La stampa litografica
Una pagina del sito del Museo della Carta e della Filigrana di Fabriano è dedicata alla litografia.
La tecnica venne messa a punto nel 1797 da Alois Senefelder, inventore austriaco.
Non si basa sull’incisione e sul rilievo, ma sul principio per cui acqua e sostanze grasse sono incompatibili.
Avendo a disposizione una lastra di pietra calcarea dalla struttura granulare, si traccia sulla sua superficie con una matita grassa il testo o il disegno da stampare (rispecchiato). Prima di procedere alla stampa bisogna trattare la superficie con una miscela di gomma arabica e acido nitrco data a pennello, e poi bagnare la superficie e inchiostrarla con un rullo di pelle.
La tecnica è alla base anche della moderna stampa offset.
Senefelder in teoria non si occupava di tipografia: era un commediografo. Sorsero però dei contrasti con gli editori, così ebbe l’idea di stampare in proprio le sue opere.
Secondo Wikipedia Senefelder inventò anche il torchio strisciante, che esercita una forte pressione solo su un tratto trasversale della pietra ed evita di spezzarla come avrebbe potuto fare un torchio tradizionale.
Su Wikipedia in italiano manca una voce dedicata a questo strumento. In effetti sul web non si trova pressoché niente con questo nome, anche se di foto di torchi manuali per litografia ce ne sono parecchie.
Video in italiano che mostrano e spiegano le varie fasi della litografia non mi pare che ce ne siano su Youtube, o comunque non sono in evidenza.
Un video di 13 minuti e mezzo è stato caricato da un museo spagnolo (Museo delle Belle Arti di Bilbao), purtroppo senza didascalia e con qualche scarna scritta in sovrimpressione per indicare le varie fasi. Qui lo stampatore ha a disposizione un disegno su foglio di carta lucida, che ricalca a mano per passare il disegno sulla pietra tramite una specie di carta carbone rossiccia fai-da-te. Poi con la matita grassa deve passare sopra tutte le linee provvisorie del disegno che sono state tracciate sulla pietra. Dove necessario, le forme vengono riempite di colore usando inchiostro grasso liquido e pennello.
Seguono vari passaggi (talco, gomma arabica per fissare l’immagine) prima della fase di stampa.
Questa inizia con lo strofinare della trementina su tutta la lastra, dopodiché si preparano e spargono separatamente il rinforzo, l’acqua e l’inchiostro. A quel punto si mette la carta, insieme a qualcosa per tenerla ferma, al di sopra della pietra e si fissa il meccanismo della pressa. Si gira poi la ruota del torchio (tipo il timone delle navi), infine si apre il tutto per vedere il risultato.
La pressa che si vede nel video è del diciannovesimo secolo, mentre il disegno è quello del manifesto del 1916 che annunciava una nuova rivista del paese basco.
Per quanto riguarda il museo di Fabriano, la novità è che è tornato a funzionare dopo la quarantena coronavirus a partire dall’inizio di questo mese (prenotazione obbligatoria).
Fino a tutto luglio i visitatori potranno vedere anche una mostra di acquerelli con ritratti di migranti.
La tecnica venne messa a punto nel 1797 da Alois Senefelder, inventore austriaco.
Non si basa sull’incisione e sul rilievo, ma sul principio per cui acqua e sostanze grasse sono incompatibili.
Avendo a disposizione una lastra di pietra calcarea dalla struttura granulare, si traccia sulla sua superficie con una matita grassa il testo o il disegno da stampare (rispecchiato). Prima di procedere alla stampa bisogna trattare la superficie con una miscela di gomma arabica e acido nitrco data a pennello, e poi bagnare la superficie e inchiostrarla con un rullo di pelle.
La tecnica è alla base anche della moderna stampa offset.
Senefelder in teoria non si occupava di tipografia: era un commediografo. Sorsero però dei contrasti con gli editori, così ebbe l’idea di stampare in proprio le sue opere.
Secondo Wikipedia Senefelder inventò anche il torchio strisciante, che esercita una forte pressione solo su un tratto trasversale della pietra ed evita di spezzarla come avrebbe potuto fare un torchio tradizionale.
Su Wikipedia in italiano manca una voce dedicata a questo strumento. In effetti sul web non si trova pressoché niente con questo nome, anche se di foto di torchi manuali per litografia ce ne sono parecchie.
Video in italiano che mostrano e spiegano le varie fasi della litografia non mi pare che ce ne siano su Youtube, o comunque non sono in evidenza.
Un video di 13 minuti e mezzo è stato caricato da un museo spagnolo (Museo delle Belle Arti di Bilbao), purtroppo senza didascalia e con qualche scarna scritta in sovrimpressione per indicare le varie fasi. Qui lo stampatore ha a disposizione un disegno su foglio di carta lucida, che ricalca a mano per passare il disegno sulla pietra tramite una specie di carta carbone rossiccia fai-da-te. Poi con la matita grassa deve passare sopra tutte le linee provvisorie del disegno che sono state tracciate sulla pietra. Dove necessario, le forme vengono riempite di colore usando inchiostro grasso liquido e pennello.
Seguono vari passaggi (talco, gomma arabica per fissare l’immagine) prima della fase di stampa.
Questa inizia con lo strofinare della trementina su tutta la lastra, dopodiché si preparano e spargono separatamente il rinforzo, l’acqua e l’inchiostro. A quel punto si mette la carta, insieme a qualcosa per tenerla ferma, al di sopra della pietra e si fissa il meccanismo della pressa. Si gira poi la ruota del torchio (tipo il timone delle navi), infine si apre il tutto per vedere il risultato.
La pressa che si vede nel video è del diciannovesimo secolo, mentre il disegno è quello del manifesto del 1916 che annunciava una nuova rivista del paese basco.
Per quanto riguarda il museo di Fabriano, la novità è che è tornato a funzionare dopo la quarantena coronavirus a partire dall’inizio di questo mese (prenotazione obbligatoria).
Fino a tutto luglio i visitatori potranno vedere anche una mostra di acquerelli con ritratti di migranti.
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