Verve
Un font interessante che si può scaricare da Dafont è il Verve, di Dieter Steffmann. È un rétro all-caps stretto, caratterizzato dal fatto che le maiuscole hanno uno svolazzo in alto a sinistra. Il carattere è disponibile in tre versioni: quella di base, quella in cui alcune delle maiuscole hanno forme alternative, più svolazzanti specie in basso a destra, e la Shadow (outline).
Steffman è famoso per la mole di caratteri che ha rilasciato con licenza 100% free, molti dei quali ispirati a modelli datati o proprio antichi. Al primo posto per numero di download ieri ci sono Old London e Cloister Black (apparentemente la stessa cosa, praticamente Old English), seguiti dall’altro medievale Olde English (e in prima pagina rientrano anche l’Eenglish Towne, il Cardinal, l’Augusta, il Morris Roman, il Blackletter, l’Iglesias e un’altra manciata di gotici più decorati).
Cercando il Verve ho trovato altri due font che condividono la stessa radice nel nome. Uno è il Vervelle, firmato Nur Solikh, uno dei tanti Script/Varie con un bello specimen svolazzante (non ho controllato se tutte le varianti sono contenute nel font gratuito: la forma base delle lettere è molto meno esuberante). La lettera più curiosa è la Q, per via di un occhiello interno che si forma prima dello spigolo da cui nasce la coda.
L’altro font che comincia in verve- è il Verveda 01, firmato Angin Studio. Come il primo, anche questo sta nella categoria rétro. É un po’ più impacciato, le lettere sono molto spaziate tra di loro, e sono più larghe. Lo spessore delle aste tende ad essere scampanato verso le estremità. L’asta superiore e inferiore della E hanno la caratteristica di incurvarsi verso il centro. È un maiuscoletto. Anche qui nelle lettere iniziali c’è qualche svolazzo, solo talvolta verso l’esterno come nel Verve, altre volte verso l’interno (lettere BDOPQR).
Lettera insolita, la C che a quanto pare sfora sia in alto che in basso.
Angin Studio ha caricato sul sito meno di venti font. Il più scaricato di ieri è un altro rétro, Rosseta, dai tratti sottili, a contrasto, stretto.
Il Verveda riscuote ben poco successo, superando solo tre font dello stesso autore, di cui due sono script mentre l’altro, il Cascade, è una specie di Copperplate Gothic Bold, forse con qualche problema di allineamento nella parte superiore e inferiore delle lettere (C e A mi sembrano estendersi in verticale di più rispetto alla S).
Steffman è famoso per la mole di caratteri che ha rilasciato con licenza 100% free, molti dei quali ispirati a modelli datati o proprio antichi. Al primo posto per numero di download ieri ci sono Old London e Cloister Black (apparentemente la stessa cosa, praticamente Old English), seguiti dall’altro medievale Olde English (e in prima pagina rientrano anche l’Eenglish Towne, il Cardinal, l’Augusta, il Morris Roman, il Blackletter, l’Iglesias e un’altra manciata di gotici più decorati).
Cercando il Verve ho trovato altri due font che condividono la stessa radice nel nome. Uno è il Vervelle, firmato Nur Solikh, uno dei tanti Script/Varie con un bello specimen svolazzante (non ho controllato se tutte le varianti sono contenute nel font gratuito: la forma base delle lettere è molto meno esuberante). La lettera più curiosa è la Q, per via di un occhiello interno che si forma prima dello spigolo da cui nasce la coda.
L’altro font che comincia in verve- è il Verveda 01, firmato Angin Studio. Come il primo, anche questo sta nella categoria rétro. É un po’ più impacciato, le lettere sono molto spaziate tra di loro, e sono più larghe. Lo spessore delle aste tende ad essere scampanato verso le estremità. L’asta superiore e inferiore della E hanno la caratteristica di incurvarsi verso il centro. È un maiuscoletto. Anche qui nelle lettere iniziali c’è qualche svolazzo, solo talvolta verso l’esterno come nel Verve, altre volte verso l’interno (lettere BDOPQR).
Lettera insolita, la C che a quanto pare sfora sia in alto che in basso.
Angin Studio ha caricato sul sito meno di venti font. Il più scaricato di ieri è un altro rétro, Rosseta, dai tratti sottili, a contrasto, stretto.
Il Verveda riscuote ben poco successo, superando solo tre font dello stesso autore, di cui due sono script mentre l’altro, il Cascade, è una specie di Copperplate Gothic Bold, forse con qualche problema di allineamento nella parte superiore e inferiore delle lettere (C e A mi sembrano estendersi in verticale di più rispetto alla S).
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