La presentazione dell’Eugenio sul sito di Commercial Type

Quando nel 2017 Commercial Type ha realizzato l’Eugenio per il quotidiano Repubblica ha creato una pagina di presentazione sul suo sito.

L’Eugenio viene definito un’insieme di tre famiglie correlate: il Serif, il Sans e il Text. La prima serve per i titoli degli articoli nelle sezioni principali, il sans per etichette, grafiche e i titoli delle sezioni sport e spettacoli, il text per i testi degli articoli.

La pagina contiene i nomi delle persone che hanno diretto l’intero lavoro e dei disegnatori che se ne sono occupati.

Il direttore del progetto era Francesco Franchi (del mensile Il), mentre il direttore artistico per Repubblica era Angelo Rinaldi. Vengono nominati i disegnatori Manuel Bortoletti e Giovanni Cavalleri che hanno “aiutato coi disegni”, e di Marta Signori, che si è occupata di alcune “illustrazioni”.

Il serif è firmato da Miguel Reyes, assistito da Hrvoje Zivcic e Christian Schwartz. Accanto all’articolo ci sono anche le foto delle pagine del manuale di Bodoni a cui si sono ispirati.

Il sans è disegnato da Greg Gazdowicz, che ha immaginato una combinazione di Bodoni e Futura (le forme di a e però non seguono lo schema Futura).

Il Text è disegnato da Paul Barnes con l’aiuto di Dan Milne. L’ispirazione affonda le radici nei caratteri del tardo Settecento, con riferimenti agli scozzesi, a Baskerville e a Bodoni.

Ognuna di queste famiglie comprende la versione regolare e quella italica in un certo numero di pesi. Dagli specimen mi pare se ne vedono sei per il serif, otto per il sans, quattro per il text. E questo in effetti scombussola il conteggio: il più sottile dei sans ha ben poco in comune col più spesso. Riconoscere due scritte in questi stili diversi come parte della stessa famiglia non è affatto intuitivo.

Insomma a occhio e croce l’intero progetto sarebbe di trentasei file, un lavoro molto impegnativo.

Nella stessa occasione venne anche cambiata la testata del giornale. Sul sito vengono messe a confronto la vecchia e la nuova. Le differenze che saltano più all’occhio sono la gamba della R, che nella nuova versione è sinuosa mentre nella vecchia poggiava su un piede slab, e il ciuffo della a (l’estremità del tratto superiore), che nella nuova versione era a goccia mentre nella vecchia era tagliato di netto.

La home page del sito della fonderia è molto scarna: c’è un semplice elenco di specimen di font, contenenti una semplice frase scritta in nera su fondo bianco. A movimentare il tutto, un’animazione che aggiunge di volta in volta nuove righe in apertura della pagina, spostando in basso tutte le altre. 

Notare che non si tratta di immagini, ma di un effettivo uso del font nell’html della pagina, caricato in formato woff o woff2. 

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