I pixel di ogni lettera del Courier per l’Ascii Art
Il Courier è un carattere monospace diffuso universalmente. Disegnato nel 1955 da Howard Kettler, divenne uno standard in parecchi settori visto che era il font che più ricordava i caratteri delle macchine da scrivere. I copioni dei film di Hollywood di solito vengono scritti in Courier, e fino al 2004 era il font standard usato dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America (in corpo 12. È stato poi sostituito dal Times New Roman corpo 14).
Viene anche utilizzato per l’Ascii art, ossia per ottenere disegni composti di lettere dell’alfabeto ed altri segni tipografici comuni inseriti in una griglia (senza sovrapporli tra di loro).
Nei decenni passati questa era un arte che prevedeva l’intervento di un essere umano che lettera per lettera doveva mettere a punto il disegno sul monitor, ma ormai è possibile creare dei programmi che eseguono questo compito in automatico. In particolare Wikipedia pubblica una tabella nella quale per ogni lettera viene indicato il numero di pixel neri (in corpo 12): l’apostrofo o il punto valgono solo 4, la W maiuscola ne vale 30, la chiocciola addirittura 36.
Questi dati possono essere inseriti in un programma, appunto, in maniera tale che, data una foto in bianco e nero, venga scelto per ciascuno dei pixel un simbolo in grado di dare lo stesso livello di luminosità della foto originale, quando viene disposto insieme agli altri.
Chiaramente il risultato non è detto che sia ottimale. Per fare un buon disegno in Ascii è necessario tenere conto anche di altri dettagli. Ad esempio l’inclinazione del segno quando si va a tracciare una linea: sia la barra che la barra inversa valgono 8, ma tracciare una linea con solo barre del primo tipo, solo barre del secondo o entrambe le barre mischiate a caso dà effetti molto diversi (come pure usare quelle barre per riempire una parte ombreggiata).
Oppure: l’apostrofo vale 4 e il punto vale 4. Ma l’apostrofo si trova in alto, mentre il punto si trova in basso. Quindi se dobbiamo fare un vertice di un triangolo i due simboli non necessariamente sono equivalenti: dipende se questo triangolo punta in alto o in basso.
Senza contare che comunque le lettere vengono scelte anche sulla base del disegno che si va a fare, in maniera tale che abbiano un rapporto di qualche tipo con l’oggetto disegnato.
Insomma, la tabella fornita da Wikipedia può essere una guida, ma per migliorare il risultato bisogna intervenire manualmente dopo avere ottenuto la bozza dal software, oppure mettere a punto un software che tenga conto di tutti i dettagli.
Il Courier è universale perché, anche laddove si possedesse un computer in cui non è installato, sono disponibili numerose alternative libere che non solo hanno le stesse metriche e proporzioni, ma anche la stessa forma delle lettere.
La versione in inglese dell’articolo di Wikipedia dice che la Ibm non ha registrato il nome Courier, così tanto il disegno che il nome sono di pubblico dominio.
Dice l’articolo di Wikipedia in Italiano che il Liberation Mono corrisponde strettamente alla metrica del Courier pure essendo distribuito con licenza Gnu-Gpl anziché con licenza proprietaria. Se questo è vero per le misure (non ci vuole molto, visto che le lettere hanno tutte la stessa larghezza), lo stesso non vale per l’aspetto: il Liberation Mono è un sans (e ha i tratti molto più pesanti), mentre il Courier è uno slab serif.
Lettere con la stessa forma di quelle del Courier sono state inserite nei font della famiglia gratuita Tlwg (gruppo Linux tailandese). Ma attenzione: nei programmi di videoscrittura lo spazio tra le righe viene scelto in automatico su una base di certi criteri che dipendono dalle lettere presenti nel font; il risultato è che lo spazio bianco tra le righe tende ad essere maggiore nel Tlwg rispetto al Courier, anche se le lettere hanno la stessa forma. Bisogna quindi intervenire nelle proprietà del paragrafo e impostare interlinea fissa. In corpo 12 il Courier ha un’interlinea di 0,48 cm.
Tra i font che si trovano su Google, il Cutive di Vernon Adams è quello che somiglia di più al Courier. Comunque, i dettagli sono diversi. La Q non ha la coda inconfondibile del Courier, mentre la gamba della R è rettilinea e poggia su una grazia più appariscente.
Viene anche utilizzato per l’Ascii art, ossia per ottenere disegni composti di lettere dell’alfabeto ed altri segni tipografici comuni inseriti in una griglia (senza sovrapporli tra di loro).
Nei decenni passati questa era un arte che prevedeva l’intervento di un essere umano che lettera per lettera doveva mettere a punto il disegno sul monitor, ma ormai è possibile creare dei programmi che eseguono questo compito in automatico. In particolare Wikipedia pubblica una tabella nella quale per ogni lettera viene indicato il numero di pixel neri (in corpo 12): l’apostrofo o il punto valgono solo 4, la W maiuscola ne vale 30, la chiocciola addirittura 36.
Questi dati possono essere inseriti in un programma, appunto, in maniera tale che, data una foto in bianco e nero, venga scelto per ciascuno dei pixel un simbolo in grado di dare lo stesso livello di luminosità della foto originale, quando viene disposto insieme agli altri.
Chiaramente il risultato non è detto che sia ottimale. Per fare un buon disegno in Ascii è necessario tenere conto anche di altri dettagli. Ad esempio l’inclinazione del segno quando si va a tracciare una linea: sia la barra che la barra inversa valgono 8, ma tracciare una linea con solo barre del primo tipo, solo barre del secondo o entrambe le barre mischiate a caso dà effetti molto diversi (come pure usare quelle barre per riempire una parte ombreggiata).
Oppure: l’apostrofo vale 4 e il punto vale 4. Ma l’apostrofo si trova in alto, mentre il punto si trova in basso. Quindi se dobbiamo fare un vertice di un triangolo i due simboli non necessariamente sono equivalenti: dipende se questo triangolo punta in alto o in basso.
Senza contare che comunque le lettere vengono scelte anche sulla base del disegno che si va a fare, in maniera tale che abbiano un rapporto di qualche tipo con l’oggetto disegnato.
Insomma, la tabella fornita da Wikipedia può essere una guida, ma per migliorare il risultato bisogna intervenire manualmente dopo avere ottenuto la bozza dal software, oppure mettere a punto un software che tenga conto di tutti i dettagli.
Il Courier è universale perché, anche laddove si possedesse un computer in cui non è installato, sono disponibili numerose alternative libere che non solo hanno le stesse metriche e proporzioni, ma anche la stessa forma delle lettere.
La versione in inglese dell’articolo di Wikipedia dice che la Ibm non ha registrato il nome Courier, così tanto il disegno che il nome sono di pubblico dominio.
Dice l’articolo di Wikipedia in Italiano che il Liberation Mono corrisponde strettamente alla metrica del Courier pure essendo distribuito con licenza Gnu-Gpl anziché con licenza proprietaria. Se questo è vero per le misure (non ci vuole molto, visto che le lettere hanno tutte la stessa larghezza), lo stesso non vale per l’aspetto: il Liberation Mono è un sans (e ha i tratti molto più pesanti), mentre il Courier è uno slab serif.
Lettere con la stessa forma di quelle del Courier sono state inserite nei font della famiglia gratuita Tlwg (gruppo Linux tailandese). Ma attenzione: nei programmi di videoscrittura lo spazio tra le righe viene scelto in automatico su una base di certi criteri che dipendono dalle lettere presenti nel font; il risultato è che lo spazio bianco tra le righe tende ad essere maggiore nel Tlwg rispetto al Courier, anche se le lettere hanno la stessa forma. Bisogna quindi intervenire nelle proprietà del paragrafo e impostare interlinea fissa. In corpo 12 il Courier ha un’interlinea di 0,48 cm.
Tra i font che si trovano su Google, il Cutive di Vernon Adams è quello che somiglia di più al Courier. Comunque, i dettagli sono diversi. La Q non ha la coda inconfondibile del Courier, mentre la gamba della R è rettilinea e poggia su una grazia più appariscente.
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