Caratteri gaelici (irlandesi)
Secondo il libro “A history of the old english letter foundries” di Talbot Baines Reed (un libro di fine Ottocento che si scarica gratuitamente sul sito Project Gutenberg) i primi font irlandesi furono presentati nel 1571 e usati per stampare il catechismo a Dublino nella tipografia di Franckton. In realtà solo alcune lettere erano ispirate ai manoscritti irlandesi, mentre le altre erano romane.
Il font venne usato varie volte nel
corso della prima metà del Seicento. Poi ne vennero realizzati altri, sia nelle isole britanniche che a Roma.
Il libro si sofferma nel dettaglio sui vari tentativi che si sono succeduti nel corso dei secoli di realizzare un font irlandese, e mostra anche un esempio. I caratteri sono quelli di Moxon, realizzati nel 1680. La scrittura è rozza e irregolare secondo gli standard attuali.
Wikipedia si sofferma invece sulle caratteristiche delle lettere, che rendono questo tipo di scrittura diversa da quella romana e illeggibile a chi non ha avuto istruzioni in proposito.
Le lettere r e s sono molto diverse da quelle romane: entrambe hanno un’asta che scende sotto la linea di base. Un secondo tratto parte in alto verso destra. Mentre nella r scende fino alla linea di base, nella s rimane in alto.
Le lettere dfgt hanno delle forme strane: da d deriva dall’onciale ed è disegnata con un tratto continuo, senza asta verticale ma con un’estremità che arriva da destra e spunta a sinistra, senza raggiungere l’altezza dei tratti ascendenti; la f non supera l’altezza della x, ma l’asta verticale spunta in basso sotto la linea di base; la g manca dell’occhiello superiore: è una specie di s al di sotto di un’asta orizzontale; la t ha un’asta orizzontale in alto sotto cui si estende un tratto che ha l’andamento della c.
Oltre alle lettere normali, l’alfabeto irlandese deve contenere per forza anche le vocali con accento acuto, che sono necessarie nella lingua irlandese e compaiono in moltissime parole comuni. In passato si usavano anche consonanti sovrastate da un punto, ma oggi sono cadute in disuso perché sostituite dall’aggiunta di una h dopo la lettera.
In tempi di revival e di nazionalismo si cercava di usare questi caratteri nella scrittura di testi in lingua irlandese. Oggi quei pochi testi che si scrivono in irlandese vengono comunque impaginati in caratteri romani, mentre quelli gaelici si usano spesso per la segnaletica di pub e negozietti caratteristici, per i numerosi bigliettini di auguri e banner che vengono diffusi il giorno della festa nazionale (San Patrizio, 17 marzo), e per le testate di alcuni quotidiani locali.
Visto che i pub irlandesi sono popolari anche in Italia imbattersi nei caratteri di questo tipo non è affatto difficile.
Qualche anno fa gente che è stata in
Irlanda ha riportato come souvenir una mattonella evidentemente Made in China (marchio Wanquan in rilievo sul lato posteriore). Poco
avvezzi alla geografia europea ed evidentemente anche all’alfabeto
gaelico, gli artisti hanno ricopiato i caratteri irlandesi come fossero
romani. Il risultato è che tutti i nomi di città che contenevano la
g erano scritti in maniera scorretta: la lettera era stata
interpretata come s, evidentemente copiando da qualche modello
locale. Chissà perché i negozi irlandesi lo vendevano comunque. E
in effetti i turisti distratti non leggono mica tutti i nomi sulla
cartina prima di fare l’acquisto.
Oggi cercando sul web si possono trovare intere pagine che elencano font gratuiti con le forme gaeliche. Qualcuno è anche stato caricato sui grandi archivi di font gratuiti, come ad esempio il Celtic di Sam Wang, il Celtic Gaelige di Susan Zalusky, il Gaeilge di Peter Wiegel. Alcuni sono più sommari, altri più accurati. Alcuni con grazie altri senza. Alcuni si ispirano ai manoscritti irregolari, altri invece provano a dare più un’impressione di lettere tipografiche disegnate secondo principi geometrici.
Su Dafont bisogna cercare i gaelici nella categoria Gotici/Celtico, tenuto conto che c’è tanta roba che non c’entra niente: onciali medievali, caratteri metallari, lombardi, rivisitazioni moderne, perfino il Morris Roman.
Fontspace ha un’apposita categoria
Gaelic, ma non per questo è più accurata. Nella lista compaiono risultati che si ispirano a modelli completamente diversi.
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