Formula 1 e rally

 Il font ufficiale della Formula 1 si chiama Formula1 ed è molto riconoscibile per le sue forme caratteristiche, specie quella della a con tratto obliquo in discesa e orizzontale in basso. Ma anche per via della M zigzagante (o anche della R che in certi punti ricorda le curve di un tracciato).

Il font è usato sul sito web, nella sovrimpressione televisiva e nel materiale promozionale. Qualcuno se n’è appropriato per farci le didascalie in video motoristici caricati su Youtube.

Il copyright risale al 2017, intestato a Marc Rouault /W+K.

Il nome risulta completamente sconosciuto a Identifont, ma c’è una scheda che lo riguarda sul sito Typeparis. Si tratta di un designer indipendente basato in Francia, mentre la W+K è londinese. Il sito riporta tutto il suo curriculum, aggiungendo che dal 2017 Rouault è istruttore a TypeParis (incluso l’anno 2020).

Il sito fornisce anche i contatti social del disegnatore in questione. L’ultimo tweet risale al 30 giugno, in realtà un retweet che commemora un anno dal lancio del Doyle, un tipo di carattere nato rielaborando quelli delle vecchie macchine da scrivere, ottenendo un risultato completamente differente in pesi e stili diversi, ad esempio nel nero italico. Il font è stato firmato anche da Lucas Sharp, oltre che da Rouault.

Per restare nell’ambito degli sport motoristici un altro font caratteristico è quello usato dal campionato mondiale di rally, che si chiama Wrc, e che pure in alcuni tratti ricorda le curve di un tracciato (ma è più spigoloso di quello della Formula 1). L’anno del copyright è il 2001, il font ha quasi vent’anni ormai, il disegnatore è Nick Cooke, per Purple Design.

Quest’ultimo è un inglese, conosciuto da Identifont, che gli dedica poche righe di biografia (un po’ polemiche nei confronti dei lavori che il disegnatore è stato costretto a fare prima di mettersi in proprio) e presenta un elenco dei suoi font commerciali.

Non ha un font personalizzato invece il campionato europeo di rally, Erc, che comunque utilizza un font commerciale: il Kiona.

Identifont conosce il nome, ma stranamente non ha l’anteprima. Il font si può acquistare su FontSpring. È un senza grazie geometrico, una specie di Futura, composto solamente di maiuscole. Ragion per cui non va bene per il testo degli articoli, per cui il sito ufficiale deve ripiegare su un normale Open Sans, caricato dai server di Google. 

La disegnatrice è Ellen Luff, di cui il sito non ha una biografia, e conosce soltanto i nomi di alcuni dei suoi font, di cui non fornisce anteprime. 

Il sito fornisce un link al suo account Twitter. Bionda con i capelli lisci, la disegnatrice si presenta con una foto del profilo in cui fa una smorfia davanti ad un graffito sul muro che dice “I nazisti sono dei perdenti” (“Nazis are Losers!”) e con un banner in cui tira fuori la lingua alla fantozzi in mezzo ad antichi busti greci in un museo.

L’ultimo suo tweet è datato 18 giugno, anche in questo caso si tratta di un retweet di Myfonts che annuncia lo sconto del 50% su uno dei suoi caratteri disegnati da lei, l’Ardela Edge, un sans all-caps riconoscibile per via di qualche tratto mancante, specie agli angoli.

La Luff ha appena 40 seguaci, meno degli account che segue (46). Normale, visto che pubblica solo un paio di tweet all’anno.

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