Storia della stampa
Un documentario in italiano sulla storia della stampa è stato pubblicato alcuni anni fa su Youtube.
A prima vista sembra uno di quei barbosissimi materiali didattici che venivano preparati nei decenni passati. Le tecniche di montaggio fanno pensare agli anni settanta, ma forse il filmato è successivo: si vedono già esempi di composizione al computer. Anni Ottanta, quindi?
Nella prima parte del filmato c’è una panoramica sulla storia della stampa, a partire dalle antiche civiltà mesopotamiche con i loro sigilli cilindrici, e passando per l’invenzione del cinese Bi Sheng, 1041 (l’inventore è rappresentato con la foto di un simpatico e ignaro anziano asiatico).
C’è qualche imprecisione: il torchio che viene mostrato parlando di Gutenberg non ha nulla a che vedere con la pressa che si usava a quei tempi. Oppure parlando della meccanizzazione del Times di Londra si mostra una locandina della rivista americana Time.
Nella seconda parte si vedono varie operazioni di stampa con tecniche diverse. Si vede sia la composizione a mano che quella a macchina. Vengono inquadrate in azione sia le pedaline che le platine più moderne e le macchine piano-cilindriche.
Nella seconda parte invece ci si sofferma su diverse tecniche di stampa: tipografica, litografica, offset e calcografica.
Per quanto riguarda la litografia, si mostra il principio di base per cui il disegno a matita grassa sulla lastra di pietra trattiene l’inchiostro che poi passa sul foglio. Della stampa in offset si mostra sia il modo in cui i testi venivano impaginati al computer, sia il modo in cui l’immagine stampata su plastica trasparente veniva poi trasferita su lastra di alluminio da inserire poi nella macchina da stampa.
Mentre nella stampa tipografica è la parte in rilievo a lasciare traccia sul foglio, e nella stampa litografica e offset non ci sono parti in rilievo, nella calcografia l’inchiostro si sofferma nella parte incavata.
Su quest’ultima tecnica manca materiale filmato, così l’autore risolve con qualche disegno e alcune foto di repertorio. Mentre l’offset si usava per la stampa dei quotidiani o opuscoli vari, la calcografia si usava per le riviste, chiamate appunto “rotocalchi” proprio in riferimento alla tecnica usata per stamparli.
Il video ha ottenuto 16 mila visualizzazioni e una manciata di commenti. “La voce narrante è veramente qualcosa di vergognoso”, ha scritto un utente due anni fa, ricevendo 6 pollici in su. Effettivamente il primo impatto è scioccante, ma dopo un po’ ci si fa l’abitudine.
A prima vista sembra uno di quei barbosissimi materiali didattici che venivano preparati nei decenni passati. Le tecniche di montaggio fanno pensare agli anni settanta, ma forse il filmato è successivo: si vedono già esempi di composizione al computer. Anni Ottanta, quindi?
Nella prima parte del filmato c’è una panoramica sulla storia della stampa, a partire dalle antiche civiltà mesopotamiche con i loro sigilli cilindrici, e passando per l’invenzione del cinese Bi Sheng, 1041 (l’inventore è rappresentato con la foto di un simpatico e ignaro anziano asiatico).
C’è qualche imprecisione: il torchio che viene mostrato parlando di Gutenberg non ha nulla a che vedere con la pressa che si usava a quei tempi. Oppure parlando della meccanizzazione del Times di Londra si mostra una locandina della rivista americana Time.
Nella seconda parte si vedono varie operazioni di stampa con tecniche diverse. Si vede sia la composizione a mano che quella a macchina. Vengono inquadrate in azione sia le pedaline che le platine più moderne e le macchine piano-cilindriche.
Nella seconda parte invece ci si sofferma su diverse tecniche di stampa: tipografica, litografica, offset e calcografica.
Per quanto riguarda la litografia, si mostra il principio di base per cui il disegno a matita grassa sulla lastra di pietra trattiene l’inchiostro che poi passa sul foglio. Della stampa in offset si mostra sia il modo in cui i testi venivano impaginati al computer, sia il modo in cui l’immagine stampata su plastica trasparente veniva poi trasferita su lastra di alluminio da inserire poi nella macchina da stampa.
Mentre nella stampa tipografica è la parte in rilievo a lasciare traccia sul foglio, e nella stampa litografica e offset non ci sono parti in rilievo, nella calcografia l’inchiostro si sofferma nella parte incavata.
Su quest’ultima tecnica manca materiale filmato, così l’autore risolve con qualche disegno e alcune foto di repertorio. Mentre l’offset si usava per la stampa dei quotidiani o opuscoli vari, la calcografia si usava per le riviste, chiamate appunto “rotocalchi” proprio in riferimento alla tecnica usata per stamparli.
Il video ha ottenuto 16 mila visualizzazioni e una manciata di commenti. “La voce narrante è veramente qualcosa di vergognoso”, ha scritto un utente due anni fa, ricevendo 6 pollici in su. Effettivamente il primo impatto è scioccante, ma dopo un po’ ci si fa l’abitudine.
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