aggiunta ancora lamina d’oro all’interno della copertina, più delle orme di gatto (a pressione?) su una delle pagine che precedono il contenuto (il gatto è una presenza fondamentale nel libro, spiega il rilegatore).
Infine il libro viene inserito all’interno di una scatola, costruita appositamente per questo libro, con le dimensioni precise al millimetro, e dei colori compatibili con quelli del libro. L’immagine sulla scatola, in questo caso, è una delle immagini contenute nel libro, a cui è stato aggiunto il titolo.
“Capisco perché la gente è disposta a pagare per avere uno di questi”, dice il documentarista (Graham Robertshaw) esaminando il risultato finale.
Il protagonistaè Glen Malkin, che svolge questo lavoro nello Yorkshire, in Inghilterra.
Il punto di partenza è un pacchetto con i vari fogli che devono comporre il libro, stampati correttamente, già con le illustrazioni, ma non ancora tagliati. L’opera è quindi composta da vari fascicoli separati tra di loro.
Là dove i fogli fanno la piega il rilegatore li perfora con un punteruolo. Poi tende quattro striscette su uno strumento interamente in legno, tale e quale a quello che si usava nel Cinquecento, e fa passare il filo attraverso i fori, fascicolo per fascicolo.
Poi passa la colla sul bordo in questione e quando tutto è asciutto mette il libro in un altro strumento tutto in legno per effettuare il taglio della parte di pagina in eccesso. Nella tipografia moderna questo compito viene svolto con una taglierina che in un colpo solo lavora su tutte le pagine del libro, mentre col metodo tradizionale che si usa qui bisogna muovere manualmente la lama avanti e indietro e tagliare poche pagine alla volta (soffiando via la carta in eccesso).
Curvare le pagine, in maniera tale che quelle centrali stiano leggermente più a sinistra di quelle all’inizio e alla fine, è pure un lavoro che richiede pazienza. Va eseguito con calma con un martelletto. Più delicate è la fase successiva, quando si deve allargare lo spessore là dove tutte le pagine si uniscono (e si corre il rischio di danneggiare la carta).
Dopo l’aggiunta di qualche altro strato di rilegatura, che va incollato, si lavora sul bordo delle pagine. Non solo deve essere liscio al tatto, ma deve avere una colorazione giusta. Per lo scopo si usano varie sostanze (in questo caso mi sembra ci sia anche la lamina d’oro in polvere).
Le fascette attorno a cui è stata fatta la cucitura all’inizio devono essere fatte passare attraverso i cartoni della copertina (quello anteriore e quello posteriore). Questo vuol dire che bisogna perforarla con cura, tagliando via anche una parte della superficie per evitare che poi si percepiscano in rilievo le striscioline.
Si deve lavorare ancora sul bordo prima di procedere con l’applicazione del cuoio della copertina.
Fin da quando ha ricevuto il libro infatti il rilegatore ha iniziato a pensare a che disegno usare per la copertina. Questo vuol dire che ha letto il libro, e che ha preso ispirazione dai colori delle immagini presenti.
Il disegno va eseguito in maniera accurata: in questo caso si tratta di ellissi intrecciate, e il bordo di ciascuna è fatta di una sottilissima strisciolina di pelle che va incollata a mano seguendo con estrema precisione la curvatura dell’ellissi.
Al prodotto finito viene aggiunta ancora lamina d’oro all’interno della copertina, più delle orme di gatto (a pressione?) su una delle pagine che precedono il contenuto (il gatto è una presenza fondamentale nel libro, spiega il rilegatore).
Infine il libro viene inserito all’interno di una scatola, costruita appositamente per questo libro, con le dimensioni precise al millimetro, e dei colori compatibili con quelli del libro. L’immagine sulla scatola, in questo caso, è una delle immagini contenute nel libro, a cui è stato aggiunto il titolo.
“Capisco perché la gente è disposta a pagare per avere uno di questi”, dice il documentarista (Graham Robertshaw) esaminando il risultato finale.
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